“Traumfabrik Again”, track by track
1) L’amore ci farà a pezzi
È un brano viscerale, nato da immagini e sentimenti privati che si sono intrecciati con altre suggestioni. Tradotto in inglese diventa Love Will Tear Us Apart, titolo del celebre pezzo dei Joy Division: proprio la sua resa in italiano ha aperto un varco creativo che ha portato alla scrittura, dove Miglio ha riversato frammenti delle sue storie. La produzione è minimale ma al contempo frenetica e distorta.
2) Fedeli alla linea
È un brano che stratifica immagini eterogenee e contraddittorie, dove la singolarità si apre a una coralità più ampia. Dentro convivono resistenza e reazione, come se ogni verso fosse un gesto di opposizione e al tempo stesso un invito a non cedere all’inerzia. L’ossessione privata diventa materia collettiva, attraversata da echi di influenze e controculture che ne amplificano la tensione. Ne nasce un linguaggio urgente, che trasforma fragilità e desiderio in un atto di sopravvivenza e possibilità.
3) Love mai love
Love mai love è un rito sonoro che si rinnova a ogni ascolto trasformando la fragilità in ricerca emotiva e bisogno di senso. Il suono cresce all’interno della composizione attraverso articolazioni elettroniche e stesure organiche evocando spazi notturni e paesaggi post-industriali, ma si nutre anche di intimità e contraddizioni. Il contributo di Rodrigo D’Erasmo, che ha registrato gli archi, aggiunge ulteriore profondità al brano.
4) Cattolico
Cattolico è un brano articolato da figurazioni quotidiane idealizzate e da disillusione, aspettative e ordinarietà non scelta ma imposta socialmente. Vi è una descrizione aspra della nostra contemporaneità, c’è intima denuncia e ricerca in uno spazio riservato alla nostalgia privata di un sentimento.
5) Freak
Freak rappresenta l’inno storto del disco e racchiude i punti centrali della narrazione di questo lavoro, c’è resistenza e manifestazione, c’è collettività e protesta, c’è marginalizzazione e rifiuto di oppressione e passività. La matrice sonora si compone di strati di sintesi elettronica che riporta quasi a uno scenario epocale, spaziale.

6) Karl-Marx-Allee
E’ un brano che è stato scritto dopo un viaggio a Berlino. I viali sono quelli di una città notturna fatta di libertinaggio esistenziale. Tra club e vivide visioni personali, c’è luce dopo il buio, c’è forza e liberazione.
7) Musica elettronica
Nata sotto cieli bassi che non promettono nulla, in una fabbrica dei sogni post-industriali. Musica elettronica racconta l’attrito tra l’abitudine e il desiderio di fuga. Come uscire da un club e ritrovarsi in piazza a manifestare. Una traccia può essere una posizione, un brano può contenere dissenso, desiderio, direzione. Si può disturbare la superficie con ciò che resta sotto e forse non è importante fare rumore, ma creare significato.
8) Vertigine
È la traccia finale del disco ed è la più scarna, è stata registrata in studio senza effetti ne produzione, solo piano e voce cruda, filtrata solo da un microfono in presa diretta. E’ una ballata dark in divenire, senza artifici.
9) Musica elettronica – Plastica REMIX / 10) Musica elettronica – Whitemary REMIX
Due remix firmati da Plastica e Whitemary, figure di spicco della scena elettronica italiana, ampliano lo spettro sonoro del brano. La loro interpretazione non è un semplice esercizio di stile, ma un atto di condivisione e rigenerazione: il pezzo si apre a nuove sensibilità e visioni artistiche, trasformandosi in altro. Ogni versione diventa un territorio differente, capace di preservare l’anima originaria e al tempo stesso di sovvertirla, restituendo al brano una nuova vita, plurale e in continua metamorfosi.











