21 Maggio 2021
di Interviste, Recensioni
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21 Maggio 2021

Le pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita nella settimana del 21 maggio 2021

Cover che spiazzano, hit dell'estate che annoiano, brani cantautorali che stupiscono... scopriamo le recensioni di questa settimana

Pagelle Nuovi singoli
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Levante – Dall’alba al tramonto

Mai, almeno per la promozione, Levante si è proposta così intima, così down. Forse era un bisogno, anche per non sembrare sempre la stessa, rischio in cui una voce così particolare può facilmente cadere. Arriva come una goccia di rugiada che osservi sul petalo di un fiore che hai fuori al balcone e sai che sta per cadere, eppur resiste, sulla foglia lasciandosi sconfiggere solo dal sole che sale. Difficilmente farà strada in radio, ma è impossibile che passi inosservata fra chi vuole ascoltare anche altro.
Sette


MaLaVoglia – Hamilton

Punteggiature di tastiera primi anni 80 per questo pezzo che paragona la ripartenza in amore del cantautore alle foga competitiva del campione di formula uno. Scorre ma proprio quei suoni rendono l’insieme un po’ datato e tutto sommato, nella costruzione del brano, appaiono come un’inutile aggiunta.
Cinque ½


Mani – Non cresciamo mai

Voce molto acerba messa però al servizio di un brano che ne rispetta la probabile giovane età. Costruzione del pezzo basata su esempi solidi di cantautorato pop; non rivela particolari intelligenze stilistiche, ma scorre in maniera piuttosto lineare. Almeno dalla seconda strofa, avrei inserito una batteria vera, per dare più peso sonoro all’insieme.
Sei =


Fiorella Mannoia – La gente parla

Inedita Mannoia che qui profuma di venti dai balcani. Addentro pienamente alla cosa, invoca il silenzio o per lo meno la fuga dalle parole facili, inutili. Giudizi e sentenze, vociare di uno che diventa chiasso di molti. Il tutto immaginabile tra piedi scalzi, gonne lunghe che volteggiano e partecipazione corale di chi passa, ascolta e decide di fermarsi.
Sette


Mare – Castrovilli

Andrebbero evitate le note basse aperte, perché la voce perde corposità. E’ una ballata di vita quotidiana col calcio e la Fiorentina nello scenario. Il problema è che il discorso non riesce mai ad allargarsi e a diventare un po’ per tutti, restando confinato al suo di vissuto. Tutto comunque un po’ noiosetto.
Quattro ½


Mesa – Colpevole senza colpe

Ballata d’interpretazione che però avrebbe meritato una base che crescesse al pari dell’intensità vocale. Invece resta tutto molto sotto, a creare solo atmosfera, echi e una linea melodica sottile perché non registrata con l’ausilio di archi. E’ come un colpo di fucile sparato a salve.
Cinque


Mobrici & Gazzelle – Scende

Saranno sensazioni personali, ma come è partito il pezzo ho pensato subito ad Annalisa ed alla tipologia di cose che sta cantando da un po’ a questa parte. Cambio di ritmica fra strofe ed inciso con la combinazione delle voci, così diverse, che suona proprio bene. Peccato sempre il non approfondire e restare sempre confinati in un tempo talmente breve che a parte due strofe due incisi non ci sta più nulla. Peccato.
Sei+


Molla – Goodbye my love

Le aperture dell’inciso hanno sapori 70, mentre le strofe hanno lo scorrere del pop/indie primi anni 2000 di matrice soprattutto british a cui ben si aggancia la voce, di quelle sembrano poco tecniche e più istintive ma che poi invece sanno più di quel sembra. Non segue le mode e per questo potrebbe piacere come outsider.
Sei ½


Neno – Non sono una signora (?)

