Cercando su Wikipedia alla voce Mara Maionchi l’enciclopedia libera online riporta:
“Bolognese, classe 1941, è attualmente considerata la figura femminile di maggiore spicco nella discografia italiana, producendo sia per conto di major che come produttrice indipendente insieme al marito Alberto Salerno con l’etichetta “Non ho l’età”.
Di lei sappiamo ormai quasi tutto… Ha conosciuto e lavorato con Lucio Battisti, si è appostata per giorni nella sala di attesa di una nota testata per ottenere la copertina dedicata ad Ornella Vanoni, ha preso letteralmente a calci Adriano Pappalardo, ha intuito per prima le doti di artisti come Gianna Nannini e Mango, è riuscita a vedere il talento inespresso di Tiziano Ferro quando nessuno lo vedeva e lo ha portato al successo internazionale, è diventata nota come giudice di X Factor facendo letteralmente innamorare le persone di qualsiasi età per la sua spontaneità e per qualche vaff… di troppo. Ha preso parte ad “Amici di Maria De Filippi” e ad “Io canto” e nel frattempo ha continuato a produrre giovani: Tony Maiello, Antonino, Gerardo Pulli, Martino Corti, Emanuele Corvaglia…
Cara Mara, intervistare una persona di cui ormai è stato detto di tutto e che si è anche raccontata molto in un libro (Non ho l’età) non è facile senza rischiare di cadere nel già sentito, ma ci proviamo in ordine rigorosamente non cronologico…le domande non saranno poche ed io posso già immaginare la tua espressione mentre dici: “Che due maroni…” 🙂
Dopo le prime esperienze alla Ariston Records e alla Numero Uno arrivi alla Dischi ricordi e qui incontri una versione ancora “grezza” di Gianna Nannini. I suoi primi dischi non funzionano ma tu non demordi, dote che negli anni futuri si rivelerà un tuo asso nella manica.Lo stesso infatti accadrà con Tiziano Ferro che, inizialmente nessuno sembrava voler mettere sotto contratto.Oggi come produttrice quanto sei disposta a puntare in un giovane talento in cui credi e quanti dischi l’artista può permettersi di sbagliare prima di dover rinunciare?
Oggi è molto più difficile perché essendo così cambiato il mercato, la valutazione tempo-denaro ha parametri assolutamente differenti da quel tempo, quindi è domanda alla quale non è possibile rispondere.
Che ricordo hai di due artisti purtroppo scomparsi: Fabrizio De André e Mia Martini. Un aneddoto per ciascuno di loro?
Ho un ricordo della sua casa in Sardegna, vicino a Tempio Pausania, l’immagine di un camino in una cucina, un tavolo da cucina dove si mangiava e si cantava. Di Mimì non ho un ricordo particolare, perché le nostre strade non si sono mai veramente incrociate.
Personalmente ti incontrai per la prima volta nel 2005 al servizio fotografico di un cantautore in cui credevi molto, lo si capiva dall’entusiasmo con cui ne hai parlato durante tutta la giornata, si chiamava Pablo Cialella e inizialmente sembrò andare bene con il singolo “Dura la vita a Milano città”… ma il successivo “Fast Food Universale”, pur essendo un brano geniale, passò quasi inosservato. Cosa non ha funzionato secondo te con lui?
Cialella è stata una delle mie battaglie perse che mi è dispiaciuta di più. Purtroppo il suo carattere e il suo modo di essere non gli hanno permesso di entrare completamente nel lavoro come si dovrebbe, e purtroppo il suo talento, che era tanto, alla fine non è servito a niente.
Tra l’altro nel 2011 nel corso della tua partecipazione ad Amici di Maria De Filippi nell’ambito del concorso “Io ci sono”, il cantautore Enrico Nigiotti ha partecipato proprio con il brano “Fast food universale”. E’ stata una tua idea? E se è stata un idea tua, quanta fatica costa dover lasciare nel cassetto un brano, innegabilmente bello, ma che sembra non trovare il riscontro del pubblico?
Purtroppo di questi tempi il pubblico ascolta più superficialmente, e un brano come Fastfood universale, rischia di passare inosservato.
