20 Marzo 2014
di Direttore Editoriale
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20 Marzo 2014

INTERVISTA A ROBERTO CASALINO

Roberto Casalino cantautore è anche uno degli autori italiani più prolifici degli ultimi anni,sua tra le altre,"L'essenziale" con cui Mengoni vince Sanremo.

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Roberto Casalino, classe 1979, è uno dei più prolifici parolieri e compositori italiani, oltre ad essere un talentuoso cantautore.

Nel 2002 trova la grande occasione diventando corista di Tiziano Ferro poi, nel corso degli anni, scrive un sacco di canzoni. La consacrazione arriva con Giusy Ferreri per cui firma con Tiziano “Non ti scordar di me” e poi interamente “Novembre“, il singolo di lancio del primo disco della vincitrice morale di X Factor prima edizione che venderà oltre 350.000 copie.

Noi di All Music italia abbiamo deciso di intervistarlo per saperne un po’ di più sulla vita artistica di un autore di successo…

Inizi la tua carriera come cantante nel 1999. Oggi che ricordo hai del periodo con gli Equilibriolabile?

E’ stato un periodo di sperimentazione musicale: dalla scelta delle cover fino ad arrivare ai brani inediti, alla ricerca di una mia personalità  musicale. Il batterista attuale della mia band è lo stesso di sempre: è lui l’unico superstite degli Equilibriolabile. E’ bello poter condividere la passione per la musica con belle persone, con le quali poi si instaura un rapporto di amicizia duraturo.

Un ruolo determinante nella tua vita sicuramente lo ha Tiziano Ferro, di cui diventi corista nel 2002 e con cui inizi a firmare dei brani, il primo “Entro il 23” per il gruppo Mp2. Che rapporto hai con Tiziano e cosa ti ha insegnato?

Penso che siano stati diversi i momenti determinanti nella mia vita, così come le persone con cui ho avuto modo di interagire negli anni. Tra questi c’è anche Tiziano. Siamo amici da circa 21 anni: ci lega un affetto sincero, stima reciproca e una passione per la musica. Siamo cresciuti insieme musicalmente e credo che in qualche modo ci siamo influenzati.

Il tuo primo singolo da solista “Così non vale” è del 2004. Da lì poi tenti la carta Sanremo svariate volte prima con “Il demiurgo”, poi arrivando tra i finalisti di SanremoLab ma entrambe le volte non è andata. Con gli anni però ti sei preso le tue rivincite sul Festival visto che vari artisti hanno cantato le tue canzoni su quel palco (Giusy Ferreri, Nina Zilli, e Francesco Renga tra gli altri) e vincendolo con “L’essenziale” di Marco Mengoni. Sogni ancora di presentarti in prima persona su quel palco?

Certamente. E’ un sogno che non abbandono e continuerò a provarci.

Ormai da un po’ di anni convivi con entrambi i ruoli, autore e cantautore, in quale veste senti di esprimerti al meglio?

Principalmente sono un cantautore, scrivo innanzitutto per me stesso e poi scelgo quali brani tenere per me e quali affidare ai miei editori. Per cui le due anime non sono scisse, bensì  complementari.

Come nasce un tuo brano? Si parte dalla musica o dalle parole? Sono tutti frutto di tue esperienze vissute?

I miei brani sono tutti autobiografici. Non c’è un modus operandi definito: ogni canzone decide da sola come venir fuori. Mi appunto sempre frasi, melodie, parole chiavi sul mio taccuino o sull’ipod. Faccio in modo di non lasciarmi sfuggire nulla di tutto ciò che mi viene in mente.

La tua prima canzone scritta per un’artista nota è “E va bé” scritta a quattro mani con Tiziano Ferro per Syria. Che ricordi hai di quel primo traguardo e di quella canzone nello specifico?

E’ un brano che tuttora ascolto e che rappresenta uno dei primi tasselli della mia carriera artistica.

Nel 2009 pubblichi il tuo primo album da solista, “L’atmosfera nascosta”, a quel dei brani contenuti sei più affezionato? Io ti confesso che ho un debole “Nero addio”…

Quel disco è importante nella sua totalità per me, perché racchiude 14 canzoni scritte nell’arco di 8 anni… quindi può sembrare poco omogeneo, ma ci tenevo a inserire i brani cui ero più legato. Anche io ho un debole per Nero addio, così come per L’idea senza regole e L’atmosfera!

