4 Ottobre 2023
di Direttore Editoriale
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4 Ottobre 2023

Festival di Sanremo: nel dopo Amadeus torna Carlo Conti? E se non fosse la scelta giusta?

Per compiere una rivoluzione vera Amadeus ha dovuto compiere scelti difficili, cosa che non è avvenuta nel triennio di Conti

Festival di Sanremo 2025 Carlo Conti
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I FESTIVAL DI SANREMO DI CARLO CONTI

GLI ASCOLTI

Partiamo dagli ascolti che per tutte e tre le edizioni di Carlo hanno mantenuto una media di oltre 10 milioni con uno share tra il 46% e il 49%. Nel dettaglio:

2015
Media 10.725.000 – 46,8%
2016
Media 10.629.000 – 47,7%
2017
Media 10.740.000 – 48,9%

Numeri praticamente identici, soprattutto per l’importantissimo valore dello share, a quelli delle edizioni precedenti guidate da Antonella Clerici, Gianni Morandi e il primo Fabio Fazio (2013) e, tra le edizioni successive, al secondo Baglioni del 2019.

Meglio di lui, il primo Baglioni (2018, 50,3%) e tutte le edizioni di Amadeus, eccezion fatta per quella anomala del 2021 svoltasi durante la pandemia. Per Ama si va dal 51,1% del 2020 al 62,96% del 2023.

I Festival di Carlo Conti funzionano quindi dal punto di vista del puro show televisivo e sono arricchiti da tanti elementi oltre alla musica e forse è anche questo il problema rispetto a quelli di Amadeus, che comunque vincono sul piano degli ascolti anche senza meno elementi esterni.

Tutti i direttori artistici ripetono ormai da anni che “sono le canzoni che contano” e che “le canzoni vanno messe al centro del Festival”. In realtà Amadeus è forse l’unico dai tempi di Baudo, forse anche più di Pippo stesso, che sembra più interessato alle canzoni, e ai cantanti va detto, che allo show televisivo.

Con Ama le canzoni stesse sono diventate lo show, anche cavalcando iniziative collaterali come i FantaSanremo, e quest’anno con la novità dei cantanti in gara che presentano i colleghi, anche i cantanti stessi diventeranno lo show.

Certo forse l’amalgama creata da Amadeus rende lo show eccessivamente lungo rispetto a quello di Carletto. Ok che Sanremo è una festa che si tiene una volta all’anno, ma purtroppo finché non verrà istituita come vera festa nazionale, il giorno dopo bisogna recarsi comunque a lavoro.

E ora passiamo proprio alle canzoni e ai cantanti in gara.

CANZONI E CANTANTI

Dei numeri di Amadeus in quattro edizioni abbiamo già parlato nelle scorse settimane: 119 artisti in gara in 4 anni, 51 debuttanti e 10.930.000 copie di singoli certificate per un totale di 115 dischi di platino e 18 dischi d’oro per un totale di 66 canzoni certificate.

I numeri di Carlo Conti in tre edizioni sono invece i seguenti: 78 artisti in gara, 18 debuttanti e 1.675.000 copie per un totale di 29 dischi di platino e 9 dischi d’oro.

Tenendo quindi le proporzioni per il numero di anni (4 VS 3) Amadeus ha portato più cantanti in gara (media di quasi 30 contro i 26 di Conti), ha fatto debuttare più cantanti (quasi 12 all’anno contro i 6 di Carlo) e scelto più canzoni di successo commerciale (16,5 canzoni certificate ad edizione contro contro 9 del collega).

Totale 10.930.000 copie con una media 2.732.500 copie certificate all’anno contro 1.675.000 (media all’anno 558.333).

Certo va tenuto conto che nel periodo 2020/2024 di Amadeus rispetto al periodo 2015/2017 lo streaming ha preso il sopravvento rispetto al download digitale ma, va anche detto, che anche le soglie di certificazione sono aumentate di conseguenza (raddoppiate per l’esattezza).

Da questi numeri è facile dedurre che Amadeus abbia un maggiore fiuto nella scelta delle canzoni e una duttilità nel cambiare il numero dei partecipanti ai danni dello show (che sia per durata prolungata così come meno spazio a interventi di intrattenimento).

Il punto focale però, quello che ha permesso ad Amadeus di rinfrescare i giovani a guardare il festival senza far allontanare le vecchie generazioni, è l’attento lavoro nel cambiare il regolamento, anche radicalmente a volte.

IL REGOLAMENTO E LE NUOVE GENERAZIONI AL FESTIVAL DI SANREMO

Amadeus, come del resto dichiarato anche da Carlo Conti, ha avuto il coraggio di togliere le eliminazioni dimostrando che no, la tensione e l’appeal in una gara non sempre dipende dall’eliminare qualcuno.

LE NUOVE PROPOSTE

Cosa ancora più importante, almeno per noi, è che Amadeus non ha mai applicato le eliminazioni alla categoria Nuove proposte, consuetudine invece nei Festival di Carlo Conti.