X Factor è sicuramente stata un’esperienza determinante per la tua carriera in quanto per la prima volta ti sei trovata ad essere tu di fronte ad una telecamera ed è stato un successo innegabile. Eppure mi è capitato di recente di vedere una puntata di “Reputescion” di Andrea Scanzi dove, nel momento di conoscere l’indice di gradimento del pubblico nei tuoi confronti eri visibilmente imbarazzata. Quanto stupore e quanta gioia provi ancora oggi nel capire che semplicemente essendo te stessa riesci a conquistare persone di tutte le età?
Faccio fatica a valutare questa cosa, perché non me ne rendo conto, e senza alcun snobismo, non le do alcuna importanza, anche se naturalmente mi fa molto piacere.
Tornando ad X Factor, il meccanismo del programma prevedeva che gli artisti fossero sotto contratto in esclusiva con la Sony. In quanto produttrice musicale sicuramente questo ti “ingabbiava” un po’… Sappiamo per esempio che ti sarebbe piaciuto lavorare con Marco Mengoni… Quali altri talenti conosciuti in questa esperienza ti ricordi che avresti voluto produrre in prima persona?
Senza dubbio i Bastard Sons of Dioniso e Davide Mogavero, che non so che fine abbia fatto (Davide Mogavero attualmente studia chitarra Jazz e sta lavorando al suo secondo album, ndr).
Con quale dei tuoi colleghi di X-factor ti sei sentita più in sintonia: Simona Ventura, Morgan, Claudia Mori, Anna Tatangelo, Elio o Enrico Ruggeri?
Mi sono sentita più in sintonia con Elio, Simona e Morgan, ma anche con tutti gli altri non ho avuto problemi ed è stata una bella avventura.
Penso che uno dei momenti più veri di televisione sia stato il tuo sfogo infarcito di “beep” dopo l’eliminazione delle Yavanna dal programma. Cosa vedevi tu in loro che il pubblico non ha percepito? Siete rimasti in contatto dopo il programma?
Le Yavanna potevano essere un’idea musicale nuova, tipo Enya, un mondo di favole e di folletti, ma loro avevano idee diverse quindi i contatti si sono interrotti.
Dopo 4 edizioni di X Factor cedi alla corte di Maria De Filippi che ti vuole ad ogni costo ad Amici e dove ti senti più a tuo agio in veste di produttrice. Quali sono le principali differenze che hai notato tra la “macchina” Amici e quella X Factor?
Sono due “macchine” molto simili e con Maria e il suo staff mi sono trovata benissimo.
Impossibile durante un intervista con te non arrivare a parlare di Tiziano Ferro, l’ultima star internazionale che l’Italia ha visto esplodere. Ascoltando i suoi primi brani del periodo dell’accademia di Sanremo dove tu e Alberto l’avete scoperto e rapportandoli con i brani dei suoi primi dischi è impossibile non notare la “costruzione” sudata e ponderata di un artista e del suo percorso. Qual era secondo te il più grande pregio e il più grande difetto di Tiziano?
Il più grande era l’intelligenza, la consapevolezza del tempo in cui viveva e la voglia infaticabile di lavorare, difetti, invece, in quel periodo, non ne aveva.
Nella tua carriera non ti sei fatta mancare nulla, compreso un singolo, “Fantastic”, che ha debuttato al primo posto dei singoli più scaricati da iTunes. Quanto ti ha divertito quell’esperienza? La rifaresti?
Non mi ha per niente divertito, e non lo rifarei.
Un altro trofeo portato a casa è stata la vittoria di Tony Maiello a Sanremo giovani, come mai dopo questo grande riconoscimento le vostre strade si sono divise?
Nonostante la vittoria, i risultati concreti sono stati stranamente al di sotto delle aspettative, anche l”atteggiamento da parte degli addetti ai lavori è stato così malevolo da farmi credere che fosse colpa mia.
Onestamente e senza peccare di umiltà non credi di essere pronta per un programma televisivo, (magari in seconda serata così riduciamo i “beep”) tutto tuo?
Mi piacerebbe ma non so dirti se mai accadrà.
Con il bagaglio di esperienze che hai accumulato non hai mai pensato di provare a crescere e formare oltre a dei giovani artisti anche dei giovani discografici/produttori/talent scout?
Non credo di avere queste capacità.