8 Novembre 2021
Condividi su:
8 Novembre 2021

Noemi: dopo il successo estivo di “Makumba” arriva una nuova ballad… “Guardare giù”

Il brano entra nella tracklist digitale dell'ultimo album dell'artista, "Metamorfosi"

Noemi Guardare giù
Condividi su:

Noemi Guardare giù è il titolo del nuovo singolo in uscita venerdì 12 novembre per Columbia Records / Sony Music Italy e già disponibile in presave qui.

Dopo il successo del brano sanremese, Glicine (certificato con il disco di platino), e quello travolgente del singolo estivo Makumba con Carl Brave, brano certificato con ben tre dischi di platino, Noemi torna con un brano più introspettivo.

Noemi guardare giù significato

Il brano è firmato da Alessandro La Cava, giovanissimo autore già multiplatino che ne ha anche curato la produzione insieme a Francesco “Katoo” Catitti.

Guardare giù e racconta di una donna alle prese con le incertezze della relazione che sta vivendo. Ma è una donna consapevole che guarda in faccia i problemi, abbastanza lucida e sicura di sé per sapere cosa sta rischiando e guardare giù, “con le gambe a penzoloni” seduta sul filo su cui è sospesa.

Con questo singolo prosegue la nuova ricerca artistica di Noemi iniziata con l’album Metamorfosi.

In questo brano la voce della cantante è protagonista assoluta e procede sicura tra saliscendi di grande intensità che donano ancora più forza all’interpretazione. Gli archi della Gaga Symphony Orchestra, ensamble veneto di giovani professionisti tutti under 35, arricchiscono e valorizzano le atmosfere di tutto il brano.

Queste le parole con cui Noemi ha annunciato il brano sui social:

Esce venerdì 12 Guardare giù
Una canzone a cui sono molto legata e che non vedo l’ora possiate ascoltare.
Una canzone che parla di consapevolezza e coraggio.
Una canzone che trovo universale e che spero possa esservi d’ispirazione per guardare giù quando siete in bilico così da affrontare le vostre paure

Noemi Guardare giù testo e audio

Forse non ho mai capito se la tua è paura
solo di rischiare
se mangiare lacrime col pane ti fa stare male
non lo vuoi più
non lo vuoi più

Camminare per le strade coi lampioni accesi
sopra il cuore respirare polvere e catrame
e farsi male e non parlare più
Forse un po’ sui tuoi boh ci penserò
non finirò l’ossigeno
perché non sai che

Sono anche capace di restare con le gambe a penzoloni
e di guardare giù
anche se poi soffro di vertigini per te
e guarda non m’importa
importa, importa, importa
di stare su una corda ferma
e di guardare giù

Sarei anche capace di mandare indietro il tempo
e riprovare ad riaggiustare tutti quanti gli ingranaggi arruginiti
che son rotti da un po’, rotti da un po’
camminerò duemila metri sopra il mare
in bilico su questa corda irregolare
ed ho paura di cadere e farmi male
ma non sai che

Sono anche capace di restare con le gambe a penzoloni
e di guardare giù
anche se poi soffro di vertigini per te
e guarda non m’importa
importa, importa, importa
di stare su una corda ferma
e di guardare giù

Ottimo, passano, cambiano le stagioni nell’antartico se poi
ci sfioriamo per un attimo
e mi troverò a duemila metri sopra questo mare
in bilico su questa corda irregolare
ed ho paura di cadere e farmi male
ma non sai che

Sono anche capace di restare con le gambe a penzoloni
e di guardare giù
anche se poi soffro di vertigini per te
e guarda non m’importa
importa, importa, importa
di stare su una corda ferma
e di guardare giù