5 Maggio 2022
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5 Maggio 2022

Willie Peyote: guida alle canzoni del nuovo album, “Pornostalgia”

Annunciate anche le date del tour estivo organizzate da Magellano Concerti

Willie Peyote Pornostalgia
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WILLIE PEYOTE PORNOSTALGIA – LE CANZONI

Willie Peyote Pornostalgia

L’album di apre con “UFO”, da una parte un’introduzione al disco e dall’altra uno statement in cui Peyote racconta cosa vuole dire nell’arco del disco intero… “ieri era la Pandemia, oggi sulla Guerra, tutti dicono tutto senza alla fine dire niente, parlo dell’attivismo performativo, delle multinazionali che cambiano il colore del logo in base all’argomento del momento.

La seconda traccia è “FARE SCHIFO” su cui il cantautore dichiare “mi girava in testa da quando Aimone Romizi sul palco del Primo Maggio (dove ci esibivamo insieme cantando gli Skiantos) disse che fare schifo è un imperativo morale. Nella società della performance c’è la corsa al risultato, ad essere bravi, belli, sicuri di se. Fare Schifo, accettare anche di non essere perfetti, di non avere voglia, di essere tristi e incazzati anche senza magari un vero motivo potrebbe essere davvero una via rivoluzionaria.

La terza traccia è il brano attualmente in rotazione radiofonica LA COLPA AL VENTO“, brano scritto sopra un beat di GODBLESSCOMPUTERS.

Willie ne parla così: “La Colpa al Vento è un brano che racconta della sensazione di aver perso una occasione, come se fosse un biglietto della lotteria che ti è volato via, e invece di dare la colpa a te stesso, che ti sei fatto scivolare quell’occasione dalle mani perché non la tenevi abbastanza stretta, dai la colpa al vento.

È un brano che nasce da un racconto personale ma che come sempre racconta un sentimento comune a tanti“.

Segue “ALL YOU CAN HIT” “questo brano – racconta Peyoteè una traccia rap dove racconto il mio rapporto con il mercato musicale che vedo come un all you can eat di sushi, dove l’importante è che ci sia tanta roba da mangiare a poco prezzo, al di là quindi del vero valore di quello che consumi. Per me la musica invece è più una osteria, il gusto della tradizione, qualcosa di più reale che un all you can eat. Nel brano c’è un riferimento a Sanremo all’esperienza di “MAI DIRE MAI”.

A “ALL YOU CAN HIT” si lega anche il successivo “PRIMA”, brano nato in presa diretta in sala prove sull’importanza dei numeri e dell’opinione della gente.

L’amore e i rapporti tornano in “IL FURTO DELLA PASSIONE” (“la felicità è un furto, io cercavo solo un complice“). Per un tifoso e appassionato di calcio è stato facile portare all’estremo la metafora calcistica applicata ai rapporti personali (“sento il senso di colpa di essere felice quando mi capita e non credo di essere l’unico“).

Emanuela Fanelli, in “RISARCIMENTO SKIT“, ammette Willie, “mi ha regalato la frase più poetica del disco” ossia: “La felicità non è mai un furto, piuttosto è un bel risarcimento“.

In “DIVENTARE GRANDI” Peyote si guarda dentro pensando al futuro. Il brano è una declinazione della domanda Cosa vuol dire diventare Grandi? non solo di età ma anche artisticamente (“sono domande che faccio a me stesso ma anche a Samuel, uno dei mie punti di riferimento personale e artistico“).

Jake La Furia e Speranza affiancano Willie Peyote in “I SOLDI NON ESISTONO“, brano che nasce da una frase che girava in testa al rapper torinese: “i soldi non esistono sono numeri su un display“, riflettendo sul nostro rapporto con il denaro, l’alta finanza e il capitalismo.

Willie Peyote ne parla così: “È un pezzo rap che parla di rap e non potevo non mettere dentro i miei riferimenti musicali: c’è Jake La Furia (l’apporto che i Club Dogo hanno dato alla mia musica è stato fondamentale) e cito Fabri Fibra (che cito in realtà in ogni mio disco, come un portafortuna, anche se non sono scaramantico). Jake e Speranza (tra gli artisti che apprezzo di più della nuova scena) hanno dato la loro visione mettendo la loro voce e la loro penna a servizio del tema.

Tra le tracce che chiudono il disco c’è “LA CASA DEI FANTASMI“, un brano che musicalmente si discosta dagli altri…”È una traccia unica, mono, registrata in sala prove come fossi negli anni 70. Parla anche questo di una separazione, della difficoltà di andare oltre la fine di una storia importante e di non essere riusciti ad andare avanti. La prima strofa era nata due anni fa ma l’ho finito per ultimo tanto che c’è un riferimento alla guerra iniziata mentre stavo chiudendo il disco.

Segue “HIKIKOMORI” (termine che nasce per definire un fenomeno caratterizzato principalmente da ritiro sociale e una volontaria reclusione dal mondo esterno), concetto che Willie allarga sottolineando che “Viviamo tutti nella nostra bolla, abbiamo tutti lo stesso problema, parliamo solo con le persone con cui condividiamo le stesse idee e non ci confrontiamo con gli altri“.

Il secondo statement del disco è affidato a “ROBESPIERRE” (con la voce di Aimone Romizi dei Fast Animals and Slow kids nel ritornello), un brano che racconta quello che Willie ha vissuto in questi due anni (“Io non sono il portavoce di nessuno, non mi prendo la responsabilità di parlare per gli altri. Io dico le mie cose, se sei d’accordo o meno va bene lo stesso“).

Pornostalgia si chiude con “SEMPRE LO STESSO FILM“, un brano che è una lettera, uno sfogo ad un amico (“a cui purtroppo non avrò più modo di parlare perché non è più con me. Sono stati due anni difficili, dove ogni giorno sembrava la replica del precedente, sempre lo stesso film, anche se il film a cui faccio riferimento è una delle pellicole a cui sono più legato, per tanti motivi“).

Foto di copertina articolo di Chiara Mirelli

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