17 Marzo 2018
di Direttore Editoriale
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17 Marzo 2018

VALERIO SCANU: “Giuro di dire la verità” un libro che affronta i pregiudizi per uscirne

Abbiamo letto il libro di Valerio Scanu "Giuro di dire la verità dalla A alla Zia Mary". Ecco le nostre impressioni, senza pregiudizi.

Valerio Scanu
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Quasi 140 pagine per raccontarsi usando le lettere dell’alfabeto, una per ogni capitolo, questo è Giuro di dire la verità dalla A alla Zia Mary, secondo libro di Valerio Scanu che arriva ad otto anni di distanza dal precedente Quando parlano di me.

In questo nuovo libro il cantante scava ancora più a fondo dentro di sé affrontando tutti gli argomenti che hanno avuto, e hanno tuttora, un ruolo importante nella sua vita, privata e lavorativa. Sono passati nove anni dalla partecipazione ad Amici, e ben diciotto dal suo debutto su un palco. Sì, perché a volte ci si scorda che Scanu è stato un bambino prodigio della musica italiana.

Essere un bambino prodigio, è noto, non è facile. Gli artisti che si approcciano da piccoli al mondo dello spettacolo, che sia la musica come la televisione o il cinema, devono affrontare diversi problemi… dal pregiudizio al forte stress che un bagno di popolarità a corrente alternata comporta fino ad arrivare a quelli più tecnici (e inevitabili) come i cambiamenti della voce. Non è certo un caso che in tutto il mondo i ragazzi prodigio che ce la fanno si contano sulle punta delle dita e che, molti di loro, attraversino in seguito momenti difficili e autodistruttivi durante la crescita. Valerio Scanu non è caduto in tutto ciò ma ha dovuto comunque imparare a prendere le misure con questo mondo, trovare il modo di proteggersi dalle molte insidie che nasconde, imparare ad evitare le strade senza uscita.

Forse è anche per questo che in molti scambiano alcuni lati del suo carattere come la timidezza, la diffidenza e la sicurezza in se stesso, per presunzione. Del resto non ve lo dobbiamo certo spiegare noi che quello in cui viviamo è un mondo sempre pronto a puntare il dito e in cui la determinazione viene spesso scambiata per arroganza così come la schiettezza per superbia.

In un mondo ideale un cantante non dovrebbe essere giudicato per il suo carattere, ma solo per sue doti, ma il mondo dello spettacolo non corrisponde propriamente al mondo ideale nonostante sia questa l’immagine che la televisione cerca sempre di mostrarci, complice anche quello stesso meccanismo dei talent show (da cui anche Scanu proviene) che hanno insegnato al pubblico ad affezionarsi prima alle persone (o ai personaggi) che alla musica che propongono.

Pregiudizi insomma, questa sembra essere la parola chiave quando si parla di Valerio Scanu. E lui li affronta tutti in questo libro senza nascondersi, scoprendo le sue debolezze quanto le sue certezze. Come a voler rispondere una volta per tutte a ogni tipo di domanda che non riguardi il suo lavoro, la musica, probabilmente augurandosi di poter riprendere poi parlando solo di quella.

Sono tanti gli argomenti che Valerio affronta nel libro. Si va dalla non accettazione del proprio corpo alle continue domande sulla sua sessualità, domande a cui il cantante risponde in modo molto lucido ed esaustivo “Tutti aspettano il mio coming out, ma così io mi auto-discriminerei, e non voglio farlo. Non ho mai creduto fosse una condicio sine qua non...”. Perché a volte il pregiudizio sta nella domanda stessa. Il giorno in cui non ci sarà più bisogno di porre queste indiscrete domande o di parlare della sessualità di un personaggio noto, allora forse vivremo in un mondo un po’ più a misura d’uomo.

