2 Gennaio 2021
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2 Gennaio 2021

Irama porta “Rolex” e il delicato argomento della prostituzione su Rai1 con Massimo Ranieri (testo e audio)

L'esibizione è stata preceduta da un'intenso dialogo padre/figlio scritto dal cantautore stesso

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Irama il 30 dicembre è stato tra gli ospiti di Massimo Ranieri nel programma della prima serata di Rai1, Qui e adesso.

I due artisti hanno cantato insieme una della canzone più celebri di Fabrizio De André, cantautore, con Francesco Guccini, tra i più amati da Irama. Il brano in questione, interpretato dai due artisti è La canzone di Marinella.

A seguire i due hanno interpretato La ragazza con il cuore di latta, brano presentato al Festival di Sanremo qualche anno fa da Irama.

Ma non solo… i due hanno anche colto l’occasione per recitare un dialogo tra un padre e un figlio, scritto dallo stesso Irama insieme a Fabio Banfa. Un figlio che deve rivelare al genitore di essersi innamorato di una prostituta. Il dialogo ha introdotto una delle canzoni di Irama a cui il giovane cantautore è più legato, ovvero Rolex, un brano inserito nel suo primo omonimo disco uscito nel 2016 in concomitanza con il suo debutto al Festival di Sanremo, kermesse in cui Irama tornerà in gara proprio quest’anno, per la seconda volta tra i big.

Rolex è una canzone di cui Irama ha parlato poco in passato lasciando che fossero le parole del testo a farlo per lui. Con Massimo Ranieri invece ha colto l’occasione per affrontarla sotto una nuova luce, quella del dialogo tra padre e figlio portando così nella prima serata di Rai1 argomenti come il confronto generazionale, gli scontri tra genitori, i tabù su certi argomenti come l’omosessualità e, soprattutto, la prostituzione vista con gli occhi di chi non giudica.

Qui a seguito il testo del dialogo tra i due artisti e, a seguire, audio e testo di Rolex.

Irama e Massimo Ranieri – Il dialogo padre – figlio

Qui a seguire la trascrizione del dialogo mentre qui potete vedere il video su Rai Play.

Massimo: “Bella ma è tua?
Irama: “Sì, sì”
Massimo: ” nuova?”
Irama: “Sì, sì”
Massimo: “Ma di cosa parla?”
Irama: “Di una cosa di cui ti devo parlare”
Massimo: “ah bene, non parliamo mai…”
Irama: “Non è sempre facile…”
Massimo: “Cosa?”
Irama: “Parlare”
Massimo: “lo stiamo facendo…”
Irama: “Parlare davvero intendo”
Massimo: “C’è qualcosa che non va?”
Irama: “Beh mi sono innamorato”
Massimo: “Ah, beh ma questa è una notizia meravigliosa”
Irama: “Dipende”
Massimo: “Ma in che senso scusa, non sei felice?”
Irama: “Sì, io sì”
Massimo: “E allora?”
Irama: “Beh è che non dipende soltanto da me…”
Massimo: “Ah, ho capito lei… lei non vuole”
Irama: “Lei vuole, eccome”
Massimo: “Ma sai che non ti capisco”
Irama: “Sai che novità…”
Massimo: “Senti, se mi devi parlare io ci sono, ma se mi devi rinfacciare come al solito…”
Irama: “Hai ragione tu, scusami… la verità è che ho paura”
Massimo: “Ma di che cosa?”
Irama: “Ho paura di quello che penseranno gli altri”
Massimo: “Ah, non bisogna dare peso agli altri, tu vai dritto per la tua strada, te l’ho sempre detto”
Irama: “La verità è che ho paura di quello che penserai tu, di quello che penserà la mamma…”
Massimo: “È un uomo?”
Irama: “Se fosse”
Massimo: “Se fosse non ci sarebbe nulla di male”
Irama: “Infatti”
Massimo: “Ma è un un uomo?”
Irama: “No”
Massimo: “Ah bene,”
Irama: “In che senso bene?”
Massimo: “Nel senso che ho capito. Lo sai che sono un uomo di vedute aperte”

Irama: “Di vedute aperte, dicono tutti così, finché non si tratta della tua famiglia, di tuo figlio…
che poi fa comodo vedere sempre tutto bianco o nero, giusto o sbagliato. Ma giusto per chi? Sbagliato per chi?
Come se non ci fosse una via di mezzo. Invece è sempre e soltanto una via di mezzo.
TiraRE una bella riga no, tra il bene e il male. Ovvio per stare tranquilli e smetterla di farsela sotto.
Come se qui intorno non fosse pieno di ipocriti pronti a fotterti, paladini, ma solo mentre li stai filmando, quelli che non sbagliano mai, quelli dalla parte dei giusti. Quelli che è meglio non guardare o girarsi dall’altra parte, o fare finta di non guardare. Io invece mi sono fermato, l’ho guardata, le ho parlato e lei si è aperta con me, si è aperta con me, capisci? Come se fossi stato il primo ad averla mai ascoltata. Si è fidata ed io come uno stronzo sono scappato. Ho avuto paura…”

