10. gaia banfi – la maccaia
Facciamo un piccolo strappo alla regola e, in mezzo a tanti album, mettiamo anche un EP perché lo merita davvero. Gaia Banfi è talento puro, idee, classe con una storia di elevata qualità tecnica alle spalle e il suo EP La Maccaia lo mostra appieno.
Si racconta la sponda ligure, genovese in questo concept album che serve più che altro a mettere in contrapposizione i ricordi di qualcosa che pian piano svanisce con un presente che cerca di annullare tutto ciò che è memoria, che è storia.
Gaia Banfi cerca di ricordare, di far sì che la memoria diventi collettiva e non personale e che ciò che lei ha visto e vissuto possa diventare dominio di tutti, così da non morire in mezzo al nulla di un presente che guarda solo all’oggi e non a ciò che è stato, né tantomeno ciò che sarà.
Se avete amato, per esempio, Daniela Pes con Spira due anni fa, in Gaia Banfi ne troverete le stesse ispirazioni alternative due anni dopo.
9. salmo – ranch
Cosa dire dell’ennesima prova di forza di Maurizio Pisciottu rispetto a quanto sia stato già detto e raccontato in questi mesi? Forse, arrivati alla fine dell’anno, possiamo solo aggiungere che sono stati in pochi a creare qualcosa di superiore nel 2025 musicalmente nel suo genere e non solo.
Questo album è nato dall’esigenza di ritrovare se stesso, in Sardegna, e raccontare la sua vita e quella della sua famiglia facendo un nuovo passo verso il cantautorato più puro ma senza mai abbandonare il rap hardcore che lo ha sempre caratterizzato.
Salmo si evolve e, con lui, la sua musica come dimostrato anche durante i suoi concerti dove è riuscito a unire tutti gli stili possibili, dall’r&b all’hip-hop fino alla techno e alla musica dance.
Questo album ma, più in generale, tutto questo ultimo percorso di vita dell’artista ha donato agli ascoltatori la possibilità di ritrovare un uomo maturo e consapevole che ha saputo dominare i suoi demoni e raccontarli come meglio non poteva.
Ranch è la sua verità che è diventata anche la nostra.
8. annalisa – ma io sono fuoco
Nel mondo del pop ci sono delle certezze che diventa inevitabile inserire in una classifica di top album annuali. Da qualche anno, una certezza assoluta è Annalisa e il suo Ma Io Sono Fuoco entra a pieno titolo in lista ma, soprattutto, in Top 10.
Una donna che parla alle donne ma non solo, perché è chiarissimo il riferimento agli uomini che devono capire e cercare di immedesimarsi per diventare persone migliori.
Un album femminista ma di più ampio respiro, non tossico, con la consapevolezza che può e deve parlare a tutti con un linguaggio semplice e capace di entrare nelle case di tutte le famiglie possibili.
Annalisa racconta se stessa, la sua vita e lo fa con citazioni ad altri grandi artisti internazionali di alto rango perché lei, in soldoni, è una di quelle poche artiste che può davvero puntare a diventare (se lo desidera) internazionale e andare ben oltre i confini del nostro Paese.
Uno dei migliori album dell’anno per qualità sonora e per capacità interpretative senza dubbio.
7. VENERUS – SPERIAMO
Era davvero difficile fare un album che potesse eguagliare il livello altissimo di Magica Musica, in primis, ma Venerus non solo ci è riuscito ma, possibilmente, lo ha anche leggermente superato.
Certo, sono due mondi diversi ma alle spalle c’è sempre lo stesso, meraviglioso artista un po’ fuori dagli schemi e con una voce, una penna, uno stile molto riconoscibili fin dalla prima nota.
Se parte un brano di Venerus lo senti subito, lo capisci al volo senza star lì a riflettere più di tanto e Speriamo ne è l’ennesima conferma che, a dire il vero, faceva un po’ paura dalle premesse.
I primi singoli estratti, infatti, non avevano lasciato percepire un progetto d’insieme così vasto e meravigliosamente ben fatto. Bisognava solo aspettare e sperare ma senza dubitare, cosa che chi vi scrive aveva fatto a dire il vero ma è anche normale se si è abituati alla figura quasi da menestrello di Magica Musica.
I primi singoli erano qualcosa di totalmente distante da quel mondo e qualcosa non tornava. Una volta ascoltato tutto l’album si è capito l’intento di Venerus, quello di essere libero da stili, condizionamenti, presupposti, idee. Libero di vivere la musica che diventa magica ma per mille altri motivi.
Dall’urban al pop, dal cantautorato all’accenno di vaporwave, passando dalla dance fino al rave in chiusura di lavoro. C’è di tutto ma ben calibrato, montagne russe gestite al meglio.
6. JOAN THIELE – JOANITA
La nuova profeta del pop rock cantautorale in salsa italo-mondiale, potremmo definire così la vena musicale di Joan Thiele che, con Joanita, ha mostrato a tutti di cosa sia capace.
Un album che ha l’Italia ma anche il Sudamerica e molti altri riferimenti da ogni parte del mondo che lei ha conosciuto e conosce bene sia per esperienza personale che per retaggio familiare, cosa che è una gran fortuna per lei ma anche per chi l’ascolta perché non è mai banale.
Joanita è la sintesi più pura e bella della sua vita che, soprattutto alla fine, trova compimento con le parole vere, reali di una persona della sua famiglia che non spoileriamo per non rovinare la magia ma che fa anche scendere una lacrimuccia.
I riferimenti al mondo del cinema e delle colonne sonore, altro elemento importantissimo, arricchiscono questo lavoro che è arrivato un po’ in sordina e che, poco per volta, ha conquistato davvero tutti.
Joan Thiele è stata una protagonista, in crescendo, del 2025 e la speranza è che questo sia stato solo il primo passo verso la meritata grandezza.











