20 Dicembre 2021
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20 Dicembre 2021

Michele Bravi Live al Teatro Arcimboldi di Milano: un viaggio in musica attraverso il dolore, che ha senso solo se condiviso

Uno show diviso in due parti, la prima scandita da un racconto, la seconda col sorriso di chi ha imparato ad andare avanti

Michele Bravi Live
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Michele Bravi Live al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Il bello dei concerti è che possono avere diverse anime. Possono far divertire, cantare, ballare, riflettere. Quando un concerto ha un’anima che riflette esattamente il contenuto delle canzoni, allora diventa poesia.

O forse sono io che ho questa sensazione. Forse ho assistito a troppi live che sembravano dei Best of celebrativi che mi ero disabituato alla magia del racconto. Ed è da questo che Michele Bravi nel tour, più volte rimandato, studiato e rimasto fermo per un anno intero, legato a Le Geografia del buio, parte. Da un racconto.

La voce che lo introduce è chiara sin da subito: la prima parte del concerto sarà un viaggio nel buio. E da lì parte il racconto scritto appositamente per lo spettacolo da un grande scrittore italiano, Andrea Bajani.

Un racconto che Michele, che dalla sua parte ha avuto sempre la dote dell’interpretazione, recita come un monologo tra un brano e l’altro.

È la voce di un bambino a iniziare a parlarci di questa storia, quella che i grandi chiamano la storia del suo dolore ma che per lui appare come una favola, la sua favola… parte la musica, come nel disco, con La promessa di un’alba.

La storia andrà avanti per tutta la prima parte del concerto raccontandoci la storia di un cucciolo di essere umano che aveva con sé un cucciolo di dolore, i due si assomigliavano. La gente spesso non faceva caso a loro finché una bambina li notò, notò il dolore del bambino che le apparve morbido al punti da volerlo abbracciare.

Fino a che un giorno il dolore di quel bambino, quella piccola anima che scriveva lettere piene di virgole, che a volte si perdeva nel buio rannicchiandosi a conchiglia, salto addosso alla bambina spingendola a terra. Lei chiese perché e poi scappo via. Perché a volte è il dolore a prendere sopravvento sulla nostra anima. A volte il dolore tiene lontani da noi gli altri.

Fino a che non si cresce, si diventa uomini, si impara a gestirlo, magari non a superarlo, non tutti i dolori sono fatti per essere superati, ma a convincerci… a prendere le misura e tracciarne una cartina… una geografia, mente si apre un quaderno e lo si lascia correre lì, su una pagina bianca.

Questa è la storia che racconta la prima parte del concerto di Michele Bravi.

Michele Bravi Live

MICHELE BRAVI LIVE – LA GEOGRAFIA DEL BUIO

Il cantautore lo spiegherà più avanti durante la serata, solo alla fine del racconto…

È oltre tre anni che non torno a suonare Milano. Questo spettacolo nasce da La geografia del buio, un percorso musicale e umano molto intenso che aveva l’intento di mettere in musica la voce che mi ha suggerito che si può passare attraverso al buio portandoselo dietro, imparando a convincerci e tracciato.

C’è una frase importantissima nelle parole di Michele, il centro di tutto questo concerto, l’anima del live…

Questo tour è stato un incontro di tante anime importanti… mi sono chiesto cosa volevo che rimanesse al pubblico, me lo chiedo sempre quando sto allestendo uno spettacolo… volevo che fosse un’esperienza del dolore… senza dare una luce, al massimo solo una bussola per orientarsi…

Ed è qui che si nasconde la magnificenza di questo spettacolo figlio di un disco altrettanto bello, La geografia del buio, figlio a suo volta di un grande dolore che ha attraversato la vita del cantautore.

Non è facile raccontare in musica il dolore, la depressione, la derealizzazione e sdoganare con poesia, raffinatezza e tatto tutto ciò che può far ammalare la mente. Michele Bravi è riuscito a farlo, ha avuto il coraggio di farlo, prima con il suo disco, ora con questo spettacolo.

Perché raccontare il dolore e le ferite dell’anima, raccontare che non sempre si vince ma a volta si esce soltanto indenni, è il racconto della vita ed è qualcosa di necessario, qualcosa che tante “anime scarabocchiate” hanno il bisogno di sentirsi dire.

