29 Dicembre 2020
Condividi su:
29 Dicembre 2020

ANGELI E DEMØNI chapter 3: dal singolo di oli? sei racconti veri di ragazzi che hanno pensato al suicidio

Continua il viaggio nei racconti di vita vera dei fan di oli? questa volta a raccontarsi è un ragazzo

Condividi su:

Continua il nostro percorso nelle storie di vita di diversi ragazzi e ragazze che hanno affrontato mostri che prendono il nome di depressione, attacchi di panico e pensieri suicidi. Il tutto grazie come spunto dall’ultimo singolo del cantautore oli?, angeli e demøni, un brano che affronta in modo diretto proprio questi argomenti.

Dopo le prime due storie raccontate da due ragazze (potete leggerle qui e qui), oggi a parlare è un ragazzo. Ma come sempre lasciamo la parola prima alle riflessioni di oli?

29.12.2020

Dimmi che senso ha scriverti se non rispondi,
dirti ciò che ho dentro se poi te ne fotti,
se quando grido aiuto tu non te ne accorgi

La seconda strofa di angeli e demøni è una strofa di accusa.
È il coraggio di puntare il dito.
La depressione e le sue sfumature, spesso agiscono nel vuoto che una persona percepisce dentro e intorno a sé.
Nel silenzio che ingoia il coraggio di urlare, la forza di spiegarsi e chiedere aiuto.

Come detto negli articoli precedenti, per chi soffre di queste problematiche è davvero difficile parlarne e soprattutto trovare qualcuno che sia disposto ad ascoltare.
Certo, non è per nulla facile nemmeno essere l’ascoltatore, soprattutto se dall’altra parte si trova il silenzio.
Quant’è difficile interpretare un silenzio?
Seneca scriveva “‘I dolori leggeri concedono di parlare, i grandi dolori rendono muti.“.
È in quello spazio di nulla che spesso si celano le cose essenziali.
Voglio arrivare a dire che è importante pesare ogni gesto, ogni parola, quando si ha a che fare con determinate situazioni.

A voi, dall’altra parte, ve ne prego, non fate promesse che non potrete mantenere, non giocate a fare gli eroi per una questione di ego, per poi sparire.
Pensate, piuttosto, a quali ripercussioni potrebbe scatenare la delusione dell’abbandono.
Pensateci in largo anticipo, per favore.
Se invece pensate di poterlo fare, tenete bene a mente che non sarete voi a cambiare la vita di quell’individuo.
Voi potrete aiutarlo a far sì che esso stesso sia la persona che innesca il cambiamento.
Tutti i cambiamenti esterni spesso spesso si trasformano in violenza, talvolta in dipendenza.

ANGELI E DEMØNI LA STORIA DI A.

‘Le radici della depressione di cui ho sofferto risalgono sicuramente ai primi anni della mia infanzia.
I miei genitori non sono mai stati in grado di creare con me un rapporto sano, il che ha ovviamente avuto ripercussioni sulla mia salute mentale, soprattutto durante l’adolescenza.

Intorno ai 15 anni, pochi mesi dopo il divorzio dei miei, il tutto ha iniziato a prendere una piega strana, e ho iniziato a sentirmi stanco, demotivato, apatico, e a soffrire di fame nervosa; le persone a me vicine sembravano essere solo intenzionate a rimproverarmi per questo, sottolineando il calo dei miei risultati a scuola e il mio aumento di peso, invece di cercare di comprendere.
Le mie difficoltà mi hanno portato a sviluppare un enorme senso di solitudine, che ho erroneamente tentato di colmare intraprendendo una relazione tossica.

Consapevole del fatto che qualcosa non andava, ho deciso di rivolgermi alla psicologa della mia scuola, la quale mi ha immediatamente reindirizzato da una psichiatra che mi ha prescritto una terapia farmacologica.

Non l’ho presa affatto bene: il fatto di avere bisogno dei farmaci mi faceva sentire debole, sconfitto, come se non avessi più controllo su me stesso…
Ma ho seguito la terapia fidandomi della mia dottoressa, sono stato meglio e ho accettato più o meno serenamente la mia condizione, uscendone piuttosto bene un paio di anni dopo e trovando il coraggio di chiudere definitivamente la mia relazione.’’

A. ragazzo di 19 anni.