24 Novembre 2019
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24 Novembre 2019

Mosè Santamaria pubblica il nuovo disco “Salveremo questo mondo”

Il cantautore genovese realizza il suo secondo lavoro discografico, che è stato anticipato dal singolo che dà il nome all'album

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Dal 22 novembre 2019 è disponibile negli store digitali e su tutte le piattaforme streaming Salveremo questo mondo, il nuovo album del cantautore genovese Mosè Santamaria. L’uscita del disco è stata anticipata dalla pubblicazione del singolo omonimo lo scorso 25 ottobre (qui potete vedere il video).

A proposito del suo nuovo lavoro discografico, il cantante ha dichiarato:

Nonostante si tocchino in modo crudo e diretto alcuni temi ostici che potrebbero far scaturire discussioni, ‘Salveremo questo mondo”’ ha sicuramente un messaggio (pro)positivo, trasmesso con un bagaglio emotivo sincero e diretto e con una buona dose di ironia“.

Salveremo questo mondo è un disco dalle sonorità pop, nel quale Mosè Santamaria ha raccontato – tramite vivide istantanee costituite dalle 9 tracce – la quotidianità di ognuno di noi.

Il cantante parla dei miti dell’infanzia, delle crisi adolescenziali, della solitudine e dei social network.

Accanto a questi temi, tratta anche di complottismo, della sfiducia verso la politica, delle banche e delle multinazionali.

Non mancano anche riferimenti mistico-religiosi e argomenti quali la droga e il sesso.

Qui di seguito trovate la tracklist di Salveremo questo mondo:

1. Salveremo questo mondo
2. Era solo un blablacar
3. Kerouac
4. Brucia ragazzo
5. Piccola madre
6. L’ultimo grido di dolore del Kali Yuga
7. Fiore di loto
8. Circuiteria
9. Pregare al sole

Salveremo questo mondo è prodotto da Francesco Ceriani, che compare anche come musicista in tutti i brani (basso, chitarra acustica, chitarra elettrica, pianoforte, sintetizzatori, cori).

Il disco vede poi la collaborazione di Giovanni Franceschini alla batteria, Davide Cinquetti alla chitarra elettrica, Dario Coltri e Diana Gasparini ai cori.

La parte tecnica e il mix sono stati seguiti e curati da Enrico Bellaro, presso gli studi Sotto il Mare Studio e Le Pareti Sconnesse.

Il master è stato affidato ad Andrea Suriani.

Salveremo questo mondo, traccia dopo traccia

Mosè Santamaria descrive così le canzoni che compongono il disco:

1. SALVEREMO QUESTO MONDO: “E’ una canzone diretta che non la manda a dire a nessuno. E’ uno slogan da cantare tutti insieme senza retoriche e senza essere didascalici. E’ un inno scritto per salvarci da una vita fatta di rimpianti e per vivere nel mondo ostico della quotidianità“.

2. ERA SOLO UN BLABLACAR: “Racconta il viaggio in Bla Bla Car di una ragazza di buona famiglia che perde la verginità con un punkabbestia, tornando da un Festival Indie. La canzone unisce una serie di luoghi comuni per raccontare la nostalgia per quel modo di conoscersi pre-chat che ha lasciato il posto al lato oscuro dei social”.

3. KEROUAC: I protagonisti della canzone “sopravvivono ad una relazione morbosa, violenta, passionale, di reciproca dipendenza emotiva. Sulla scia della Beat Generation, i due fuggono dalle convenzioni sociali in cui le loro vite sono incastrate. È un viaggio lungo la Milano-Venezia, fatto di tappe in autogrill e di litigi nelle piazzole di sosta, che vede come destinazione un motel. I due si accorgono che questa fuga non ha migliorato la loro situazione, ma li ha fatti sentire soltanto animali spaesati in cattività“.

4. BRUCIA RAGAZZO: “Il titolo trae ispirazione dallo slogan “Burn baby, burn”, che nel 1965 animò per sei giorni la rivolta del ghetto di Watts a Los Angeles. E’ una canzone dalle sonorità allegre, che con finto disimpegno sociale e politico mette in risalto contraddizioni e menefreghismi che condiscono le nostre vite. La questione è sentire se ci sia ancora una fiamma ardente dentro di noi che vuole essere alimentata, o un fuoco che presto si spegnerà e diventerà cenere“.

5. PICCOLA MADRE: “È un brano scritto a cuore aperto, con amore e gratitudine. Una benedizione nei confronti di chi ci ha messo al mondo e racconta le incomprensioni presenti in un rapporto madre-figlio, caratterizzato dal rendersi conto reciprocamente che oltre questi ruoli si è persone che condividono un percorso evolutivo molto profondo“.

6. L’ULTIMO GRIDO DI DOLORE DEL KALI YUGA: “Per la religione induista il Kali Yuga è l’ultimo dei quattro yuga: si tratta di un’era oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale. Questo pezzo è stato ispirato da una chiacchierata con un giovane amico che, interrogandosi su una futura ipotetica apocalisse, si chiede se sia meglio rimanere coscienti ad assistere alla fine, o sballarsi non accorgendosi della sofferenza attorno, ammirando una pioggia di meteoriti come un grande ed esclusivo spettacolo pirotecnico“.

7. FIORE DI LOTO: “Lui di buona famiglia benestante, universitario, cineforum e birre con gli amici. Lei vegana, attivista, anti-complottista, rivoluzionaria. Una relazione faticosa per lui, che è sempre messo a dura prova dalle scelte di lei, che al tempo stesso lo fa smuovere dalla sua staticità e lo invita a guardarsi dentro per scrollarsi di dosso tutte le etichette che famiglia-scuola-chiesa gli hanno appiccicato addosso“.

8. CIRCUITERIA:Come per altri brani del disco, Circuiteria si rivolge alle generazioni future come una madre si rivolge ad un figlio. Il peso di un albero genealogico, la maestra, la scuola, il catechismo, il lavoro, ci trasformano nel circuito di un sistema basato su tre pilastri: Sesso, Soldi e Potere. Come potersi svegliare da questo sonno? Attraverso l’abbattimento dei muri che mettiamo tra noi e gli altri, imparando a perdonare per coltivare noi stessi”.

9. PREGARE AL SOLE: “È un brano scritto all’alba, dopo aver fatto l’amore tutta la notte. E’ una canzone d’amore, cruda, intensa, senza prese in giro”.

Ecco chi è Mose Santamaria

Mosè Santamaria è un cantautore, poeta e musicista nato a Genova. Durante gli anni dell’università partecipa a concorsi e premi locali, oltre a esibirsi in rassegne cantautorali e ad aprire i concerti di artisti come Max Manfredi, Claudio Rocchi, Eugenio Bennato e Giorgio Conte.

Nel dicembre 2015 pubblica con Dischi Soviet il suo primo disco, #RisorseUmane, prodotto da Martino Cuman e con la partecipazione di Marcello Batelli (Teatro degli Orrori) alle chitarre. All’uscita dell’album, che è arrivato tra i semifinalisti del Premio Tenco 2016 nella categoria migliore opera prima, ha fatto seguito un tour di oltre 40 date.

Nel 2017, Mosè Santamaria ritorna ad esibirsi live rivisitando il suo primo disco in chiave acustica. Quell’anno arriva tra i semifinalisti del Premio Bertoli con il brano Mata Hari.

Nella primavera 2019, il cantante è nuovamente semifinalista del Premio Bertoli con un brano inedito.

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