Perché siamo spesso soli nel dolore, perché solo amici straordinari possono trovare la forza di starci accanto. Perché purtroppo la maggior parte delle persone rifugge al dolore, alla tristezza, alla depressione e a chi prova questi stati d’animo. Quasi fossero contagiosi.

Per questo è importante che qualcuno ci insegni a gridare piuttosto che a trattenere il fiato, a cadere senza paura che ci guardino come perdenti ma col pensiero che, qualcuno disposto a tenderci la mano, passerà al momento giusto.

Questa è la prima parte del concerto di Michele Bravi che passa attraverso La promessa dell’alba, Mantieni il bacio, Maneggiami con cura, Un secondo prima con Federica Abbate, La Vita breve dei coriandoli, Storia del mio corpo (bellissimo brano a cui il nostro prof. di latino ha dedicato un approfondimento qui), Tutte le poesie sono d’amore, Senza fiato, Quando un desiderio cade e A sette passi di di distanza.

Michele Bravi Live

La seconda parte

La seconda parte del live si discosta dalla prima. Si chiude il racconto, si cambia registro. Michele che fino a quel momento non aveva parlato volutamente col pubblico, racconta il senso di quella prima parte e torna leggero, ironico e a tratti anche pungente. Perché in fondo, per quanto camminiamo nel buio, l’istinto naturale dell’essere umano poi è sopravvivere, sorridere, aprirsi o almeno provarci.

È il compleanno di Bravi e lui si fa gli auguri e ringrazia il pubblico di questo regalo, il Teatro degli Arcimboldi pieno. Il pubblico risponde intonando tanti auguri.

Lui spende parole importanti sia sul ritorno della musica dal vivo, sopratutto per le manovalanze, sia sul DDL ZAN, una delle più grandi sconfitte della storia recente del nostro paese.

Racconta una storia importante, quella della volta in cui andò con il suo ragazzo, colui che è al centro del suo ultimo album, in Umbria dalla sua famiglia e suo nonno, ultra ottantenne con cui non si era mai confidato, gli disse guardandoli: “Quanto siete belli, si vede che vi amate…” ecco, come spiega Michele, se un uomo di oltre ottant’anni, cresciuto in un altra epoca, ignorante nel senso letterale della parola, può riconoscere l’amore e la bellezza in due uomini, allora c’è speranza, c’è futuro. Ed è proprio a loro, ai suoi nonni che non ci sono più, che il cantautore dedica questo concerto.

La musica riprende con altri ritmi grazie ai suoi musicisti, Helio Di Nardo, Daniele Giuili, Giovanni De Sanctis e Andrea Manzoni, e con Tanto per cominciare, Diamanti, La vita e la felicità, Cronaca di un tempo incerto, Falene, Il Diario degli errori e Ricordami.

Ho visto il pubblico andare via felice, col cuore colmo di emozioni che si potevano leggere negli occhi. Emozioni che può darti solo uno di quei concerti in cui non senti per forza l’esigenza di urlare ad alta voce le canzoni, anzi quasi ti sembra di disturbare nel farlo, vuoi solo ascoltare e viverle.

Io sono tornato a casa con la speranza nel cuore e con la consapevolezza che ho sempre avuto ragione nel dire che il dolore ha un senso solo se condiviso, se può servire anche agli altri. E questo diventa realtà grazie alla sensibilità di chi, come Michele, ha il dono della musica e del racconto.

Michele Bravi Live

MICHELE bravi live la geografia del buio scaletta

  1. La promessa dell’alba
  2. Mantieni il bacio
  3. Maneggiami con cura
  4. Un secondo prima
  5. La vita breve dei coriandoli
  6. Storia del mio corpo
  7. Tutte le poesie sono d’amore
  8. Senza fiato
  9. Quando un desiderio cade
  10. A sette passi di distanza
  11. Tanto per cominciare
  12. Diamanti
  13. La vita e la felicità
  14. Cronaca di un tempo incerto
  15. Falene
  16. Il diario degli errori
  17. Ricordami

CREDITS

Testo teatrale di Andrea Bajani
Piano Andrea Manzoni
Basso Giovanni De Sanctis
Chitarre Daniele Giuili
Direttore musicali Helio Di Nardo

Regia Roberto Chierici

Art Director Mary Parpinel