26 Aprile 2020
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26 Aprile 2020

Intervista a Caterina: “Questo disco mi ha aiutata a riconciliarmi con me stessa”

Dieci tracce che rivoluzionano e presentano il mondo musicale dell'artista a quattro anni da X Factor

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Caterina, Da X factor al primo disco, l’omonimo Caterina, uscito il 27 marzo scorso per Fiabamusic / Artist First, per l’occasione abbiamo intervistato per voi Caterina Cropelli.

La giovane cantautrice trentina pubblica il suo primo lavoro, arrangiato da Clemente Ferrari che, in dieci tracce, racchiude tutto il suo mondo.

L’album è stato prodotto da Piero Fiabane, registrato e arrangiato da Clemente Ferrari che ha anche suonato tastiere, clarinet, hammond, synt, fisarmonica, programmazione e bassi, con Davide Aru alle chitarre, Cristiano Micalizzi alla batteria, e gli GnuQuartet agli archi.

Pierpaolo Ranieri ha suonato i bassi di Cemento e Il cielo in una scatola. Il disco è stato mixato da Marco Dal Lago e il mastering è di Maurizio Biancani, le voci sono state registrate presso lo studio dei The Bastard Sons of Dioniso e curate da Jacopo Broseghini.

I cori sono di Caterina, Clemente Ferrari, Jacopo Broseghini e Federico Sassudelli.

Non ti ho detto mai è stata arrangiata da Maurizio Filardo, che ha suonato chitarre, tastiere e programmazione, con Matteo Pezzolet al basso e alla batteria e percussioni di Daniele Petrella. Mixaggio di Maurizio Filardo e mastering di Giovanni Versari.

Questa la tracklist del disco:

  1. SOFFIO
  2. O2
  3. QUANDO
  4. FIORELLINO
  5. CEMENTO
  6. LA TUA COLLEZIONE feat. ANANSI
  7. IL CIELO IN UNA SCATOLA
  8. OCCHIALI
  9. NON TI HO DETTO MAI
  10. DUEMILACREDICI

Caterina, l’intervista

Caterina è il tuo primo album, com’è nato questo progetto e cosa ti ha portato a scriverlo?

Questo progetto è stato una sorta di “venirmi incontro”.

Finito X Factor ero totalmente spaesata e persa. Non avevo mai pensato di scrivere prima di allora, ma sentivo che quella era la strada da prendere, dovevo provare a farlo.

Questo disco mi ha aiutata a riconciliarmi con me stessa, mi ha fatto amare i miei limiti e considerare la mia forza. Scrivere mi aiuta ad essere più sincera con me.

Ci sono grandi emozioni in questo disco e penso ci siano anche dei buoni messaggi che spero possano essere condivisi da molti.

Tra le collaborazioni spicca il nome di Veronica Marchi, che ha scritto con te Cemento, e quello di Anansi con cui duetti in La Tua Collezione. Come sono nate queste collaborazioni e cosa hanno aggiunto al tuo album?

Queste collaborazioni sono nate un po’ per caso; con Veronica c’è sempre stata stima reciproca, anche se prima di Cemento non ci eravamo mai conosciute di persona.

Anansi è un artista che io amo moltissimo, penso che il suo modo di scrivere e di cantare sia speciale.
Ne La tua collezione mancava qualcosa: si avvicinava molto al suo stile e così ho pensato di chiedergli questo featuring di cui sono molto orgogliosa.

Come descriveresti la tua identità artistica a qualcuno che non ti ha seguito a X-Factor e non ha mai sentito una tua canzone?

Un insieme di cose, pensieri, generi, parole, concetti, suoni che unisco per cercare di creare qualcosa che sia sempre più personale.

Racchiudere tutto in uno stile mi sembra un peccato…Oggi lo chiamano “Indie”, non so se si possa definire così, ma forse non mi piace neanche tanto chiudermi in una definizione.

Sono passati quasi quattro anni dalla tua partecipazione a X-Factor, cosa ti porti dietro da quell’esperienza?

Mi trovo molto diversa dalla Caterina che ha partecipato al talent quattro anni fa: sicuramente più consapevole, è grazie a quell’esperienza se oggi scrivo le mie canzoni.

Sei ancora in contatto con Fedez o con le tue compagne di squadra? Hai seguito il percorso di Gaia ad Amici, che ne pensi?

Non ho più avuto contatti con nessuno di loro. Non seguo Amici e in realtà nemmeno X Factor da quando non è più in chiaro, quello che so di Gaia è quello che ho letto sui social.

Penso sia stata dura rimettersi in gioco, fare un talent non è facile, farlo due volte è coraggioso. Sono felice per la sua vittoria.

Nel tuo album ci sono brani dal mood più ironico e leggero come Duemilacredici e brani più introspettivi come Cemento. Caterina nella sua vita quotidiana è più quella di Duemilacredici o quella di Cemento?

Caterina è “duemilatredici” cose, dipende dalla giornata. Sono una persona che sente, ascolta e si fa molte, troppe, domande.

Fortunatamente ho – una dote ereditata da mia nonna – anche una buona dose di leggerezza, cerco di sdrammatizzare e di comprendere la vita con filosofia.

Prima dell’uscita del tuo album hai pubblicato diversi singoli, in futuro pensi che si abbandonerà il concetto di album per lasciare spazio alla pubblicazione unicamente di canzoni? Tu che modalità preferisci?

È una bella domanda questa. Diciamo che sono abbastanza tradizionalista, mi piacerebbe fare come i Beatles, ogni anno fuori un album!

Penso che i singoli servano a farsi conoscere dalle persone, a dare un’idea iniziale di chi sei e cosa fai, ma i pezzi che non rientrano nei “canoni” di “singolo”, ossia tutti gli altri che compongono un disco, diano una visione più profonda di te e di quel che hai da dire.

Nel mercato musicale fanno fatica a emergere, per lo meno in Italia, le giovani cantautrici rispetto agli innumerevoli cantautori. Quale pensi sia il motivo?

Sicuramente ci sono dei rimasugli dovuti al passato. Penso che, quando una canzone è oggettivamente bella, non ci sia distinzione: anzi siamo noi stessi col nostro pensare a discriminarci, a discriminare noi stessi.

Per questo io non ci penso: per me non c’è differenza, ognuno dovrebbe fare il suo cercando di farlo al meglio.

Per via dell’attuale situazione d’emergenza hai girato il video del singolo Duemilacredici in casa e hai deciso di non posticipare l’uscita dell’album, a differenza di molti tuoi colleghi. Cosa ti ha portato a prendere queste scelte?

È stato bello girare da sola il video di Duemilacredici, un’occasione per imparare a fare qualcosa di nuovo. C’è chi cucina, chi impara le lingue e…chi si dà al videomaking!

Duemilacredici parla di quanto sia importante usare bene il nostro tempo e non rimandare le cose. In questo momento c’è bisogno di musica e così d’istinto abbiamo deciso col mio produttore di non posticipare.

C’era un tour pronto che sarebbe dovuto partire ad inizio aprile, appena torneremo liberi l’idea è di ricominciare proprio da lì.

Intanto per la distribuzione fisica del disco abbiamo pensato di creare un sito dedicato, il link si trova sui miei social: ci impegniamo a spedirlo noi.

Mi piace molto questa cosa, è un ulteriore contatto che mi fa sentire più vicina alle persone che apprezzano la mia musica.