Sanremo, cover e verità: Grignani senza filtri
Perché non ha mandato un brano al Festival
Nel corso dell’incontro arriva inevitabile la domanda su Sanremo e sulla possibilità di un nuovo ritorno in gara. La risposta è netta: dopo l’esperienza con Quando ti manca il fiato, con cui non ha neanche ottenuto il Premio della Critica, Grignani spiega di non aver mandato nessun brano per il prossimo Festival. E chiosa, con una frase destinata a circolare: “Secondo te gli mando un pezzo e glielo regalo?”. Un modo diretto per ribadire che, oggi, preferisce tenersi strette le sue canzoni e gestirne in prima persona tempi e modalità.
Il caso Pausini e la collaborazione con Matteo Bocelli
Altro capitolo delicato è quello legato alle versioni di La mia storia tra le dita. Con Matteo Bocelli, racconta, la collaborazione è nata in modo limpido: il cantante lo ha chiamato per fargli ascoltare la propria interpretazione, il team ha valutato la proposta, e la scelta è stata quella di sostenere un’operazione che ha ridato slancio al brano in Sud America.
Diverso il caso Laura Pausini, che aveva modificato il testo cambiando la prospettiva dalla prima alla terza persona, alterando secondo Grignani il senso profondo della canzone. Una vicenda che lo ha costretto a intervenire pubblicamente, pur senza la voglia di alimentare polemiche: il cantautore insiste sul fatto di non essere interessato a cavalcare il “caso”, ma di aver sentito il dovere di ristabilire semplicemente la verità sulle parole e sul loro significato.
Verde Smeraldo – Residui di Rock’n’Roll: i concerti del 2026
Le due date nei club
Parallelamente allo sguardo al passato, la conferenza è stata l’occasione per annunciare il ritorno sui palchi con Verde Smeraldo – Residui di Rock’n’Roll, due concerti-evento in programma nel 2026: il 25 maggio all’Alcatraz di Milano e il 27 maggio all’Atlantico di Roma. Due club tra i più importanti d’Italia, scelti per riportare Gianluca Grignani a stretto contatto con il suo pubblico, senza la distanza delle grandi arene.
I biglietti sono disponibili in prevendita su Ticketone.it e Ticketmaster.it dalle ore 14.00 di venerdì 5 dicembre, con tutte le informazioni sul sito ufficiale di Trident Music. In scaletta, oltre ai brani inediti del prossimo album, non mancheranno i classici che hanno segnato la sua carriera e la storia della musica italiana: da La mia storia tra le dita a Destinazione Paradiso, da La fabbrica di plastica a Quando ti manca il fiato, fino a Falco a metà e Cammina nel sole.
L’elettrico cantautore torna così sul palco forte di una carriera da 5 milioni di dischi venduti e oltre 5.700.000 ascoltatori mensili su Spotify, numeri che confermano la tenuta di un repertorio capace di parlare a più generazioni.
Il ritorno in Trident dopo 30 anni
I live Verde Smeraldo – Residui di Rock’n’Roll sono prodotti e organizzati da Trident Music, la stessa agenzia che nel 1996 accompagnò gli esordi di Grignani curando il suo primo tour, il Fabbrica di plastica tour. A trent’anni di distanza, il ritorno in Trident assume il valore di un nuovo “matrimonio” artistico: un passaggio simbolico che riannoda i fili tra il giovane outsider degli anni ’90 e l’artista maturo di oggi, pronto a rimettersi in gioco con una visione rinnovata.
Il nuovo album: “Verde smeraldo – Residui di rock’n’roll”
Sul fronte discografico Gianluca Grignani conferma che il nuovo progetto è pronto: si tratta della trilogia Verde smeraldo – Residui di rock’n’roll, un concept articolato in tre capitoli che usciranno in sequenza. Il primo volume, atteso nel 2026, apre un percorso pensato e limato negli ultimi anni, alla ricerca dell’equilibrio tra istinto e controllo. “Se dopo tutto questo tempo non avessi un disco di cui essere davvero contento, sarei un deficiente”, commenta con il suo mix abituale di schiettezza e autoironia.
Il suono nasce da un uso consapevole del computer e delle nuove ritmiche, senza rinnegare la matrice rock e blues che ha sempre caratterizzato l’artista. L’obiettivo, spiega, è realizzare un lavoro “non commerciale ma popolare”, con pulsazioni contemporanee e un linguaggio che resta riconoscibile. A supportarlo una squadra di musicisti di fiducia e un approccio produttivo che unisce digitale e lavorazione analogica su nastro, guardando al futuro senza perdere radici ed esperienza.
Il personaggio Grignani tra aneddoti, autocritica e libertà
Playback, libertà e donne dello spettacolo
Nel corso dell’incontro riemergono anche episodi che hanno contribuito a costruire il mito del “Grignani ingestibile”. Il cantautore ricorda un Festivalbar in cui, per sottolineare il disagio del playback, spostò volutamente il microfono, rompendo la liturgia televisiva per cercare un modo più vero di stare sul palco. Un gesto che allora gli costò critiche, ma che oggi legge come coerente con la sua idea di musica: niente finzioni, anche a costo di complicarsi la vita.
Quando gli viene chiesto che consiglio darebbe al se stesso ventenne, scherza ma non troppo: “Stai lontano dalle donne dello spettacolo”. Una battuta che apre uno squarcio sul suo rapporto complesso con il mondo mediatico, sulle etichette di “maledetto” cucite addosso a 23 anni e su come la narrativa intorno alla sua figura abbia spesso pesato quanto e più delle canzoni.
Tribute band, fan e rapporto con il pubblico
C’è spazio anche per una riflessione sulle tribute band: secondo Grignani alcune suonano talmente bene da poter competere con gli originali, e in ogni caso rappresentano una forma di vita ulteriore per le canzoni. Ciò che gli interessa, più che la cornice, è che la musica sia fatta bene e arrivi a chi ascolta.
Non ama la parola “fan”, che giudica quasi medievale, preferendo parlare semplicemente di persone che ascoltano musica, a prescindere dall’appartenenza. In questo senso, progetti come Radio Grignani – sviluppata insieme a Roberto Ferrari – diventano per lui uno strumento di comunicazione diretto, un modo per raccontarsi senza filtri e tenere vivo il rapporto con chi lo segue.
La sensazione, alla fine della conferenza, è quella di un artista che ha fatto pace con il proprio passato senza addomesticarsi: celebra i trent’anni di Destinazione Paradiso, rimette al centro le canzoni che lo hanno reso riconoscibile, ma allo stesso tempo rilancia con un progetto nuovo e un ritorno live che profuma di ripartenza vera. Residui di rock’n’roll, sì, ma con lo sguardo puntato in avanti.
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