5 Maggio 2021
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5 Maggio 2021

Eurovision 2021: la guida e i video delle 39 canzoni in gara. Parte 1 di 4

La finalissima si svolgerà il 22 maggio prossimo

Eurovision Song Contest 2021
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Eurovision Song Contest 2021

🇦🇱 ALBANIA: Anxhela Peristeri, Karma

Prima nazione a scegliere il proprio rappresentante per il 2021 (con il tradizionale Festivali i Këngës tenutosi all’aperto, in una piazza di Tirana, per ottemperare alle disposizioni sanitarie legate alla pandemia) l’Albania conferma un loro topos classico – l’interprete matura e navigata con grande presenza scenica che canta una ballatona strappacuore con accenti tra il folk e l’etnico. Anxhela è un’ottima interprete, il brano è ben prodotto (specialmente grazie all’intervento di Dimitris Kontopoulos – produttore eurovisivo quest’anno in gara con ben quattro canzoni – che ha curato il cut eurovisivo di Karma) e una performance di spessore potrebbe consentire alla nazione delle aquile di centrare la terza finale consecutiva. Arrivare oltre al momento sembra difficile.


🇦🇺 AUSTRALIA: Montaigne, Technicolour

Fra le tante nazioni che hanno deciso di confermare l’interprete scelto per l’edizione 2020, l’Australia non figurerà sul palco di Rotterdam ma si esibirà a distanza (con performance pre-registrata, come richiesto obbligatoriamente a tutti gli stati in concorso) essendo la delegazione impossibilitata a raggiungere l’Europa a causa delle restrizioni imposte dal proprio governo. Montaigne, cantante emersa in un featuring con gli Hilltop Hoods che raccolse otto dischi di platino nel 2016, ha deciso di cambiare completamente genere – passando dalla ballata triste che avrebbe portato un anno fa al pop sperimentale di questa Technicolour che al momento langue nelle ultime posizioni della classifica degli scommettitori, anche a causa di qualche comparsata dal vivo non esattamente impeccabile. Non è da escludere effetto compassione legato alla mancata presenza, ma al momento sembra più probabile vedere l’Australia fuori dalla finale per la prima volta in sei partecipazioni.


🇦🇹 AUSTRIA: Vincent Bueno, Amen

Un’altra conferma dalla scorsa edizione, Vincent Bueno è un cantante e ballerino di origini filippine che si presenta in gara con un brano pop con venature gospel che riporta alla mente Nobody But You di César Sampson, brano con cui gli austriaci strapparono un terzo posto a sorpresissima nel 2018. Trovo abbastanza improbabile un ripetersi della stessa traiettoria per questa Amen, che sta passando largamente inosservata e potrebbe chiudere la corsa nelle ultimissime posizioni della seconda semifinale.


🇦🇿 AZERBAIJAN: Efendi, Mata Hari ☆☆

L’Azerbaijan ripropone la stessa ricetta di Cleopatra, la canzone con la quale Efendi avrebbe dovuto proporsi soltanto dodici mesi fa: un pop facile con accenti etnici che musicalmente rimanda a ciò che funzionava all’Eurovision lungo tutta la prima decade dei Duemila, celebrando non già la celeberrima regina egizia ma l’altrettanto iconica figura della ballerina e spia attiva durante la Prima guerra mondiale. Festeggiare il passaggio in finale sembra un traguardo alla portata, ma conteranno tantissimo la performance e soprattutto la resa vocale dell’interprete.


🇧🇪 BELGIO: Hooverphonic, The Wrong Place ☆☆

Con la partecipazione degli Hooverphonic, band trip hop conosciuta in tutta Europa per il successo del loro singolo Mad About You (2000) che anche in Italia raggiunse il disco di platino, il Belgio continua la tradizione di scelte alternative e stilose che ha caratterizzato le sue ultime partecipazioni pur con risultati altalenanti. Nell’ultimo anno è stata reintegrata nella band la storica voce solista Geike Arnaert (che non avrebbe dovuto gareggiare nel 2020) e malgrado gli scommettitori sembrino non sbilanciarsi sulle chance di questa The Wrong Place, non mi stupirebbe affatto se le giurie permettessero al Belgio di tornare in finale dopo due passi a vuoto – magari consentendo in extremis anche l’aggancio di un’inattesa top10 per il pezzo che a mio avviso si candida ad essere la sorpresa (in positivo) di questa edizione.


