Irama, Polvere: significato del testo della quarta traccia dell’album Antologia della Vita e della Morte (Warner Music Italy).
Anticipato dal singolo Ex feat Elodie, Antologia della Vita e della Morte (qui la nostra intervista) è il nuovo album di inediti di Irama, che torna con un racconto viscerale ed emotivo in cui passato e presente si intrecciano, dando vita a una sorta di un viaggio – sospeso tra fragilità e forza, vita e assenza – in cui ogni dettaglio si fa narrazione intima e universale.
IRAMA, “antologia della vita e della morte”: LA GENESI
“Non so nemmeno perché sono tornato qui. Forse per ritrovarmi, o forse per ritrovarti, dentro queste stanze che sanno di polvere e di ricordi appiccicati ai muri, come l’odore del fumo”, esordisce Irama nel tentativo di raccontare com’è nata questa sua Antologia della Vita e della Morte.
Poi, aggiunge: “Non so nemmeno perché sia passato tutto questo tempo, sinceramente… Volevo realizzare un disco perfetto, perché sono un insicuro.
Ma sapete una cosa? Era tutto un alibi. La verità è che io ho avuto paura: paura di sbagliare, e basta. E la paura, a volte, ti paralizza; ti fa smettere di essere lucido.
Così ho iniziato a parlarmi. E sai qual è la cosa più strana…“.

irama, “polvere”: SIGNIFICATO e testo DEL BRANO
Polvere è un brano pieno di rabbia e disillusione e racconta di chi guarda ora la persona amata accanto a un altro, tra ricordi che bruciano e il bisogno di voltare pagina.
“Spaccami le ossa fino a diventare polvere” diventa così il grido di chi ha ingoiato troppo veleno e ora vuole disfarsi di quel peso, trasformando il dolore in libertà.
“Ero in montagna, solo con una chitarra. Il brano è nato spontaneamente, come un graffio che non puoi trattenere. È stata la prima volta che ho scritto con una chitarra, io che ho sempre avuto il piano come casa”, racconta Irama.
Poi, aggiunge: “Ne è uscito qualcosa di velenoso, ma insieme liberatorio: quasi una lama che taglia e, subito, apre l’aria. Lo sento: questa canzone troverà la sua forma vera nei concerti. È nata per quello. Vedo le persone davanti a me, sento che la cantano e che ci mettono tutta la loro voce dentro. Come se fosse loro, come se fosse sempre esistita”.
TESTO DEL BRANO
Ti ho vista perdermi
Tornare indietro
Mi hai visto arrendermi
Ma mai davvero
E mentre te ne vai
Lo so che pensi dai
Che non so renderti felice
E spero
Che lui ti meriti
Più di me almeno
E vorrei crederti
Ma ho i tuoi vestiti di là
C’è un segno sul muro
Ancora tra i cerchi di fumo
In verità
Io più mi allontano
E più è estraneo e non lo so
Mi guardi e non ricordi
Ogni volta che ti ho detto
Smettila di piangere
Per favore, almeno ora
Prova a smettere
E non lo so se è tardi o no
Nemmeno mi rispondi
Ogni volta che mi hai detto
Che dovevo andarmene
Mi sputavi il tuo veleno
Tra le lacrime
E forse un po’
Me lo merito, me lo merito
Pensi non ti ho mai chiamato
Sai, è strana la solitudine
Ti ho visto arrenderti
Toccare il cielo
Se vuoi riprendermi
Lo vuoi davvero?
O volti pagina
Forse non siamo lontani
Ma più ti allontani e scordi
Ogni volta che ti ho detto
Smettila di piangere
Per favore, almeno ora
Prova a smettere
E non lo so se è tardi o no
Nemmeno mi rispondi
Ogni volta che mi hai detto
Che dovevo andarmene
Mi sputavi il tuo veleno
Tra le lacrime
E forse un po’
Me lo merito, me lo merito
Rompimi le ossa
Finché non diventan polvere
Finché non resterà
Più niente da rompere
E non lo so se è tardi o no
Se è tardi e non ritorni
Se non ritorni
Pensi non ti ho mai chiamato?
Sai, è strana la solitudine