E’ strano ascoltare un brano che è un manifesto non solo di genere, ma proprio per la sua interprete, Loredana Bertè, artista sempre molto concreta, cantata da un giovanissimo cantautore, qui prestato alla veste d’interprete. La cosa diventa ancor più strana se si pensa che non siamo di fronte a qualcosa di caricaturale, ma una versione che, rispettandone il testo, è assolutamente proposta con fare maschile. D’altronde è pur sempre stata scritta da un uomo e forse Ivano Fossati la canticchiava a Loredana proprio con queste tonalità. Base volta all’elettronica dance. Geniale. Strana ma geniale.
Sette


Popa – Psicomagia

E’ un viaggio magico tra la dance music anni 70, un po’ Figli delle stelle, un po’ vintage brasiliano, con una sola variante: quella che la musica lì era in prima linea, mentre qui è ovattata, flattata. L’idea c’è, ma bisogna essere più sicuri del risultato che si vuol portare.
Cinque ½


Puertonico & Gabriele Troisi – Bambolina

Voglia di fuggire dalla città fagocitante, scappare, fare i ricercati con i cellulari spenti. Tutto il lavoro sulle musiche è totalmente in studio, senza nessuno strumento reale, tanto che ad un certo punto il lavoro da tavolo pervade anche le voci. L’effetto finale è orecchiabile ma anche prevedibile, mentre il finale è affrettato.
Cinque =


Sangiovanni – Malibù

Figlio delle mode ma lavorate con un’originalità sua, del tutto personale. Al di là dei gusti specifici, non si può certo dire che tutti i brani che l’artista ha lanciato nel talent di Maria De Filippi, non siano quantomeno orecchiabili ed abbiano delle evoluzioni non confuse di quella che è la costruzione di un brano. Per quanto generazionale, anche questa Malibù risulta ficcante e parecchio contagiosa in un ascolto allegro e senza impegno. Fa il suo.
Sette


Scatola nera – Tekeli-Li

Cantautorato soffice ma anche un filo noioso. E’ la modalità anche d’impostare la voce che trasporta più facilmente verso il concetto di nenia che non verso quello di canzone. E’ un racconto che diventa più concreto in un contesto di lavoro completo, rispetto ad un potenziale promozionale in quanto singolo. Come tale….
Quattro


Simonetta Spiri – Nelle tue mani

Voce più matura per una scelta interpretativa meno sbarazzina del passato. Si parla d’amore ma non nel senso del sentimento fra due persone, ma più universale; è un discorso verso tutti, un discorso verso la vita. Avrei fatto a meno del “finto” rap finale, perché non è sufficiente ad ascrivere il brano in un filone più urban. Siamo sul pop, fatto bene, ma comunque pop. E mica ci si deve vergognare?
Sei +


Tauri – Il biscotto del cinese

Storie vecchie che si ripresentano e a cui non si sa resistere, anche se si è altrove e con altre persone impegnati. Tauri descrive qualcosa che in tanti abbiam vissuto. La scelta stilistica è quella gravita attorno al cantautorato attuale, quello un po’ biascicato nel cantare, quasi scocciato. E’ un po’ uno stilema ma, diciamo il vero, su questo tipo di testo ci sta anche bene.
Sei ½


Tiromancino & Franco 126 – Er musicista

Più che cantata, rappata, anzi, più che rappata direi parlata, questa canzone è una vera e propria storia, che ha qualche cosa nella melodia che lascia sembrare quasi che Pazzo Di Lei di Biagio Antonacci, sia stata scritta e proposta da Mannarino. Evocazioni a parte, il pezzo funziona anche nelle armonizzazioni fra in due, che pur non nascono cantanti nel senso tecnico del termine, ma musicisti che d’impeto e istinto ci mettono anche la voce, facendo molto spesso cose più che gradevoli.
Sette


Villabanks, Lil Knevski & Il Genio – Porno

Sulla base di Pop Porno, brano che rivelò il Genio, Villabanks non disdegna di campionare il pezzo che s’incastra perfettamente anche nelle nuove liriche. Funziona tutto, anche la capacità radiofonica che si rinnova per un pezzo che già ne aveva di suo. Il peccato sta che poi, come troppo spesso accade, questi si tronca d’improvviso., lasciando l’idea di qualcosa d’incompleto. Per buona pace di spotify.
Sei ( sette alla riuscita del pezzo, cinque alla sua incompletezza )


Giulio Wilson & Roy Paci – Finale all’italiana

Si dice, si dice” …. Wilson racconta qui come spesso ci si affida a dei sentito dire, o per rifarsi al quotidiano, ci si affidi al web. Molto carina l’evoluzione, il passaggio all’inciso, compreso il finale all’italiana su tromba di Roy Paci, che ci mette il suo, comunicando calore e nota di colore.
Sette

 

 

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