Massimo: “Ma insomma vuoi dirmi cosa c’è che non va con questa persona”
Irama: “Non ha la cittadinanza italiana”
Massimo: “Embé…?”
Irama: “È una clandestina…”
Massimo: “Ma si, può capitare”
Irama: “la sto aiutando a smettere…”
Massimo: “è una drogata?”
Irama: “No la sto aiutando a smettere di prostituirsi”
Massimo: “è una prostituta?”
Irama: “Già”
Massimo: “E come l’hai conosciuta?”
Irama: “Parlandoci. Perché con una prostituta non ci si può parlare?”
Massimo: “Ma non, non è per quello”
Irama: “Non è la prima cosa che ti viene in mente”
Massimo: “no”
Irama: “Ti ho deluso”
Massimo: “no, ma perché mi dovevi deludere. È per questo che lo hai fatto?”
Irama: “No”
Massimo: “E allora piantala di farmi fare la figura del perbenista”
Irama: “Scusami”
Massimo: “Prima ti dico una cosa e poi magari ti scuso. Essere un genitore non vuol dire essere una macchina che approva o disapprova. Un genitore è una persona, una persona, capito? Con delle paure, dei dubbi, delle incertezze. Con in più la paura di non potersi mostrare fragile di fronte ai figli, mai! Ma che ne sai tu della paura che mi assaliva quando dovevo essere io a dirti un no o un si per poi finire a litigare con tua madre, che per inciso oltre che essere tua madre è anche la donna che ho sposato e che amo e con cui devo fare i conti a prescindere da te. Tu non hai idea delle volte che ho litigato con lei perché non eravamo d’accordo sulle cose da dirti dopo che avevi combinato uno dei tuoi soliti casini. Per cui adesso piantala di giudicarmi e parlami di questa ragazza.”

Irama: “In che senso?”
Massimo: “Sei innamorato di lei, avrai qualcosa da dirmi su di lei no?”

IRAMA ROLEX testo

(Di Irama e Giulio Nenna)

Due soldi in tasca, troppe cicatrici
E capelli scuri come la tua storia
Dei balordi, siamo quattro amici
Troppo ubriaco dentro un’auto nuova
L’odore caldo della pelle viva
Appannava i vetri per l’umidità
Io che ero l’ultimo del tuo lavoro
E forse l’ultimo che ti amerà
Tornai da te il giorno pregando di ritrovarti
Provai a comprare il tuo tempo ma solamente per parlarti
Non volevi i miei soldi, mi preoccupavo per te
Con leggerezza raccontavi che tua madre non c’è
Da quella volta come le altre sere
Io ci provavo con te ma non ti offrivo da bere
Rolex non piangere
Se la notte arriva
Parlami ancora di te
Dicono che certe storie non possono esistere
Io che ti nascondevo a tutti come le mie viscere
Io non la giudicavo la tua vita rubata
Ti rispettavo molto più di qualche troia viziata
E forse è vero un po’ mi fa paura
Siamo un castello senza più le mura
Tu che a vent’anni sembri già matura
La prendevi come un’avventura
L’abbiamo fatto davvero, l’abbiamo fatto sincero
Solo coperti da un cielo del mondo di un buco nero
L’abbiamo fatto davvero, l’abbiamo fatto sul serio
Solo coperti dal cielo, forse è per questo che tremo
Non ti ho baciata nemmeno e scusa se non ti credo
Con chi eri stata a letto prima tu?
Rolex non piangere
Se la notte arriva
Parlami ancora di te
Con me puoi
Rolex non piangere
Se la notte arriva
Parlami ancora di me
Seduta all’angolo che mi aspettavi mentre mi chiamavi
Io che non ti rispondevo per paura degli sgami
Lì davanti a te, tu che mi abbracciavi, le tue mani
Fredde come il ghiaccio mentre ripetevi che mi amavi
Mi dispiace partirò domani
Tu mi pregavi come un angelo senza le ali, mentre tremavi
Togliermi il cappotto: “Tieni, prendi il mio”, “Grazie a Dio”
Questa notte non avrai più freddo ma avrò freddo io
Rolex non piangere
Se la notte arriva
Parlami ancora di te
Di te