14 Novembre 2021
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14 Novembre 2021

Ghali risponde sull’episodio allo stadio: “La storia della pace tra me e Salvini è una bugia mediatica… non faccio la pace con chi fa la guerra”

Per la prima volta, dopo l'episodio avvenuto durante il derby a San Siro, il rapper rompe il silenzio

Ghali Salvini
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Ghali, attraverso un post sui social mantiene la sua posizione sulla vicenda che lo ha visto inveire allo Stadio San Siro durante il derby tra Milan e Inter contro Matteo Salvini.

Rapper e politico si trovavano infatti nella stessa zona della tribuna Vip e, dopo il gol del calciatore di colore inglese del Milan, Tomori, Ghali avrebbe iniziato inveire contro Salvini, intento ad esultare, con queste parole:

Buffone, che caxxo esulti, ha segnato un nexxo come me!

Salvini non avrebbe risposto alla provocazione, almeno secondo quello che affermano alcuni testimoni anche se, da quando dice Ghali, avrebbe tentato di farlo mandare via dallo stadio

Il giorno dopo la leader della Lega ha dichiarato “Mi insulta ma la sua musica non mi dispiace, è grave?????“. In tribuna con lui quel giorno c’era tra l’altro anche il figlio, grande fan del rapper.

Il comunicato stampa del partito invece dichiarava quanto segue:

Il leader della Lega era in tribuna con il figlio, e subito dopo il gol del pareggio gli si è avvicinato il rapper in evidente stato di agitazione. Ghali ha urlato una serie di insulti e di accuse farneticanti a proposito dell’immigrazione – cercando di filmarsi col cellulare – ed è stato subito allontanato, tra lo sconcerto degli altri spettatori.

La società rossonera si è scusata con Salvini, che sul momento non aveva riconosciuto Ghali né aveva compreso i motivi della sua alterazione.

La risposta di Ghali

Ieri, a mezzo Instagram, sono arrivate le prime parole di Ghali sull’accaduto…

Sono andato allo stadio per tifare la mia squadra del cuore, lo stesso cuore che mi ha portato ad agire d’impulso. Non ho assolutamente fatto pace con Salvini e non mi sono mai pentito delle parole che gli ho detto durante il derby.

Io sono per la pace, ma pace non si può fare con chi ogni giorno fa guerra ai più deboli portando avanti politiche razziste e di odio, con chi fa soffrire e morire la mia gente. La pace si farà quando ammetterà i propri errori, quando risponderà delle sue azioni, quando racconterà la verità al suo popolo e smetterà di creare disinformazione, usando l’immigrato come capro espiatorio dei problemi dell’Italia.

Questa storia della pace tra me e Salvini è una bugia mediatica. È questa la vera violenza, non una verità urlata in faccia.

Ora dice che mi offrirebbe un caffè, ma allo stadio ha cercato di farmi cacciare dal mio posto invano.

La mia non è politica, è pre politica, si parla di umanità. I miei non sono insulti, sono solo l’ennesima segnalazione urlata e frustrata verso il responsabile di innumerevoli ingiustizie.

Riguardo alla maglia autografata per il figlio di Salvini il rapper ha aggiunto:

Ho firmato quella T.shirt solo perché sapevo che sarebbe finita a suo figlio, essendo mio fan, nella speranza che un giorno, crescendo, potrà farsi delle domande e avrà voglia di vivere in un’Italia diversa da quella voluta da suo padre.

In fondo anche io ho preso delle scelte diverse da mio papà, so che può succedere.