15 Aprile 2017
di Direttore Editoriale
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15 Aprile 2017

AMICI e MORGAN, riflessioni ad alta voce… ma davvero pensiamo che MARIA DE FILIPPI sia il problema della musica italiana?

Amici... Maria De Filippi... Morgan... non si è parlato di altro in settimana. Ma il male della musica italiana sono i talent show?

maria de filippi
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Io sto con Maria De Filippi. Io sto con Morgan. E tu da che parte stai?
La rete negli scorsi giorni è impazzita e questa settimana non si è parlato di altro, non è esistita altra domanda o discussione.

Morgan, Maria De Filippi, Amici, i talenti, la cultura musicale, i talent show… a forza di leggere botta e risposta continui non ho nemmeno io più un’idea precisa su cosa penso… provo a ragionarci a random appuntando pensieri, riflessioni e domande che mi sono posto in questi giorni.

– Perché Morgan parte sempre volendo fare cultura e finisce facendo un gran casino? E´cosa nota, non ama e non riesce a sottostare alle regole, ai paletti televisivi ma, dopo anni nei talent show, il meccanismo talent/tv e come funziona lo conosce benissimo. Pensava forse di cambiarlo?

– La cultura musicale puoi farla in un programma che, giusto o sbagliato che sia, nasce come una gara? Puoi permetterti di rischiare sulla pelle di ragazzi che hanno una grande possibilità, qualcosa che capita una volta sola nella vita? Perché ricordiamoci che tu Morgan uscito da lì comunque vada sei e resti Morgan, loro invece rischiano tutto… one shot… perché la storia ci insegna che i reduci da un talent che non ne sono usciti bene raramente trovano spazio, le porte delle discografiche si chiudono e tutto diventa più difficile.

– Tutti in difesa di Morgan… grande artista, grande cultura, grande musicista… e altrettanto grandi parole però. Perché Morgan non incide un disco di inediti da almeno dieci anni e quando li ha incisi non ha ha collezionato dischi di platino uno dietro l’alto. Facile stimare qualcuno senza mettere la mano al portafogli per sostenerlo.

– Ha senso costringere dei ragazzi a cantare grandi classici della musica italiana o internazionale assiduamente e non come valore aggiunto qua e là? Ha senso farlo quando conosci il ragazzo in questione e la musica che farà uscito dal programma? Non rischi di volerlo presentare in un modo diverso da quello che è danneggiandolo in qualche modo perché poi a programma finito si proporrà al pubblico in un modo completamente diverso? Bruno Lauzi è stato un grande della musica italiana ma se un ragazzo proprio non lo sente nelle sue corde è giusto imporglielo?

– La coerenza è qualcosa di molto importante. Come si può passare nel giro di due settimane dal dichiarare “Amici è un’oasi felice, cui ho trovato una libertà mai avuta prima…” a “sto subendo mobbing, qui è tutto finto, costruito, i ragazzi vivono segregati ed io non ho potuto scegliere con loro…”. Perché mi chiedo si fa “casino” solo quando le cose vanno a puxxxne e non durante? Mi sembra troppo facile così.

Morgan è in grado di fare un ottimo lavoro, lo ha dimostrato in passato con Marco Mengoni e Noemi tanto per fare due nomi. Con Thomas per esempio stava facendo un ottimo lavoro. Thomas nelle mani di uno come Morgan può acquistare quello che per età ed esperienza gli manca… ma se ad un certo punto rendi il programma il “Morgan show” tutto passa in secondo piano… ragazzi compresi. La domanda a quel punto è “Se lì per aiutare questi ragazzi o per “usarli” per portare avanti la tua missione di fare cultura musicale?

Maria De Filippi conosceva Morgan quando lo ha voluto nel programma. I suoi pregi e i suoi limiti. Si è presa un rischio e credo che lo avrebbe portato avanti ma… c’è un grande ma, se tre ragazzi su quattro non vogliono più lavorare con Morgan, e sono convinti della loro scelta, qual è la soluzione a quel punto? Attenzione, non ci troviamo di fronte ad una soluzione che si può prendere con calma e tempo, ma ad una che va presa subito perché siamo in un programma televisivo e non puoi far saltare un programma in corsa, ridurre le puntate, spostarle, sottrarti ad obblighi di rete… ci sono troppo fattori in gioco. A quel punto cosa devi fare per portare a casa il risultato? Prendere una decisione, anche drastica se è il caso.

