7 Febbraio 2022
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7 Febbraio 2022

70 anni di Vasco Rossi… buon compleanno alla rockstar dall’anima fragile

18 album in studio, 11 dal vivo, 5 raccolte, 34 album in tutto, 191 canzoni, 40 milioni di dischi, stadi pieni fino a traboccare di date

Vasco Rossi roma capitolina Live
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Oggi, 7 febbraio 2022, Vasco Rossi compie 70 anni. Articolo a cura di Monica Landro.

Siamo solo noi è il pezzo rock italiano più bello di sempre.
E non lo scrive una vaschiana come me, ma Rolling Stone, che descrive allo stesso modo anche l’album Bollicine, mentre Albachiara è stata votata come la canzone italiana più amata dal 1975 al 2020.

Ma se Vasco fosse solo le sue canzoni, sarebbe più Rossi e meno “Il Blasco”, come amiamo chiamarlo noi.

Proprio a partire dal nome, che basta a porlo in quel microscopico Olimpo di artisti che puoi chiamare solo per nome e sai già di chi si parla.

Quanti Marco o Fabrizio o Luciano o Luca conosciamo che sono grandi artisti? Magari anche immensi, ma serve il cognome. Fabrizio Moro o De André? Luciano Ligabue o Luciano Pavarotti? Marco Masini o Marco Carta? (Masini perdonami).

Vasco è Vasco per tutti, sia per chi lo ama sia per chi lo ama meno perché c’è un po’ di Vasco in ognuno di noi ma soprattutto c’è ognuno di noi dentro Vasco.

Quando ascolti Vasco c’è sempre una canzone sulla quale ti soffermi e pensi che l’abbia scritta pensando proprio a te, alla tua storia, al tuo dolore. Ecco cosa lo rende unico.

Parliamo di un artista sregolato, soprattutto quando ha iniziato la sua carriera di cantante. Lui non ha solo desiderato avere una Vita spericolata, lui l’ha avuta.

Una gioventù di droga e di alcool, di brani scritti mentre lui e Massimo Riva si facevano dei viaggi nella testa che li portavano a registrare canzoni al limite dell’inascoltabile, se in realtà il nostro rocker non fosse stato semplicemente geniale nel fermare e mettere in musica e parole certe sensazioni forti che sono dentro ognuno di noi.

18 album in studio, 11 dal vivo, 5 raccolte, 34 album in tutto, 191 canzoni, 40 milioni di dischi, stadi pieni fino a traboccare di date e date e poi ancora date, reggiseni che volano, lacrime che scendono, emozioni che attraversano la colonna vertebrale fino a sfilartela e desiderare di prestarla a Cucchia perché ce la suoni come fa col suo sax.

Vasco Rossi ha fatto crescere intere generazioni che lo hanno cantato sottovoce e a squarciagola, ridendo e piangendo. Temi ricorrenti come la frustrazione, la disperazione, la rabbia, la noia e… l’amore. L’amore arrabbiato, l’amore finito, l’amore romantico… sì, perché l’amore è il nervo scoperto di Vasco.

E veniamo alle donne cantate dal Blasco. Come ogni anima tormentata, Lui non ha mai avuto un’opinione altissima dell’universo femminile, ma in fondo neanche di se stesso. Almeno non prima di conoscere Laura Schmidt che ha sposato esattamente dieci anni fa. A proposito, in un’intervista rilasciata a Vanity Fair disse:


Quando ho capito che Laura era perfetta per me? Quando mi sono reso conto che potevo guardare la tv con lei seduta a fianco.


E da allora ha fatto pace con le donne, ha imparato ad amare e ad essere amato. E tutti noi lo abbiamo amato ancora di più in questa sua età adulta, più saggia, ancora più vicina a noi.

Vasco è trasversale, è universale, è uno che ai suoi concerti concentra tre generazioni e infatti, quando sei lì che canti, urli salti, balli e “poghi” puoi trovarti alla tua destra un 70enne arzillo che conosce tutti i suoi vecchi successi e alla tua sinistra un ragazzino con lo zaino in spalle e la versione di greco al suo interno.

Questo è Vasco Rossi. Un artista che tutti adorano per com’è e non per quello che fa. Un artista semplice che vive ancora a duecento metri da dove nacque esattamente settant’anni fa, la mitica Zocca! Un emiliano che gioca al bar con gli amici di sempre, anche se magari non si chiama più Roxy.

E allora auguri amico mio, e grazie per non avermi fatto sentire sola quando mi trovavo in quel tumultuoso fiume che ha per margini la fanciullezza e l’età adulta.

Grazie per Ogni Volta che mi hai fatto crescere tra gioia e dolori, grazie per tutti gli amici con i quali ho potuto condividerti sotto il palco, grazie per quella Liberi Liberi che da ragazza cantavo a squarciagola convinta di spaccare il mondo e che oggi canto sommessamente, chiedendomi “cosa diventò quella voglia che non c’è più”.

E ancora grazie per essere stato la colonna sonora delle emozioni della mia vita.

Ciao Vasco, buon compleanno. Ci vediamo a San Siro.