14 Settembre 2021
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14 Settembre 2021

X Factor 2021 conferenza stampa: “La chiusura del programma in Inghilterra non influisce, in Italia abbiamo sempre portato innovazione nel programma”

"La storia dei Måneskin è proprio l'emblema di ragazzi giovani che credono nella musica e si impegnano perché accada qualcosa"

X Factor 2021 audizioni
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X Factor 2021

Durante la conferenza stampa di X Factor 2021, o X Factor 15 che dir si voglia, è stata mostrata un’anteprima della prima puntata con Ludovico Tersigni alla conduzione.

Eliana Guerra, curatrice del programma, ha specificato che la pandemia ha avuto un ruolo nella scrittura dei ragazzi. Li abbiamo sentiti davvero molto provati e ne è nata una scrittura delle canzoni molto colorate ma con dentro qualche cicatrice.

X Factor accende una luce su dei talenti, ha messo a fuoco in loro la convinzione di poter fare questo lavoro e capire col tempo dove si andrà. I Måneskin sono arrivati secondi, non hanno vinto, si sono ripresi dallo stordimento che un programma che dura tre mesi, hanno perfezionato il proprio percorso e sono arrivati dove sono oggi.

La storia dei Måneskin è proprio l’emblema di ragazzi giovani che credono nella musica e si impegnano perché accada qualcosa. Un altro messaggio importante da dare è che se a 30 anni non ha combinato nulla, si può continuare a crederci. Vedi artisti come Brunori Sas o Colapesce e Dimartino. Non sei un fallito se a vent’anni non hai fatto una hit, devi continuare a crederci.

Da Fremantle confermano che la chiusura del programma in Inghilterra, il paese in cui è nato (vedi qui) e dove il programma è stato considerato vecchio, non influirà sull’edizione italiana che ha fatto un percorso diverso introducendo novità come le band e ora l’eliminazione delle categorie.

Hell Raton

Ludovico è stato proprio una bella sorpresa. Anche quest’anno tanto divertimento, tante allegria ma anche discussioni animate. Non ci sono stati veri litigi come dici Mika, ma discussioni come in una famiglia o tra amici… è un rapporto sano, tutto molto familiare.

I concorrenti dopo quest’anno di pandemia dove si sono trovati con sé stessi in cameretta o in studio con tanta voglia di suonare. E questo si è sentito. Senza le categorie il messaggio che stiamo trasmettendo è più crossover.

A X Factor noi giudici diamo una formazione pensando anche a quello che faranno dopo, siamo concentrati sul loro futuro.

Emma

La verità è che hanno detto – già ce la stiamo rischiando con il presentatore, almeno loro teniamoli – per il resto la musica sta cambiando e una full immersion con i ragazzi fa bene anche a noi artisti, ci aiuta a cambiare, ci da nuove energie.

Quest’anno c’è stato meno rap e più musica suonata, anche questo fa parte del cambiamento. Secondo me ci sono dei generi immortali, altri che mutano in maniera più repentina. Quest’anno i ragazzi sono arrivati con un’apertura mentale rispetto alla musica.

I generi sono sempre esistiti e sempre esisteranno. La differenza è che durante le audizioni dici questo fa rock, questo fa rap e questo è un talento. E quello che ti colpisce, non il genere.

L’abbattimento delle categorie ci permette a noi giudici di portare sul palco uno show musicale sempre più vasto mentre prima le categoria potevano limitarci.

X Factor è importante perché sia chi si presenta, sia chi è chiamato a giudicare lo può fare con la massima libertà. E non è una cosa da poco in un paese in cui la comunicazione sta andando in una direzione inquietante in cui si parla poco di musica, con un mordi e fuggi. Poter avere questa libertà non è una cosa poco.

Ci sonno troppe cose non dette oggi nella musica, ci si nasconde dietro immagini patinate e qualunquismi e si sta andando a perdere il perché questo uno vuole fare questo fino in fondo nonostante oggi stia diventando triste e si faccia fatica a svegliarsi la mattina e avere la forza di fare la vita da artista.

Manuel Agnelli

Quest’anno X Factor ha una grande occasione, quella di raccontare quello che sta succedendo. La musica suonata, le chitarre stanno tornando. L’epopea dei Måneskin a livello mondiale è una conferma di questo. X Factor a differenza di altri programmi sta alimentando questo cambiamento.

Questa la definirei un’edizione contemporanea, la musica è sempre una conseguenza e per questo rappresenta la società.

Se non hai un’urgenza espressiva questo lavoro non lo fai perché ti logora dentro e quest’anno abbiamo visto la fame. I Måneskin, per dire, sono il risultato di tanta contaminazione e di quattro artisti con un influenze musicali in comune ma anche molto diverse. Stanno reinterpretando un genere con la propria attitudine che li rende unici.

Mika

È da due anni che questi ragazzi non calcano un palco e per questo si sono presentati in maniera più cruda. C’è stata molta contaminazione dei generi. Rispetto all’anno scorso quest’anno abbiamo potuto respirare di più. Abbiamo lavorato molto duramente, ci siamo anche confrontati in maniera accesa arrivando a non parlarci per qualche giorno.

Io penso che sia importante una sola cosa, non sprecare i talenti. Se ci sono sei talenti super forti, senza le categorie non dobbiamo fare scelte troppo difficili.

In Inghilterra X Factor è rimasto un concorso di canto nonostante il livello di produzione molto alto. Rispetto all’Italia non ha avuto un’evoluzione. Qui i ragazzi prendono ispirazione da altre fonti, non dalla televisione, perlopiù da internet, e poi usano X Factor come finestra non come concorso di canto, ma come un posto in cui proporre una storia, una dimensione artistica.

 

 

 

 

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