Amici non è la musica. Un talent show non è la musica ma un programma televisivo che si appoggia sulla musica. Ed un programma televisivo ha le sue regole, le sue logiche commerciali, è costruito da tante persone che ci lavorano e da qualcuno che ci mette la faccia. Un programma televisivo, come qualsiasi attività commerciale, ha delle persone a cui rendere conto (un capo, il pubblico, la rete, gli investitori pubblicitari) e deve portare a casa risultati, e attenzione non deve portarli tra un anno, ma nell’immediato, il giorno dopo, quando l’Auditel decreta chi sopravvive e chi no. Stop. Questa è televisione, Maria De Filippi è una produttrice televisiva e una presentatrice che porta a casa il risultato. E´una che sa fare molto bene il suo lavoro, probabilmente meglio di chiunque altro in Italia. E se no fossimo al suo posto faremmo le stesse cose. Il resto è quasi sempre ipocrisia.

– E´diventato ormai stucchevole ogni discorso che finisce per addossare alla De Filippi e ad Amici il peso della discografica italiana, quelli che pensano che lei debba salvare la musica o, secondo alcuni, piantarla di distruggerla.
Amici potrebbe migliorare di molto. Amici potrebbe fare meglio. Amici ha un bacino e un potenziale tale che potrebbe alzare l’asticella, è vero. Potrebbe dare più spazio ai cantautori, potrebbe aprire le porte a nuovi autori, potrebbe ridurre le cover, potrebbe pretendere più cura sui dischi degli artisti che lancia… ma Amici, mi ripeto lo so, è un programma tv che deve portare a casa la “pagnotta” per le tante persone che ci lavorano. E´un programma che, per obblighi di rete, è stato spostato qualche anno fa dalla domenica al sabato vedendosi costretto ad adeguarsi ad una serata e ad un tipo di pubblico diverso, diventando per forza di cose meno talent e più show.

Alla luce di tutto questo mi sembra che fingiamo di non vedere e ascoltare il nodo focale di tutto… siamo troppo distratti da MORGAN vs MARIA

Quando Riccardo (concorrente della squadra blu del programma che attualmente ha ricevuto proposte discografiche da Sony, Universal, Sugar e Warner) ha affermato che solo qualche mese prima del programma aveva girato tutte le discografiche con la sua musica ricevendo porte in faccia… ecco questo è il punto focale.
Viviamo in un paese dove le discografiche delegano quasi tutto il lavoro a Maria De Filippi, ad X Factor, alla televisione… dove uno a cui avevi detto no poco prima poi lo rincorri qualche mese dopo.
NON sono i talent show il problema, quelli esistono in tutto il mondo, il problema è che esistono solo i talent show nel nostro paese, il problema è che le discografiche stanno ad aspettare che i talent facciano il lavoro al posto loro per poi semplicemente continuarlo.
Le case discografiche hanno delegato lo scouting ai talent il 90% delle volte!
Quando mi è capitato di proporre qualche valido talento visto in qualche concorso ad alcune major discografiche la risposta è stata sempre “molto bravo, potrebbe farcela ma dobbiamo fargli fare Amici o X Factor…” e a me veniva da rispondere “Grazie, Graziella e Grazie al…….

E allora prima di prendercela coi talent, prendiamocela col le discografiche, prendiamocela con un governo che non ha mai fatto una sola legge a tutela della musica, per il futuro della musica… ma soprattutto prendiamocela con noi stessi che vogliamo ascoltare musica, ma non vogliamo assolutamente pagare per farlo. Nemmeno gli addetti ai lavori, i produttori, gli artisti stessi acquistano più musica oggi.
Siamo davvero così sciocchi da pensare che, morto il talent, arriverà un nuovo rinascimento musicale ricco di proposte e possibilità? Credeteci…

Alla luce di queste considerazioni sono “pro-talent”? non credo, ma non sono nemmeno contro… cerco di ragionare e capire dove sono le soluzioni… e di sicuro sono preoccupato di un paese in cui si presentano ai provini per un talent show in 10/20.000 persone all’anno ma in cui i dischi che superano questo numero di copie vendute non arrivano nemmeno a venti esemplari in un anno.

Forse semplicemente siamo un paese di artisti e sono io che non me ne sono accorto.
Ps. Ho letto tante critiche da parte di pubblico, produttori, addetti ai lavori, artisti e chi ne ha più ne metta riguarda allo spazio dai siti internet musicali a questa polemica… eppure questi articoli per tutti i siti sono stati i più letti… e chi li legge? Anche chi li critica mentre un articolo su un artista emergente passa quasi inosservato. Chi è senza peccato scagli la prima pietra.