Che senso ha dare una vetrina a dei giovani, una vetrina tra l’altro breve, lunga una sola settimana, non prolungata come per esempio i mesi di Amici di Maria De Filippi, per farli cantare una volta sola? Nessuno.

E badate, Carlo Conti ha avuto un grande intuito, e anche un po’ di fortuna, nello scegliere i giovani dei suoi Sanremo. Ricordiamoci infatti che nella categoria Nuove proposte dei tre Festival di Carlo Conti sono passati nomi come: Irama, Francesco Gabbani, Ermal Meta, Mahmood ed Enrico Nigiotti ma anche Amara, Serena Brancale, Marianne Mirage.

Solo due di questi nomi hanno trovato successo grazie a quella partecipazione: il vincitore Francesco Gabbani e il riconfermato tra i big, giustamente, Ermal Meta.

Due artisti lanciati su 24 proposti. Il problema non è però imputabile a Carlo Conti visto che anche i primi due anni di Amadeus con la categoria Nuove proposte hanno visto emergere il solo Fasma, 1 su 16, e a livello sicuramente minore rispetto a Gabbani e Meta.

Il problema risiede nella cultura italiana e nel suo approccio alla musica. Quella stessa cultura che fa sì che in Italia gli artisti emergenti possano suonare solo cover nei locali mentre, per dirne una, a Londra suonano ovunque i propri brani inediti.

Al pubblico televisivo gli artisti sconosciuti sembrano interessare solo se inseriti in un contesto talent. Amadeus ne ha preso atto e, coraggiosamente, ha fatto un passo indietro.

Così dopo aver ripristinato lui stesso la categoria nel 2020 dopo che Baglioni l’aveva eliminata nel 2019, l’ha nuovamente tolta a favore di una categoria unica in cui le Nuove proposte diventate big, “mimetizzate” in un grande cast, ottengono la stessa visibilità dei big.

Tananai ne è l’esempio principale ma anche Matteo Romano, Olly e gIANMARIA hanno ottenuto riscontri positivi.

Va detto che, almeno a nostro avviso, rispetto ai Festival di Conti la scelta sulle Nuove proposte da parte della Commissione Musicale scelta da Amadeus appare meno di successo (e lungimirante) rispetto a quella di Carletto.

Certo rimane che ora gli artisti giovani promossi a big godono della stessa esposizione dei colleghi ben più noti.

Infine chiudiamo con qualche considerazione sul cast…

IL CAST DEL FESTIVAL DI SANREMO

Se Carlo Conti è stato il primo a poter dire di aver riportato una vera big della musica italiana in gara, Fiorella Mannoia, Amadeus è riuscito ad andare oltre e lo ha fatto conquistando la credibilità sul campo e parlando con cantanti e discografiche.

E così non solo abbiamo visto il ritorno in gara di Giorgia, Elisa, Gianni Morandi, Ultimo, Marco Mengoni ma abbiamo assistito al debutto di artisti che dominano oggi le classifiche di vendita e che fino a qualche anno fa non si sarebbero mai avvicinati al Festival in gara nel momento in cui già occupavano i primi posti delle classifiche. Vedi Blanco, Lazza, Fedez e Rkomi.

E guardando il cast esternamente, ma anche da addetti ai lavori, ci sembra che Amadeus non si sia fatto influenzare dalle grandi radio, dalle grandi agenzie di tour e persino dal suo stesso manager.

Ha saputo dire dei no decisi pur mantenendo comunque ottimi rapporti con tutti. E questi ottimi rapporti sono frutto dei risultati, discografici e di ascolti, ottenuti.

Amadeus ha lavorato conscio di farsi dei nemici ma i risultati lo hanno reso inattaccabile.

L’unico suo punto debole rimane il rapporto di affetto e stima con Mammaro che, impossibile negarlo visto che il manager stesso lo ha dichiarato, ha avuto la possibilità di presentargli personalmente progetti suoi o di cui deteneva le edizioni dei brani in gara come Random, Rettore, Sethu, Ditonellapiaga,Orietta Berti, Rita Pavone, Matteo Faustini, Tananai, Cugini di Campagna, Will, Michele Zarrillo, Diodato

Guardando i cast di Carlo Conti alcune scelte sono apparse particolari come il debutto e ritorno di Bianca Atzei, le due presenze dei Dear Jack, il duetto tra Giulia Luzi con Raige o di Nesli con la vincitrice di The Voice, Alice Paba (duetti per volere degli artisti?) o comunque abbastanza tradizionali senza un occhio reale verso le classifiche di vendita.

In conclusione tutti questi fattori, quest’analisi oggettiva dei dati, e quella forse meno oggettiva ma frutto comunque di chi da anni si occupa ogni giorno di musica ci fa propendere per un no al ritorno di Carlo Conti a Sanremo.

Certo se dovesse accadere e il presentatore dovesse stupirci positivamente, saremo come sempre pronti ad ammetterlo su queste pagine. Per il resto non ci resta che aspettare il Festival di Sanremo… 2025.

Massimiliano Longo

 

 

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