Il boom come autore arriva grazie a brani scritti per Giusy Ferreri, “Non ti scordar di me” e “Novembre”, anche recentemente hai ringraziato pubblicamente su Facebook Giusy perché in tutti questi anni non si è mai dimenticata di ringraziarti. Spesso il successo di un artista è legato anche ai suoi autori. Secondo te gli artisti sono abbastanza riconoscenti?

E’ una domanda troppo generica. Credo che tutti gli artisti siano grati agli autori dei loro brani e viceversa. C’è poi chi lo esterna anche pubblicamente nelle interviste, chi magari lo fa solo privatamente attraverso un sms o a voce nelle occasioni in cui ci si incontra. Io posso ritenermi fortunato sotto questo aspetto.

Ti è capitato di dare consigli sull’interpretazione ai destinatari dei tuoi pezzi? Hai qualche aneddoto legato ad un brano e al suo interprete che ti piacerebbe raccontarci?

Quando hai la possibilità di lavorare in studio a stretto contatto con l’artista (come è accaduto di recente con Giusy), c’è uno scambio di opinioni anche sull’interpretazione dei brani. Ma ognuno, poi, interpreta a proprio modo e secondo il proprio sentire.

Hai collaborato con altri artisti usciti da un talent show, Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Annalisa Scarrone, Francesca Michielin fra i tanti. Qual è il tuo giudizio su questi format e cosa pensi faccia capire se un “ex-talentato” ha le carte per potercela fare con le proprie gambe dopo l’esperienza televisiva?

Credo che i talent siano una grande occasione per chi vuole avere, oggi, una possibilità  nel mondo della musica piuttosto che della danza. Il talento fa la differenza e quello si dimostra con il tempo, l’impegno e la costanza nel proprio lavoro. Ci vuole anche un pizzico di fortuna, però!

Come vedi il futuro della musica? Pensi che la grande fruibilità  permessa dal web in questo momento storico sia d’aiuto o metta in pericolo il mercato musicale? Cosa suggeriresti per far sì che le cose migliorino soprattutto per i cantanti emergenti?

Il mercato discografico mondiale, soprattutto quello italiano,attraversa una crisi costante da diversi anni ormai. Non so dirti quale possa essere la soluzione: il web permette di divulgare velocemente le proprie creazioni e raggiungere tante persone sparse nel mondo. Forse una maggiore regolamentazione dei servizi streaming e del download potrebbero dare ossigeno a un mercato in affanno. Gli emergenti hanno sempre meno spazio, perché ci sono sempre meno soldi da investire su progetti nuovi.

Ormai hai consolidato una certa fama come autore scrivendo per grandi nomi, ma se un artista emergente ti chiedesse di scrivergli una canzone lo faresti ugualmente? Il tuo editore in questo potrebbe fermarti?

In questo momento della mia vita artistica cerco, insieme ai miei editori, di impiegare le energie su progetti ben definiti e che abbiano un certo tipo di esposizione. Quando ricevo mail di ragazzi che mi chiedono pezzi, io rispondo loro che ci sono tantissimi autori emergenti e bravi che scrivono belle canzoni. La differenza la fanno sempre le canzoni, non il nome famoso.

Fare musica per lavoro diventa un peso a volte o si riesce comunque a tenere viva la “magia”? Dove trovi i tuoi spazi di libertà?

Ovviamente ci sono momenti di pressione e di scadenze, ma questo fa parte di ogni lavoro. Io cerco di mantenere sempre il contatto con la mia realtà, fatta di cose semplici e comuni. Da queste, traggo l’energia necessaria e quella magia di cui parli.

Chiudiamo sempre le nostre interviste con giochino ovviamente ironico, ispirato a quello della torre. A chi rompi il cd?

Emma o Amoroso?
Carmen Consoli o Elisa?
Moltheni o Tiziano ferro?
Tracy Chapman o Damien Rice?

A questa domanda “cattiva” rispondo che rompo il mio cd, che ancora non è stato pubblicato 🙂

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