30 Marzo 2015
di Direttore Editoriale
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30 Marzo 2015

IL VOLO e L’EUROVISION: “L’unico genere musicale che può uscire dal nostro paese è questo qui”

Ieri Il Volo è stato protagonista all'Arena di Giletti dove hanno avuto l'occasione di rispondere alle critiche dei colleghi.Difesa riuscita? Non del tutto.

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Ieri (domenica 29 marzo) i ragazzi de Il Volo sono stati protagonisti di uno spazio all’interno de L’Arena di Massimo Giletti, in cui hanno parlato della loro vittoria all’ultimo Festival di Sanremo, dei loro progetti futuri e, incalzati dal presentatore, hanno risposto ad alcune delle critiche ricevute da addetti ai lavori e, sopratutto, da colleghi celebri come Nek ed Irene Grandi.
Dopo la vittoria al Festival con il brano Grande amore infatti, è innegabile che il gruppo, composto da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, sia stato oggetto di svariate critiche su più fronti.

Ecco le più significative, ma, soprattutto, la loro risposta attraverso le telecamere ad alcune di esse.


Per capire quanto questo gruppo con la loro vittoria a Sanremo abbia fatto parlare di sé occorre ripercorre alcune delle polemiche degli ultimi mesi.
In primis sono arrivate le accuse di “poca gratitudine” da parte dei loro precedenti ex “pigmalioni”, Roberto Cenci, regista dell’edizione di Ti Lascio una canzone che li ha visti emergere (oltre ad essere colui che ha avuto l’idea di metterli insieme in un solo gruppo), e Tony Renis che ha fatto ottenere loro il primo contratto in America; polemiche archiviate a mezzo dichiarazioni sui giornali da parte del gruppo (trovate qui il nostro articolo al riguardo).

Poi è stata la volta di Linus: il direttore artistico di Radio Deejay ha espresso a ridosso della vittoria de Il Volo al Festival la sua opinione al riguardo, ad esser onesti senza nessun intenzione di fare polemica, ma commentando da esperto del settore la radiofonicità del loro brano. Queste le sue parole:
Non credo che il brano de Il Volo avrà un grande airplay, ma voglio sperare che non se lo aspettassero. I vincitori del Festival non appartengono al nostro mondo musicale, il che non vuol dire snobbarli o denigrarli, anzi li ho già invitati in radio, ma non è il genere di Radio Deejay: è un bel canto che piace all’estero e alle mamme, ma non rientra nei miei gusti musicali“.

Anche il secondo classificato al Festival, Nek, artista che in oltre vent’anni di carriera non è praticamente mai stato coinvolto in polemiche, ha sentito la necessità di dare un consiglio ai tre ragazzi durante la conferenza stampa finale del Festival:
Godetevi questo momento, perché da adesso sono cazzi vostri, e non veniteci a dire che abbiamo vinto tutti noi cantanti, pensate a voi“.

L’ultima in ordine di tempo ad avanzare qualche perplessità, in questo caso solamente per quel che riguarda la partecipazione de Il Volo in qualità di rappresentanti dell’Italia all’Eurovision Song Contest, è stata Irene Grandi, proprio in un’intervista rilasciata al nostro sito un paio di settimane fa (e di cui potete leggere la versione integrale qui).
Di seguito quanto la cantante aveva dichiarato al nostro Gianmarco Regaldi, affermazioni che sono state riprese da diverse testate web, a volte ad onore del vero estrapolandole dal loro contesto globale dell’intervista, così da darne una visione in parte distorta perché, sì, è vero che la cantante si è detta dubbiosa sulla partecipazione del gruppo alla rassegna europea, ma lo ha fatto (come altri prima di lei) in risposta ad una specifica domanda.
Ed ecco quindi l’esatta domanda e la risposta della Grandi:

“Se ti dovessi chiedere chi avresti scelto di portare a rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest che nome mi faresti? Sei d’accordo con il fatto che ci vada Il Volo?”

Eh no, purtroppo no… in Italia capisco il loro successo, perché rappresentano una tradizione mai dimenticata. Un volto della nostra musica che all’estero è già fin troppo noto, l’Italia del bel canto, degli anni ’60 che loro portano molto bene nel loro disco… mi sembra un’idea della musica italiana anacronistica, vecchia, che non mi torna diciamo… Avrei preferito vincessero a Sanremo senza che andassero a rappresentarci all’estero… dove avrei preferito un altro tipo di canzone…

Ma veniamo alla famosa puntata de L’Arena di Giletti andata in onda ieri e alle fatidiche dichiarazioni dei ragazzi in merito a quanto detto finora.
Il conduttore ha prima incalzato i ragazzi ricordando loro che Nek rispose in un’intervista riguardo alla loro vittoria “…però io li voglio vedere senza il televoto…“. A questo punto Ignazio ha preso la parola rispondendo:
Vedi questo è un po’ il problema che c’è nella società italiana, cerchiamo sempre di trovare un dispregio delle persone, cerchiamo sempre di trovare qualcosa nelle altre persone e non cerchiamo di appoggiare il nostro… a me dispiace, ho sentito anche alcuni commenti negativi del fatto che noi parteciperemo all’Eurovision… qualcuno non è d’accordo…“.

