12 Dicembre 2023
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12 Dicembre 2023

Intervista ai Lost: gli anni 2000, il grande successo, i Finley e gli “Attacchi di panico”

Walter Fontana e Roberto Visentin sono tornati l'8 dicembre con un nuovo singolo

Lost Walter Fontana intervista
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Intervista ai lost

‘Attacchi di panico’ rappresenta il ritorno dei Lost sulle scene e racconta di un problema vissuto da Walter. Come mai hai deciso di parlarne?

Attacchi di panico è una canzone che parla di un periodo difficile della mia vita, durante il quale ho vissuto una serie di attacchi di panico.
In quel periodo mi sentivo perso ed estraniato dal mondo. Mi sembrava di non avere più il controllo della mia vita. Avevo paura di tutto, anche delle cose più semplici.

Una sera, ho iniziato a scrivere su un pezzo di carta quello che stavo provando. Mentre scrivevo, ho iniziato a capire che quello che stavo vivendo non era solo una mia esperienza personale, ma qualcosa che poteva essere condiviso da altre persone.

La canzone Attacchi di panico è quindi un modo per raccontare la mia esperienza, ma anche per dare voce a chi sta passando la stessa cosa.
Credo che sia importante parlare di questi temi, anche se sono difficili e scomodi. Gli attacchi di panico sono un problema che può colpire chiunque, indipendentemente dall’età, dal sesso o dalla condizione sociale.

Spero che questa canzone possa aiutare le persone che soffrono di attacchi di panico a sentirsi meno sole e a chiedere aiuto se ne hanno bisogno.

Cosa vi ha spinto a tornare ad essere i Lost?

La vita è fatta di momenti che non possiamo controllare. Quando abbiamo deciso di prendere altre strade, era la cosa giusta da fare. Era il normale corso della vita, che ci chiedeva di provare qualcosa di nuovo. E proprio come ci ha portato a fare quella scelta, è stato poi naturale riprendere in mano il progetto Lost.

Avevamo solo bisogno di ricaricare le nostre energie e tornare più forti di prima.

Walter, cosa ti ha portato alla scelta di intraprendere la carriera da solista?

Come dicevo prima, sentivo il bisogno di fare una nuova esperienza, di crescere come artista e come persona. Era un periodo di grandi cambiamenti nella mia vita, sia personali che professionali. Avevo scritto delle canzoni che erano molto personali e che sentivo di poter raccontare meglio da solo. Era un modo per esorcizzare alcuni demoni che mi portavo da troppo tempo dentro, per liberarmi da un peso che mi opprimeva.

Siete stati tra le band più amate e ascoltate degli anni 2000. Com’erano quei tempi?

E’ stato un periodo pazzesco.
Eravamo dei ragazzini che scrivevano canzoni e vivevamo nel nostro piccolo paesino di provincia. Non avevamo grandi ambizioni, ma dentro di noi sognavamo di vivere quello che vedevamo fare dalle nostre band preferite come i Blink 182, Good Charlotte, ecc…

Poi, tutto d’un tratto, è successo qualcosa. Una nostra canzone è diventata un successo inaspettato e, in un batter d’occhio, ci siamo ritrovati catapultati nel mondo della musica mainstream.

E’ stato un periodo folle, ricco di emozioni contrastanti. Da un lato, eravamo felici di aver realizzato il nostro sogno di diventare musicisti professionisti.

Dall’altro, ci sentivamo un po’ spaesati da tutto quel successo.

Ma la cosa che ho amato di quel periodo è che c’era una connessione reale tra tutto quello che ci girava attorno. Non esisteva ancora quell’ossessione dei social network e ci si viveva molto ogni esperienza. Ci sentivamo come delle rockstar, anche se in realtà eravamo solo dei ragazzini.

E poi c’erano i fan. Ci scrivevano lettere, ci fermavano per strada per farci i complimenti. Ci sentivano vicini e ci davano la forza di andare avanti.
Quel periodo è stato un’esperienza indimenticabile, che ci ha cambiato la vita. Ci ha insegnato il valore della musica, dell’amicizia e dell’amore per il proprio pubblico.

Dopo il successo, la caduta e il silenzio. Cos’è successo?

La pausa ci ha permesso di evolverci.

Dopo anni di successi, ci siamo sentiti come se fossimo in una gabbia. Non potevamo più crescere, non potevamo più sperimentare. Avevamo bisogno di una pausa, di prenderci del tempo per noi stessi.

In quel periodo, ognuno di noi ha fatto un viaggio di scoperta. Abbiamo esplorato i nostri lati più nascosti, abbiamo affrontato le nostre paure, abbiamo cercato la nostra vera voce.

Quando ci siamo ritrovati, eravamo cambiati. Eravamo più forti, più resilienti, più autentici. Sapevamo che cosa volevamo dalla vita e dalla musica.
Quella pausa è stata una trasformazione. Ci ha permesso di evolverci come artisti e come persone. E ci ha portato ad avere tra le mani il nostro miglior album di sempre.

Ai tempi c’era rivalità con i Finley?

Da parte nostra non c’è mai stata nessuna rivalità. Penso che se davvero ci sia stata una rivalità, questa fosse stata innescata e portata avanti dalle case discografiche. Ma penso fosse una cosa normale, non trovi? Cioè loro sono aziende e come tali pensavo ai numeri.

Noi e band come Finley eravamo solo ragazzi che facevano quello che gli riesce meglio, scrivere e portare le proprie canzoni sui palchi.

Festival di Sanremo? Avete mai pensato di proporvi?

Ci abbiamo pensato non ti nascondo che per un paio di volte siamo stati molto vicini per parteciparvi. Avevamo presentato due brani, “Sopra il mondo” e “L’applauso del cielo”, che ci piacevano molto e che pensavamo potessero avere un buon riscontro.

Tuttavia, alla fine non siamo stati selezionati. E forse è stato meglio così. Certo, Sanremo ci avrebbe aperto nuove porte e chissà dove potremmo essere ora. Ma so che se la vita non ci ha fatto salire su quel palco un motivo c’è.

Forse non eravamo ancora pronti, forse non avevamo il brano giusto. Ma chi lo sa che nei prossimi anni non possa succedere qualcosa di inaspettato e avremo finalmente l’occasione di esibirci sul palco più bello d’Italia.

Cosa pensate dell’attuale scena musicale in Italia?

La scena musicale italiana è in fermento. Ci sono tantissimi artisti, soprattutto nel sottobosco, che hanno molto da dire.
Noi abbiamo avuto la fortuna di scoprire alcuni di questi artisti, e siamo rimasti colpiti dalla loro creatività e dalla loro passione.

Per questo abbiamo deciso di collaborare con alcuni di loro, come ad esempio Millefiori, che ha partecipato al nostro nuovo singolo “Attacchi di panico”.
Millefiori è un artista emergente che ha un talento straordinario. Le sue canzoni sono profonde e sincere, e parlano di emozioni universali.
Siamo convinti che Millefiori abbia un grande futuro davanti a sé, e siamo felici di poterlo supportare.

Ad aprile uscirà il nuovo disco d’inediti dei Lost. Cosa ci potete anticipare?

È il nostro periodo migliore, sia dal punto di vista personale che musicale. Stiamo scrivendo i nostri pezzi migliori, e abbiamo così tanto da dire e da far ascoltare.

Questo disco è un full immersion nel punk rock, il nostro genere musicale preferito. Abbiamo preso tutto quello che siamo e lo abbiamo portato all’estremo. Sarà un disco potente e coinvolgente, che vi farà ballare e riflettere allo stesso tempo. E nei prossimi mesi, vi daremo altri assaggi.

 

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