14 Novembre 2025
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14 Novembre 2025

Fabrizio Moro: guida all’ascolto del nuovo album “Non Ho Paura Di Niente”

Al suo interno nove brani in cui la dimensione intima si intreccia con una visione collettiva

Fabrizio Moro Non Ho Paura di Niente
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fABRIZIO MORO, “NON HO PAURA DI NIENTE”: GUIDA ALL’ASCOLTO

Così Fabrizio Moro racconta i brani contenuti nell’album Non Ho Paura Di Niente

NON HO PAURA DI NIENTE

Ho avuto paura ogni volta che mi sono accorto che stavo vivendo una vita che non mi apparteneva. Spesso ero turbato dagli errori del passato o troppo proiettato nell’ansia del futuro. Non ero mai “qui” e soprattutto non riuscivo mai a starci da solo. Ero sempre “dipendente” da qualcosa o da qualcuno.

Questo atteggiamento “distruttivo” ti accompagna verso la parte peggiore di te stesso. Lo chiamo “il mostro”. Me lo sono trovato davanti diverse volte e l’ho affrontato. A volte contro di lui ho perso, altre volte ho vinto. Una volta in cui ho vinto, ho scritto questa canzone.

Non ho paura di niente è uno sfogo e racconta la voglia di liberarsi dalle dipendenze, qualsiasi esse siano, e di riprendere in mano la propria vita.

SIMONE SPACCIA

Nel corso della mia carriera mi è capitato di scrivere diverse canzoni in cui descrivevo dei personaggi che hanno gravitato intorno alla mia esistenza e con cui ho condiviso la mia adolescenza, il mio passato. Mi piace farlo perché, attraverso loro, riesco a raccontare il contesto sociale in cui sono nato e cresciuto.

CASA MIA

In Casa mia racconto di come ho costruito, passo dopo passo, insieme ad un’altra persona, il posto più sicuro che c’è sulla terra, che per me è casa mia, e di come cambi il punto di vista quando la persona che era con te non c’è più. Tutto assume una forma diversa e il modo in cui vedi ogni angolo, ogni oggetto, cambia.

La casa è un luogo bellissimo quando all’interno ci metti amore e condivisione, ma può essere un posto terribile se al suo interno ci trovi soltanto mancanza e solitudine. In questa, come in altre canzoni che ho scritto, c’è sempre la speranza che, anche se si sa che una storia è finita, un giorno tutto si ricongiunga.

SUPERFICIALI

Il mio carattere mi porta sempre ad essere empatico nei confronti della vita. Ci sono certe cose che mi hanno fatto e continuano a farmi male e vorrei riuscire a prenderle più alla leggera. Ci ho lavorato tanto su questo aspetto, ma non ci riesco, mi accanisco su determinati meccanismi, quando invece vorrei lasciarmi scivolare alcune cose addosso, essere più “superficiale”, per vivere meglio con me stesso e con chi mi sta vicino.

IN UN MONDO DI STRONZI

In un mondo di stronzi parla della ricerca della condivisione con un’altra persona perché, secondo la mia esperienza, in due si sopporta meglio il mondo, soprattutto quello di oggi!

Ho notato che la sofferenza spesso porta a cercare una persona con cui condividere tutto. E questo spesso accade anche quando nella propria vita si è raggiunto un equilibrio materiale.

In passato ho fatto degli errori che mi sono costati cari perché, per sopportare quello che accadeva intorno a me, davo tutto me stesso a persone che mi piacevano anche solo un po’.

Con il tempo e l’esperienza ho capito che è fondamentale sopportare questo “mondo di stronzi” in primis da soli e, una volta che si è in equilibrio con se stessi, allora si possono condividere anche le proprie sofferenze con un’altra persona.

COMUNQUE MI VEDI

Per diverso tempo ho frequentato una persona che aveva compreso le mie difficoltà nell’instaurare un rapporto, le mie paure, le mie ansie e le mie insicurezze e che, per amore, si era messa completamente a nudo, raccontandomi di lei e del suo passato, senza filtri.

Comunque mi vedi è una canzone scritta al contrario. Per la prima volta mi sono messo dalla parte di chi ascolta ed è lei che mi dice: “mi vedi, sono così e te lo dimostro giorno dopo giorno”. C’è grande liberazione in questo brano.

SABATO

Sabato è una canzone che mette a confronto il Fabrizio ventenne con il Fabrizio di oggi. Quando ero adolescente, il sabato era l’emblema della libertà, il giorno in cui spesso si sbagliava.

Quel tipo di errori oggi, per fortuna, non li commento più. Sto rivivendo tutto attraverso mio figlio, che ha 17 anni e il sabato inizia a uscire da solo. Stavolta, però, mi immedesimo in mio padre e spero che mio figlio non faccia gli sbagli che ho fatto io.

Oggi mi sento come un miracolato, al di là del lavoro che faccio e della vita che vivo come immaginavo da piccolo, perché la vita mi ha detto sempre bene.

TOGLIMI L’ARIA

In Toglimi l’aria descrivo tutte le volte in cui ho messo a rischio un grande amore per la voglia di sentirmi libero. È accaduto sempre. Di fatto, oggi – a 50 anni – sono da solo proprio perché, non so se per indole naturale o per paura, ho sempre dato molta più importanza alla mia libertà rispetto alla condivisione e alla responsabilità che ci si assume nel momento in cui si decide di prendersi cura di un’altra persona.

L’amore è una cosa straordinaria, ma mette dei confini. Io sono fortunato, perché condivido la mia interiorità con tante persone e lo faccio attraverso la mia musica, i miei concerti. Ma condividere la propria vita con la persona che si ama è un’altra cosa. E, a volte, mi manca. È un’altalena.

SCATOLE

Cambio spesso casa e Scatole è un brano che ho scritto durante l’ultimo trasloco. Nelle scatole c’è tutta la mia vita e ogni volta che le apro faccio un viaggio incredibile, tra sensazioni e ricordi che non credevo di avere più dentro di me.

A ogni trasloco aumentano le scatole, aumentano i ricordi, aumenta tutto e diventa sempre più complicato. La verità è che la tua casa è dentro di te e, quando stai bene con te stesso, non cambi più casa. Questa volta mi auguro di aver trovato la mia stabilità.


Foto di copertina a cura di SHIPMATE

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