L’articolo ha suscitato diverse interazioni social, tra le quali alcune domande ci sono sembrate interessanti.
Proverò a rispondere ad alcune di queste.
Non c’è un conflitto di interesse grosso come una casa?
No, non stiamo parlando di cariche pubbliche, ma di esercizio di impresa nel libero mercato.
Un imprenditore, in quanto tale, fa il suo interesse. Altrimenti qualsiasi soggetto che ha più aziende nella stessa filiera produttiva, secondo questa teoria, sarebbe in conflitto di interessi…
Ad esempio, se io faccio porte con l’azienda A e raccolto la legna con l’azienda B, sono in conflitto di interessi? No, semplicemente ho integrato a valle (o a monte, dipende dal punto di vista) parti del processo produttivo.
In Italia abbiamo moltissimi casi di questo tipo. Noti imprenditori che, iniziando la propria attività con le lavorazioni delle materie prime, arrivano a commercializzare il prodotto finito tramite altri marchi e la prima azienda è fornitore unico (o principale) della seconda. Per questo esistono anche i (bilanci) consolidati.
Se parlassimo di cariche pubbliche, sarebbe diverso. Un imprenditore potrebbe trarre vantaggio per la sua impresa (privata) dalla carica pubblica che ricopre e, se rilevante (nel senso che sono identificate chiaramente le cariche pubbliche che fanno ricadere in questa categoria), si viene definiti PEP (persone esposte politicamente) per la già citata normativa antiriciclaggio con maggiori attenzioni da porre in determinati ambiti.
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