Irama, Il Giorno: significato del testo della quattordicesima traccia dell’album Antologia della Vita e della Morte (Warner Music Italy).
Anticipato dal singolo Ex feat Elodie, Antologia della Vita e della Morte (qui la nostra intervista) è il nuovo album di inediti di Irama, che torna con un racconto viscerale ed emotivo in cui passato e presente si intrecciano, dando vita a una sorta di un viaggio – sospeso tra fragilità e forza, vita e assenza – in cui ogni dettaglio si fa narrazione intima e universale.
IRAMA, “antologia della vita e della morte”: LA GENESI
“Non so nemmeno perché sono tornato qui. Forse per ritrovarmi, o forse per ritrovarti, dentro queste stanze che sanno di polvere e di ricordi appiccicati ai muri, come l’odore del fumo”, esordisce Irama nel tentativo di raccontare com’è nata questa sua Antologia della Vita e della Morte.
Poi, aggiunge: “Non so nemmeno perché sia passato tutto questo tempo, sinceramente… Volevo realizzare un disco perfetto, perché sono un insicuro.
Ma sapete una cosa? Era tutto un alibi. La verità è che io ho avuto paura: paura di sbagliare, e basta. E la paura, a volte, ti paralizza; ti fa smettere di essere lucido.
Così ho iniziato a parlarmi. E sai qual è la cosa più strana…“.

irama, “IL GIORNO”: SIGNIFICATO e testo DEL BRANO
Il Giorno è un canto corale che mescola resa e fragilità. È l’inizio di una preghiera laica, dove il panico diventa un nemico quotidiano e l’assenza di chi poteva difenderci pesa come un macigno. Così, questo brano unisce voci e dolore, cercando forza nell’insieme.
“Il dolore per Pavese non è affatto un privilegio, un segno di nobiltà, un ricordo di
Dio“, chiosa Irama. “Il dolore è piuttosto una cosa bestiale e feroce, banale e gratuita, naturale come l’aria“.
TESTO DEL BRANO
Scusa
Ma non ho più voglia di combattere
E infondo, sai, la verità
È che ho finito anche le lacrime
Aspetterò
Che un maledetto attacco di panico
Mi lasci steso a terra
Sopra un pavimento fradicio
E non so se credere ad un angelo
Non so
Ma almeno tu vorrei che fossi qui
Per provare a difendermi
Ma tu
Tu mi hai lasciato qui
Qui da solo a combattere
Con una foto in mano
Come mai credi che sia stato facile
Guardarti, mentre te ne vai
Lasciando dietro una voragine
Sabbia nella stanza
Dove l’ansia mi mangia
E mi lascia nella pancia labile
Qui
Qui dove mi hai lasciato
O l’hai dimenticato?
Con una foto in mano
Che poi strapperò
Con la tua foto in mano











