Tommaso Paradiso presenta il nuovo album Casa Paradiso. Videointervista.
Tommaso Paradiso ha presentato a Milano il suo nuovo album, in uscita venerdì 28 novembre, Casa Paradiso e ne ha parlato ai nostri microfoni come uno degli album di cui è più orgoglioso e che si lega a doppio filo a tanti momenti della sua vita personale.
Un album pop ma molto ‘vero’, scritto (come raccontato in conferenza stampa generale) mentre viaggiava per Roma con i monopattini a noleggio alla scoperta della città.
Un album in continuo movimento, dunque, sia nelle intenzioni che nel proprio ascolto. Dieci brani movimentati, pochi momenti da ballad e tanta energia che, come in perfetto stile-Paradiso, si legano a un tipo di musica molto elettronica anni 80-90 italiana.
Tommaso Paradiso è cresciuto, è diventato padre e vive, forse, un po’ più piano (metaforicamente) rispetto a qualche anno fa. Cosa vuol dire fare un album dopo i 40 anni?
Cosa vuol dire scrivere dopo i 40 anni
“L’album va di pari passo alla vita quindi più cresci e più gli argomenti trattati diventano sempre meno. All’inizio, al primo disco, posso scrivere duecento canzoni perché non ho parlato di nulla ma comincia a diventare più difficile scrivere una canzone con il passare del tempo perché gli argomenti li hai già trattati.
Diventa una sfida con il tempo. Si possono dire le stesse cose ma con un linguaggio diverso rispetto a dieci anni fa”
I valori di ieri e di oggi
Cos’era importante ieri e cosa sarà importante anche domani, citando una tua nuova canzone?
“Le cose che contava ieri contano anche oggi. Sarò banale ma i valori a cui tengo di più sono rimasti quelli di una volta, con cui sono cresciuto. Gli affetti, le amicizie, la famiglia, lespersone che ti hanno aiutato nella vita, quelli che ti vogliono bene, tutte queste cose non sono cambiate anzi si sono rafforzate.
Se prima, per esempio, il gruppo del fantacalcio era un gruppo di pischelli e basta adesso è un gruppo di amicizia che ci lega ancora di più oggi”.
Risultati e competizione: quanto contano?
Tu sei un tifoso (della Lazio), quindi quanto per te il risultato di un album è importante?
“Non lo so. Intimamente ognuno di noi penso che voglia sempre migliorarsi e migliorare i risultati ma a differenza della competizione sportiva, la musica è arte e quindi anche se una cosa va meno bene rispetto al passato conta che sia autentica, scritta con il cuore. La parte dei numeri mi toglie la magia, non ci sto attento a dire il vero”
Di cosa sei orgoglioso di questo album?
“Vari momenti di cui sono tanto orgoglioso ma se proprio devo sceglierne uno ti dico il finale di Tornare A Casa, è una cosa di cui mi dico da solo di essere fiero.
Mi piace aggiungere la cellula nel finalone dei brani, lo faccio spesso, e Tornare a Casa ha una cosa simile a quello di Questa Nostra Stupida Canzone D’Amore“
Ti è capitato di pensare a qualche casa del tuo passato scrivendo Casa Paradiso?
“Una delle case alle quali sono legato è la prima che abbiamo preso io e Carolina quando siamo andati a vivere insieme più o meno una decina d’anni fa, presa in affitto. Ogni tanto ci pensiamo ma non sono per tornare sui nostri passi, non la ricompreremmo oggi”
Palasport, stadi e futuro
La tua Casa saranno i palasport ma hai pensato di rendere ‘casa’ anche gli stadi?
“Se succederà sarò la persona più felice del mondo ma, al momento, mi attengo al programma di Live Nation. Se un giorno mi diranno di fare lo stadio sarò contento ma se dovessi fare i palazzetti per sempre sarò contento uguale”