🇧🇬 BULGARIA: Victoria Georgieva, Growing Up Is Getting Old ☆☆☆

Tra le tante Billie Eilish wannabe che hanno tentato di farsi strada nelle varie selezioni nazionali, la 23enne Victoria (scelta dal broadcaster BNT senza passare dal via già nel 2020) è sembrata fin dall’anno scorso la più convincente e impattante. Il pezzo di quest’anno non ha lo stesso pathos emotivo della bellissima Tears Getting Sober, con cui Victoria sembrava avere velleità da podio nell’edizione che non c’è stata – ma guadagna quello che manca nell’orchestrazione e soprattutto nella scenografia, sulla quale la delegazione dichiara apertamente di puntare. Una delle nazioni più temibili nell’Eurovision moderno (4° nel 2016, 2° nel 2017), anche in questa edizione la Bulgaria si presenta ai nastri di partenza per fare gara di testa.


🇨🇾 CIPRO: Elena Tsagkrinou, El Diablo ☆☆☆

Dopo il successo di Eleni Foureira con Fuego, pop banger arrivata a un passo da una storica vittoria a Lisbona 2018, l’isola di Afrodite continua a riproporre lo stesso pacchetto di facile presa sostituendo l’artista un po’ alternativo scelto per il 2020 con una prorompente stella in ascesa del pop greco. Il brano, scritto da un team di eccellenze nell’ambito eurovisivo, strizza apertamente l’occhio alla prima Lady Gaga e promette di far ballare gli spettatori di tutta Europa con un ritmo trascinante e spiccatamente pop. La top10 è ampiamente alla portata, se farà meglio lo decideranno le giurie e ovviamente la performance vocale dell’artista.


🇭🇷 CROAZIA: Albina Grčić, Tick-Tock

Una fra le poche nazioni ad organizzare una propria selezione nazionale, la Croazia ha premiato la giovanissima Albina – 22enne di Spalato già terza classificata nella terza edizione croata del format The Voice. Tick-Tock è un brano senza pretese, piacevole ancorché leggermente datato, che passa liscio nei tre minuti di esibizione e si lascia ascoltare – ma rischia di venire messo in ombra dalle tante proposte in gara quest’anno che rimandano alla sfera d’influenza del pop femminile. Un ritorno in finale della Croazia (che manca dal 2017) sembra al momento difficile.


🇩🇰 DANIMARCA: Fyr & Flamme, Øve os på hinanden

Anche per la Danimarca, come in tutta la Scandinavia e fondamentalmente pure da noi con Sanremo, il succedersi di una nuova edizione del tradizionale festival di selezione ha visto il succedere di un nuovo rappresentante al vincitore dell’anno scorso. Defenestrati senza complimenti Ben & Tan (che si erano proposti per concorrere e non sono stati inclusi negli otto finalisti) il Dansk Melodi Grand Prix ha incoronato vincitore questo duo di ispirazione anni ’80 che riporterà la lingua danese sul palco dell’Eurovision dopo ben 24 anni. Il passaggio del turno sembra al momento complicato, anche vista la messa in scena un po’ sopra le righe che ha rischiato di far perdere ai Fyr & Flamme un’edizione del DMGP dove arrivavano da favoritissimi: se riescono a convogliare la vibe danzereccia e scanzonata del brano in un modo più efficace potrebbero ottenere soddisfazione.


🇪🇪 ESTONIA: Uku Suviste, The Lucky One

Per non scontentare nessuno, l’Estonia ha prodotto un’altra edizione dell’Eesti Laul – invitando in gara il vincitore della scorsa edizione, che prevedibilmente ha trionfato senza grande opposizione con una mezza copia carbone della proposta del 2020. Scritto da Dimitris Kontopoulos e patrocinato da Philipp Kirkorov (produttore russo attivissimo in ambito eurovisivo da ormai un paio di decadi), The Lucky One è un brano pop orecchiabile che paga un interprete poco carismatico e vocalmente non affidabile. Le (poche) chance di finale sono affidate a una messa in scena curata nel dettaglio che va a riprendere il tema e l’atmosfera del video ufficiale – firmato nientemeno che da Jaagup Tuisk, secondo classificato (e battuto dallo stesso Uku) nell’edizione 2020 della selezione nazionale d’Estonia.

 

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