A questo punto Giletti ha continuato chiedendo ai ragazzi se ci fosse secondo loro un po’ di invidia, o se invece vengono visti come qualcosa che non sono. A questo punto prende la parola è Gianluca che risponde:
È vero che cantare questo genere musicale è stata una scelta ma è anche una scelta di vita perché per cantare questo genere musicale devi avere una passione per cantarlo. E devo dirti che dobbiamo essere sinceri, anche con tutti gli artisti italiani che ci stanno ascoltando, perché l’unico genere musicale che può uscire fuori dal nostro paese è questo qui… come insegna Bocelli, Pavarotti… ci sono artisti francesi, canadesi come Il Divo, come Josh Groban , che è canadese, ma canta in italiano…

Infine Giletti chiude questa parentesi citando per l’appunto Irene Grandi
Ma allora il fatto che anche Irene Grandi ha detto – mah, non so se all’Eurofestival… – da cosa nasce?” e alla fine anche Piero Barone prende la parola e replica:
Ti posso dire che se questo commento lo avesse fatto Andrea Bocelli, Laura Pausini o Zucchero che all’estero sono qualcuno e che hanno fatto il loro passato, allora magari ci potremmo preoccupare…
Non ti curar di loro e vai avanti, questo diceva un vecchio saggio…“, con queste parole il presentatore volta pagina e cambia argomento.
Ecco il video, pubblicato dai nostri colleghi di Eurofestival News, con questa parte dell’intervista a Il Volo per permettervi di ascoltarla e farvi una vostra idea.


Il Volo rispondono alle critiche sulla… di escnews

A questo punto non resta che aspettare se qualcuno degli artisti coinvolti sentirà la necessità di replicare. Io dal canto mio mi sento di fare qualche piccola considerazione al riguardo.

Premetto che io ero uno di quelli che sperava che fosse Nek a rappresentarci all’Eurovision, e i motivi li ho elencati chiaramente alla vigilia della serata conclusiva del Festival in questo editoriale. Al di là di questo non ho nulla da eccepire riguardo al grande talento de Il Volo, una potenza vocale, una presenza scenica e una precisione sul palco innegabili da parte di chiunque. Altrettanto innegabile è che il loro Operatic Pop (per chi non conoscesse la definizione del termine: stile pop operistico, che convenzionalmente indica nell’ambito della musica un sottogenere nel quale avviene una fusione fra la musica pop e la tradizione dell’opera lirica) è un genere musicale che all’estero funziona da anni (come citano loro stessi da Luciano Pavarotti ad Andrea Bocelli in primis), ma addirittura arrivare ad asserire che è’unico genere musicale che può essere esportato dal nostro paese, mi sembra un po’ eccessivo come pensiero…
Da oltre 30 anni Eros Ramazzotti porta in giro per tutto il mondo il pop, e come lui stessa cosa fa Laura Pausini che, in 22 anni di carriera, è l’artista italiana più premiata della storia della nostra musica, unica donna italiana vincitrice di un Grammy Award (e seconda artista ad esserselo aggiudicato dopo Domenico Modugno)… un altro esempio di artista pop che, nonostante testi spesso anche criptici e arzigogolati (nel senso buono del termine), ha venduto milioni di dischi nel mondo con il pop è Tiziano Ferro.
Quindi no, il bel canto non è l’unica musica che il nostro paese può esportare, probabilmente è quella che all’estero si aspettano maggiormente da noi, ma la musica italiana non è solo questo (e un altro esempio potrebbero essere anche i Lacuna Coil che, pur senza vendere milioni di dischi, sono una realtà consolidata certamente più nota in America che nel nostro paese…).

Un ultimo appunto che mi permetto di fare che, per quel che mi riguarda è più un consiglio, è quello di non misurare tutto con le copie vendute (all’estero o in Italia che sia), perché se quello dovesse essere il nostro unico metro di misura, allora creeremmo una strana “scala del valore musicale” per cui Francesco De Gregori o Vasco Rossi, per citare due nomi a caso, hanno meno valore di Eros Ramazzotti. No. Semplicemente sono artisti diversi che propongono generi molto diversi tra loro. La nostra musica melodica, il pop e la lirica sono generi più facili da esportare all’estero, il nostro rock (melodico o non) e il cantautorato di un certo tipo sono di difficile presa nel resto del mondo. Tutto qui.
Un artista può esprimere un parere personale al di là di quante copie ha venduto o di quanto successo riscuota fuori dall’Italia. Soprattutto se questo parere non è una critica fatta tanto per parlare ma, come successo finora, una risposta ad una delle tante domande che giornalisti ed opinionisti pongono.

Detto questo ovviamente All Music Italia si augura che Il Volo faccia fare al nostro paese un figurone all’EuroFestival, saremo i primi a ringraziarli.

Il Direttore

 

Photo: Giuseppe Mazzola presso il Centro Commerciale La Torre di Palermo (©AllMusicItalia)