20 Ottobre 2015
di News, Interviste
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20 Ottobre 2015

Da LUCIO DALLA a SPAGNA: tanti personaggi popolano “Chissà se lo sai”, l’autobiografia di RON

45 anni di carriera per Ron e un'autobiografia disponibile da pochi giorni in tutte le librerie, dal titolo "Chissà se lo sai". Tante le storie di vita.

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Da martedì 13 ottobre è disponibile in tutte le librerie italiane Chissà se lo sai, la prima autobiografia di Ron, edita da Piemme Spa (Gruppo Mondadori), nella quale il cantante racconta i suoi 45 anni di carriera, ma non solo. In questo libro Rosalino Cellamare va oltre il personaggio dell’artista affermato per lasciare spazio alla persona, raccontandosi e svelando passioni segrete ed inediti aneddoti.

Pinot Nero, Carignano del Sulcis, Nebbiolo, Malvasia di Candia; ogni capitolo dell’autobiografia porta il titolo di un vino ed è legato ad un ricordo, a un sorriso, a un’emozione. Già, perché sono moltissime le storie e le “chicche” che Ron svela, con non poca nostalgia, nelle pagine di questo libro.

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In Chissà se lo sai, che arriva dopo Ron: Musica! scritto da Dina Risolo e La gioia di fare musica di Andrea Pedrinelli, si parla della grande passione per il vino, che ha portato Ron a produrne uno che porta il nome del suo brano, forse, più celebre: Incontrarti fra cent’anni. Si parla della sua amatissima famiglia, della piccola Garlasco lasciata e poi ritrovata dopo il successo, della gavetta, dei tanti amici e di quel Dio a lungo invocato attraverso una complicata ricerca spirituale. Ma trovano certamente spazio anche i tanti colleghi per cui Ron ha scritto canzoni o con cui ha duettato… un’immancabile Lucio Dalla, pigmalione prima e presenza costante nella vita poi, ma fanno capolino di tanto in tanto anche un giovane carabiniere di nome Biagio Antonacci e un Ivana Spagna pentita per aver detto no a Vorrei incontrarti Fra Cent’anni, che vinse il Festival di Sanremo nel 1996.

Racconti densi di sentimento che tra successi e fallimenti riannodano i fili di una vita intera. Quello che è venuto fuori scrivendo – racconta all’ANSA il cantautore – è che finalmente Rosalino e Ron sono diventati fratelli. Rosalino è sempre stato timido e pieno di incertezze, Ron invece una volta sul palco non sarebbe mai sceso. È stata una dualità forte che a volte mi ha fatto anche dubitare di me stesso. Le mie due anime si sono incontrate davvero sul palco, quando Rosalino ha cominciato a parlare, a confrontarsi con il pubblico. Ora so che posso portarmi a casa gli occhi che mi guardano”.

Nel libro si narra anche di un Italia molto diversa da quella odierna. Si parte da quando Rosalino supportato dai famigliari, ancora in pantaloncini corti, stravince in tutti i concorsi di canto. Tutto sembra facile, come giungere al Festival della Canzone Italiana nel 1970 con Nada, non ancora maggiorenne.

“Gli anni Settanta hanno rappresentato un momento drammatico, si combatteva con la speranza che qualcosa si potesse cambiare. I giovani presero in mano la situazione, si contestavano anche i cantanti. Ora il momento è altrettanto difficile ma non vedo vie d’uscita.  E come l’Italia, anche la musica è cambiata. Si è “televisionata” – dice Ron e gli artisti vengono scelti per le loro potenzialità di portare a casa una serata in termini di share. Il successo dei talent show c’è anche perché i ragazzi cantano brani conosciuti. Non avrebbero lo stesso successo con brani nuovi. Diciamo che manca quella libertà che avevamo un tempo, ora le regole si sono fate stringenti: lunghezza e ritmo devono essere quelli giusti se vuoi passare in radio e far sapere che hai scritto qualcosa”

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Il nome che ritorna più frequentemente nel libro è quello di Dalla. “Negli ultimi anni non lavoravamo più insieme, ma eravamo comunque un riferimento l’uno per l’altro. E’ questo quello che manca di lui: l’essere un riferimento musicale. Lui era quello a cui facevi sentire un brano quando lo scrivevi. Ora non c’è nessuno. E poi, oltre a essere un grande artista, era una persone grande dentro. Aveva un’apertura incredibile”

Foto: Pagina Facebook dell’artista