Ovviamente Valerio non è uno sprovveduto e, cosciente di essere stato anche un personaggio scomodo e di averci giocato su a volte, affronta argomenti che sicuramente spingeranno molti curiosi ad acquistare il suo libro come Amici e Maria De Filippi. Ma questo non compromette la lettura, Scanu racconta la verità, e sottolinea che è la sua verità. Chi invece ha intenzione di andare oltre rimarrà colpito da altre parti del libro, quelle in cui racconta il rapporto con i suoi nonni per esempio e, in particolare modo, la scomparsa dell’adorato nonno. Perché il successo di un artista che ha trovato la forza di rialzarsi, di autoprodursi, di investire su stesso producendo al tempo stesso altri artisti, e di essere lungimirante investendo anche su altre attività, ha radici lontane, e sono quelle della famiglia e degli insegnamenti da essa assorbiti. Tutto questo è successo al contrario di ciò che disse un ex discografico ora diventato “show man” che definì Scanu fallito in un tweet dando un bruttissimo esempio a tanti giovani. Perché il successo non passa per forza dalla tv o dalle grandi radio, il successo è fatto di sfumature molto diverse tra loro e non necessita a tutti i costi di concerti nei palasport o di premi della critica.

Valerio grazie all’appoggio della sua famiglia ha avuto la possibilità di esercitare le sue doti fin da piccolo e proprio per questo forse si interroga sul motivo del perché in Italia, a differenza dell’estero, un cantante non possa essere al tempo stesso anche uno showman.
Del resto il cantante ha delle innegabili doti oltre a quelle canore… è a suo agio con la telecamera, ha sviluppato il suo hobby, nato quando era un bambino, per le imitazioni diventando sempre più bravo nel farle. Tutto questo può sembrare poco a qualcuno, ma sono abilità che, unite alle doti vocali, son molto più di quel che possono vantare molti altri artisti.

Eppure nonostante questo su Scanu il pregiudizio continua a pesare al punto che, quando si è presentato al Festival di Sanremo con una canzone bellissima, Finalmente Piove scritta da Fabrizio Moro, nonostante le esibizioni live furono impeccabili, la cosiddetta giuria di qualità lo affossó con una sfilza di zeri relegandolo nelle posizioni basse della classifica, quasi a vendicarsi per quella vittoria del 2010 ottenuta cantando il brano che tutti ricordano per la frase “A far l’amore in tutti i luoghi, in tutti laghi…“, una canzone scritta da Pierdavide Carone che, fosse stata cantata dall’autore, forse non sarebbe stata vittima di tale accanimento.

In sostanza questo libro è un modo per raccontarsi in modo “definitivo”, un modo furbo per farlo perché arriva prima dell’uscita di un disco e dopo l’esposizione mediatica proveniente da programmi come L’Isola dei Famosi, Tale & Quale Show e Ballando con le stelle. Ma del resto essere furbi non è un certo un reato, anzi nelle attuali condizioni in cui versa il mondo della musica italiana diventa anche marketing, ed è necessario. Quel che conta come sempre è, e sarà, il contenuto.

In fondo Valerio Scanu può piacere o meno come artista. La sua voce, il suo modo di cantare, le canzoni che sceglie e i suoi dischi sono soggetti ai gusti di ognuno di noi, l’importante è che decada questo famoso pregiudizio. Che si smetta di etichettarlo come quello del talent, quello di “in tutti i laghi“, quello del panettone Melegatti

Questo libro, per chi vorrà leggerlo è un buon punto di principio per concedersi il lusso, se non di cambiare idea, perlomeno di smettere di giudicare tutto ciò che non ha a che fare con l’artista.Una lettura semplice, diretta, schietta… un punto e a capo che ci traghetta direttamente al suo nuovo singolo, Ed Io. Ed è da lì che si potrà ripartire giudicando, nel bene e nel male, Scanu.

Qui di seguito i capitoli, o meglio i Capitolettera, del libro:

A Amici
B Bimbi
C Corpo
D Dalidà
E Embargo
F Finalmente piove
G Gli Incontri
H Honduras
I I.A.S.
J. Joy to the world
K Karaoke
L Live
M Melegatti
N Nonno Bastiano
O Oltre ogni pregiudizio
P Poliedrico
Q Quereliamo Fibra
R Ricettario Scanu
S Social
T Tale & Quale
U Una mamma per amica
V Vessicchio
W Walt Disney
X X Nonna Paola
Y You and I
Z Zia Mary


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