15 Ottobre 2021
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15 Ottobre 2021

UNfinished è il nuovo album di Simona Bencini, la voce storica dei Dirotta su Cuba. Storie “incompiute” narrate da una voce senza tempo.

Ritorna la voce storica dei Dirotta su Cuba con un album dal sapore jazzy che rivela la sua maturità artistica e la sua sensibilità di autrice

Simona Bencini nuovo album
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Simona Bencini nuovo album, il titolo è UNfinished.

La sua voce è stata il marchio inconfondibile dei Dirotta su Cuba. Oggi, carica di contenuti e venata di inattese sfumature, torna a consegnarci un nuovo, raffinato racconto.

È uscito l’8 ottobre UNfinished, il progetto che vede Simona Bencini non solo interprete e autrice, ma anche produttrice e discografica con la sua etichetta Sherazade Sound.

Sarebbe riduttivo definirlo un album jazz, benché tale sia la cifra dominante: è un incontro di suggestioni sonore arricchite da una voce che porta, tra le sue venature, lo spessore delle numerose frequentazioni coltivate, nel corso di una ricca carriera, con i più disparati generi musicali.

Il funk, il soul, lo swing, il pop si fondono nelle scelte di arrangiamento e nell’interpretazione vocale, in una sintesi raffinata che è al servizio di una precisa volontà di comunicazione.

È un po’ figlio della dolorosa pandemia che abbiamo vissuto, questo album. Perché, se da un lato,  questi brani erano rinchiusi in una cartella del pc dell’artista già dal 2011, di fatto la scelta di consegnarli al pubblico e rilavorarli alla luce di una nuova consapevolezza è frutto di una riflessione dettata dagli eventi che ci hanno travolto.

“La musica non dovrebbe mai stare rinchiusa”, racconta Simona Bencini, “dovrebbe diventare patrimonio di tutti. Ho pensato che sarei potuta morire e nessuno avrebbe mai potuto ascoltare questa musica. L’ho fatto soprattutto per le mie figlie, per lasciare loro un altro pezzo di me”.

Così ha rilasciato un disco dettato da un’urgenza personale innanzitutto, estraneo a ogni logica di mercato. Ma, allo stesso tempo, un’opera capace di suggerire un messaggio universale senza tempo.

SIMONA BENCINI nuovo album: IL SIGNIFICATO DEI BRANI di UNFINISHED

Gli otto brani che compongono il progetto sanno viaggiare avanti e indietro; hanno una veste volutamente vintage, ma parlano di storie non ancora finite, che possono ancora parlare oggi.

Parlano del nostro bisogno di azzannare la vita anche nel dolore o proprio in virtù del dolore vissuto. Parlano di un vuoto da completare anche solo con la musica, quando il mondo o la vita non ne offrono la possibilità.

“Solo successivamente alla scelta del titolo Unfinished” spiega la Bencini “ho notato che in realtà in questo album si trovavano canzoni accomunate da una ‘storia incompiuta’ – come la ballad Non so se tu scritta da Bruno De Filippi e Giorgio Calabrese ben 20 anni fa (…) – o da ‘vite incompiute’, come nel brano You are The music dedicato ad Amy Whinehouse scomparsa a soli 27 anni, o nel brano Angel’s lullabye dove la vita del piccolo ‘angelo’ finisce ancora prima di cominciare”.

Spicca per intensità, poiché riassume il movente emozionale dell’intero progetto, il testo di Moonlight on my mind, il singolo attualmente in rotazione radiofonica che ha anticipato l’uscita del disco.

Impreziosite dalla composizione e dall’arrangiamento di Massimo Greco e dal feat. del trombettista jazz Fabrizio Bosso, le parole di Simona sono la dichiarazione d’amore di una madre che scopre la pienezza del suo essere negli sguardi, nei contatti, negli stupori quotidiani.

La naturalezza di questo sentimento, privo di artifici eppure così invadente e totale, è perfettamente resa anche dal video che accompagna il singolo, nato da un’idea della Bencini con la regia di Andrea Basile.

Solo negli ultimi fotogrammi appare chiaro che, al centro di tutta la narrazione, c’è la figlia Eva Luna, Moonlight appunto, che viene risvegliata con un bacio. Così l’emozione resta delicata e senza retorica, immediata e potente.

Struggente, invece, l’occasione compositiva di Angel’s Lullabye, ma la sensibilità di Simona Bencini autrice sa ricomporre il dolore in un’immagine consolatoria altamente poetica.

