PAGELLE 3A SERATA – ORIANA
Primo posto
Dargen D’Amico – Dove si balla
Candidato al posto da outsider che già fu della Vecchia che balla e di Musica Leggerissima dell’anno scorso. Quello che il “pubblico di Rai 1” (che poi, diciamolo, è ognuno di noi, se abbandoniamo lo snobismo) non sapeva chi fosse fino alle 23.25 del 1° febbraio e del quale, tra qualche giorno, canticchierà “che brutta fine le mascherine”. Promosso.
Mahmood e Blanco – Brividi
Più Mahmood che Blanco in questa canzone, almeno nello stile dove addirittura è Blanco quello che canta e si capisce perfettamente quello che dice. Interpretazione intensa, da leggere offline il testo.
Rkomi – Insuperabile
Rkomi è una scoperta (per me) degli ultimi 6 mesi e sul palco di Sanremo non mi delude. Fa parte di quelli (pochi) di cui capisco la pronuncia delle parole che non viene travolta dall’energia che porta sul palco dell’Ariston. Magari non sarà Insuperabile, ma ne supererà tanti.
Quarto posto
Aka7even – Perfetta così
E niente, ogni volta che leggo il suo nome ripenso alla catena di supermercati americana 7-Eleven e mi viene da chiamarlo così. Passando alla canzone, direi un pezzo perfetto per entrare nelle playlist dello streaming dove, sicuramente funzionerà.
Fabrizio Moro – Sei tu
Non so se è l’interpretazione/emozione dell’esordio o è qualcosa che mi fa pensare ad un Fabrizio Moro all’80%. Sì, in prospettiva mi piace, ma penso che si possa dare di più.
Matteo Romano – Virale
“Va in tendenza e risale, diventa virale”. Mi sa che questa canzone, molto orecchiabile, ha buone possibilità di diventare “Virale”.
Michele Bravi – Inverno dei fiori
Maniche tempestate di fiori, per abbinarli al titolo della canzone o per dare i 10 punti del Fantasanremo ai suoi follower (“L’artista indossa un capo d’abbigliamento o un accessorio con motivo o fantasia floreale”), oltre ad aver salutato citando il sito. Per quanto riguarda la canzone, indubbio il mood alla Michele Bravi, ma forse meno potente di altri pezzi del passato. In ogni caso una buona esibizione.
Noemi – Ti amo non lo so dire
Ad un primo ascolto la canzone appare potente e ben costruita per conquistare le orecchie del pubblico già da subito. Vedremo quanto durerà. Esibizione senza sbavature.
nono posto
Achille Lauro – Domenica
Pezzo particolare dove lo stile a cui Achille Lauro ci ha abituato è riconoscibile solo a tratti. Molto più pop ed orecchiabile del solito, ma meno distintivo.
Elisa – O forse sei tu
Elisa fa quello che mi aspettavo da Elisa. Canzone ben costruita e ben interpretata. Però ero più interessata a cercare di capire come fa a muoversi con quel vestito.
Emma Marrone – Ogni volta è così
Interpretazione energica e potente, di quelle alle quali Emma ci ha abituati. La canzone non mi ha sorpreso, ma sull’atmosfera creata nulla da dire.
Irama – Ovunque sarai
La canzone si apre, ma non decolla rimanendo nel mood funzione religiosa dall’inizio alla fine.
Iva Zanicchi – Voglio amarti
Quando ha iniziato a cantare, mi aspettavo “Prendi questa mano zingara” e invece no. Il tempo passa e la voce di Iva è oggi normalmente più roca. Un genere classico che la rispecchia, lontano dal mio mondo, ma adatto al suo (come deve essere).
La rappresentante di lista – Ciao ciao
“Con le mani ciao ciao” ha la forza di diventare un tormentone? Forse, o forse stancherà subito. “Con il culo ciao ciao” forse ce lo ricorderemo di più.
Sangiovanni – Farfalle
Ma Sangiovanni è quello di Malibù e Onde Gamma? E’ quello del feat. con Madame? O è quello di Sanremo? Ancora non l’ho capito… per ora 6 politico + mezzo punto per “Fantasanremo e Papalina” fatti dire anche ad Amadeus.
Yuman – Ora e qui
Classe ’95 lui e anche la canzone, soprattutto nel ritornello, mi sembra di quel periodo. Vestito per far guadagnare 10 punti a chi l’ha messo nel suo Fantasaremo (look monocromo), mezzo punto in più.
diciassettesimo posto
Ana Mena – Duecentomila ore
E fa subito sagra di paese, estate e spiaggia e mare. Ma poi manca la voce di Rocco Hunt ed è febbraio, domani la sveglia suona alle 7 e la canzone è finita.
Ditonellapiaga e Donatella Rettore – Chimica
Non ci sono dubbi che il titolo sia “Chimica”, ma c’è qualcos’altro? Musica che prende, ma per le mie orecchie manca qualcosa.
Gianni Morandi – Apri tutte le porte
Grandi applausi da parte del pubblico, ma, per quelo che mi riguarda, sono abbastanza inspiegabili per un’esibizione energica sì, ma su un pezzo che, ad un primo ascolto, mi ha lasciato ben poco. Ritenta sarai più fortunato.
Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia
Faccio fatica a giudicare la canzone cercando di lasciare da parte il mio gusto personale, perché questo è un genere che non ascolterei mai. Indubbiamente lui è bravo, ma non è un tipo di musica che mi arriva.
Le Vibrazioni – Tantissimo
Rock nello stile della band, ma perché mi sembra che “mi fa male tantissimo”, metricamente nel testo della canzone, ci stia male? Sarcina in modalità “stasera urlo un po’”. Conto su un’esibizione migliore nei giorni a seguire.
Massimo Ranieri – Lettera al di là del mare
Non ho dubbi circa la potenza vocale di Massimo Ranieri che, come di consueto, viene messa bene in mostra dalle canzoni che propone. Forse a tratti un po’ incerta e, di sicuro, il brano ci ha messo un po’ a decollare. Vecchio stile.
ventitreesimo posto
Highsnob e Hu – Abbi cura di te
Devo dire che non mi hanno infastidito, ma hanno faticato a distrarmi dal feed del mio IG che, nonostante l’avessi aggiornato pochi minuti fa, mi stava sembrando più interessante della loro canzone.
Tananai – Sesso occasionale
Siamo tornati alla sagra di paese quando, sul palco, arriva a cantare quello che ha appena finito di mangiare lo stinco con la polenta ben accompagnato e tutto il pubblico sotto il palco canta “na na na” senza andare a tempo con quello sul palco. Ecco, questo è il mood che sto vivendo mentre canta Tananai.
venticinquesimo posto
Giusy Ferreri – Miele
Mi ero ripromessa di non dare voti bassi, ma non l’avevo detto ad alta voce, quindi sono ancora in tempo a cambiare idea. Un po’ sagra di paese, un po’ lei che canta con il corpo immobile che non c’entra niente con la musica con tanto di pettinatura cotonata anni ’60. Fuori tempo e, se arriva da qualche parte, non è da me.











