24 Gennaio 2020
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24 Gennaio 2020

Emanuele Bianco ricorda Cranio Randagio nel singolo “Manchi”

Nel brano dedicato all'amico e collega viene anche citato Massimo Troisi

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Emanuele Bianco Manchi è il titolo del nuovo singolo dell’artista, un accorato ricordo del rapper Cranio Randagio.

Sono passati più di tre anni da quella maledetta notte del 12 novembre 2016 in cui Cranio Randagio, artista che il grande pubblico ha conosciuto (non abbastanza) a X Factor, venne a mancare.

Il suo ricordo continua però a vivere grazie alla sua musica (il suo singolo capolavoro, Petrolio, è stato certificato con il disco d’oro) e tramite il ricordo degli amici artisti (qui il racconto di Esposito sulla serata evento di qualche mese fa).

Ora anche Emanuele Bianco lancia un brano dedicato a Cranio Randagio, Manchi, disponibile sulle piattaforme  e negli store digitali dal 24 gennaio.

LA CANZONE…

Il brano, scritto dallo stesso Emanuele, esce su etichetta Fattoria Management distribuito Believe.

Manchi è una vera e propria dedica di Emanuele all’amico e collega. Nella canzone anche una bellissima citazione al grande Massimo Troisi… frasi come “Papà ma perché muoiono sempre le persone migliori?” e “Se tu vai in un giardino, quali fiori strappi, quelli belli o quelli brutti?“.

Ecco come ne parla Emanuele Bianco:

Questa bellissima citazione di Massimo Troisi mi ha segnato dal primo giorno che l’ho letta, un po’ come l’amicizia con Vittorio, in arte Cranio Randagio.

Manchi è un brano che parla di una perdita di una persona cara, di un amico che se ne è andato troppo presto.

La scrissi un anno dopo che Vittorio morì, forse era quello il tempo che mi serviva per elaborare l’accaduto e riuscire a metterlo in musica.

È un omaggio a lui e alla nostra amicizia, ma anche uno sfogo contro questo mondo che a volte, purtroppo, da valore a qualcosa quando la si perde, quando non la si può più riavere indietro.

D’altronde siamo essere umani e sono proprio questi limiti ci rendono tali.

La produzione è quasi interamente elettronica, con un insieme di synths pads che a mio avviso, creano l’ambiente giusto con la tematica del brano, portando l’ascoltatore quasi in un’altra dimensione. La produzione è stata fatta insieme a Pierre Pacilio, mio tastierista e amico di infanzia di Vittorio, il mix e master è stato fatto da Walter Babbini al Bloom Recording Studio”.

EMANUELE BIANCO MANCHI TESTO

Pensa quanto è strano il tempo
Corre sempre e non si ferma
E più a volte lo rincorri più ne avrai meno per te
Pensa quanto è strano il mondo
Che ti fa sempre la guerra
Ti diventa amico solamente se capita che
Te ne vai di colpo
Lasciando tutti di stucco
Tutti quei tali che non ti capivano
Adesso ti adorano
Adesso ti ammirano
Amico mio la cosa peggiore
È che avremmo voluto un finale migliore
Sarebbe bastato scannarci ore e ore
Soltanto per dire chi aveva ragione

E adesso dimmi un po’
Da te che tempo fa
È un po’ che non ti sento
Hai scritto un nuovo pezzo rap?
Chiedono come sto
Dico sto bene, va
Per non pensarci mento
Ma la verità

È che provo ad andare avanti
Ma a volte manchi
A volte manchi tu
Ci vorrà un po’ prima che passi
Perché mi manchi
Perché qua manchi tu
Stanotte il cielo è più luminoso
Sarai tu che brilli
Dovrei dire che sto bene ma non so mentirti

Che strano
Avrei mille cose da dirti e fa strano
Perché ti sento vicino anche se sei lontano
Parliamo
Avrei dovuto dirtelo prima di tutto
Però non l’ho fatto perché sono umano
E indietro non si torna
È inutile adesso farsene una colpa
Tanto noi lo sappiamo
Tutto quello che
C’è dietro il nostro rap
Strapperemo l’oro a questo
Accendi e parti
Guidami da su anche se alla fine i patti
Mica erano così
Non doveva andare così

E adesso dimmi un po’
Da te che tempo fa
È un po’ che non ti sento
Hai scritto un nuovo pezzo rap?
Chiedono come sto
Dico sto bene, va
Per non pensarci mento
Ma la verità

È che provo ad andare avanti
Ma a volte manchi
A volte manchi tu
Ci vorrà un po’ prima che passi
Perché mi manchi
Perché qua manchi tu
Stanotte il cielo è più luminoso
Sarai tu che brilli
Dovrei dire che sto bene ma non so mentirti

Foto di Alessandro Boggi