Il tema musicale composto dal sassofonista Partipilo è ispirato a una dolorosa vicenda di cui è stata testimone la moglie del musicista, operatrice in terapia intensiva neonatale a Bari: una madre aveva partorito un figlio con gravissime malformazioni, destinato a morte sicura, e aveva deciso di affrontare il proprio dolore rinunciando a vederlo.

Il testo di Simona restituisce al bambino quell’ultimo abbraccio negato prima di morire: la ninna nanna mancata prima della ‘partenza’ definitiva.

Una storia incompiuta anche questa, a cui il canto avvolgente e solido della Bencini regala un dolce epilogo, rivelando ancora quello spiccato sentire materno che informa di sé tutto l’album.

Un bisogno di consegnare qualcosa, di completare una narrazione è sempre al centro di questi brani. E così arriva Non so se tu: non è scritto da Simona ma è cantato con una maturità tutta femminile, che aggiunge complessità al sentimento che è esplorato.

Già nel 2003 Bruno De Filippi aveva sottoposto il pezzo da lui composto, con il testo di Giorgio Calabrese, a Simona Bencini, che all’epoca aveva mancato l’appuntamento perché impegnata in altri percorsi musicali.

La storia si compie dopo 17 anni e il pezzo ha finalmente la voce tanto desiderata: “Dopo 17 anni finalmente ho deciso di inserire il brano in questo nuovo progetto, chiamando intorno a me un trio incredibile di musicisti: Antonio Faraò, pianista fuoriclasse apprezzatissimo anche da Herbie Hencock, Maxx Furian alla batteria e Marco Ricci al contrabbasso” commenta così Simona Bencini.

Il titolo è già una frase sintatticamente incompleta, l’incipit preferito di tutti i dubbi dell’amore. Quante volte ci riaffacciamo a osservare una storia del passato con un “non so se” e quante altre ci inganniamo di essere andati avanti rispetto a una storia che invece è ancora ferma lì, in attesa della sua “ultima occasione”

Questo racconta il brano, oscillando teneramente tra orgogliose affermazioni di autosufficienza e celate (talora neanche troppo!) ammissioni di nostalgia.

Così un sorriso partecipe scappa nel finale a chiunque abbia sperimentato su sé le dolci contraddizioni dell’amore: “Ma ripensamenti non ne ho più, però di tanto in tanto, più passa il tempo, ho dei dubbi. Non so se tu…”.

SIMONA BENCINI nuovo albumLE altre tracce di UNFINISHED

Non meno interessanti sul piano della sperimentazione musicale e concettuale anche gli altri brani:

While my time is running through e Wondrous Child feat. Julien Oliver Mazzariello, cover di due brani già editi scritti da Mauro Grossi, pianista e compositore jazz livornese, ispirati al pensiero innovativo del compositore Eden Abhez.

A flash of light feat. Julien Oliver Mazzariello, ballad d’amore scritta da Raffaello Pareti e Michela Lombardi.

You are the music (Di Lenardo – Prunas), un rythm&blues dedicato alla compianta artista Amy Whinehouse.

Intro Bruno, un brevissimo estratto live del tema di April in Ny, titolo originale dallo standard composto da De Filippi.

It don’t mean a thing  feat. LMG4tet (Ellington, Mills), unico standard della tradizione completamente riarrangiato presente nell’album.

LE COLLABORAZIONI

​Sarebbe UNfinished anche il nostro articolo se non citassimo le preziose collaborazioni che hanno reso il lavoro di Simona Bencini un prodotto raffinato, maturo e artisticamente polimorfo.

I brani sono, infatti, suonati da alcuni fra i più quotati musicisti jazz in Italia, carissimi amici di Simona: da Antonio Faraò a Fabrizio Bosso, da Julien Oliver Mazzariello a Max De Aloe passando per Dario Rosciglione e Luca Alemanno.

Degna di interesse anche la cover del disco realizzata da Pier Toffoletti, artista friulano: un ritratto di Simona fuori dal tempo, “che esprime la più ampia dualità, con un occhio che scruta nell’ombra e l’altro che guarda la luce”.

UNfinished è stato presentato dal vivo giovedì 7 ottobre al Blue Note di Milano e venerdì 8 ottobre al Bravo Caffè di Bologna.

Nel tour Simona Bencini è accompagnata dagli LMG 4tet, formazione con cui aveva lavorato nel 2011 all’album Spreading Love: MARIO ROSINI, pianoforte; GAETANO PARTIPILO, sax contralto; GIUSEPPE BASSI, contrabbasso; MIMMO CAMPANALE, batteria.

Foto di Marco Piraccini