amici 25: le pagelle agli inediti
POCO POCO – ANGIE
Angie ha già una sua personale forza, che va ben oltre il programma, e la sua crescita nel corso degli anni è oggettiva. Questo brano si inserisce in questo percorso e le restituisce una forza e un’intensità espressiva che sa cavalcare al meglio, attraverso vari cambi di vocalità lungo la durata del brano.
Voce piena, sussurrata, falsetto e una dinamica che cambia di continuo, creando un bel rollercoaster che ti tiene incollato all’ascolto, almeno nella versione studio, perché nelle esibizioni in programma la situazione cambia e non in meglio.
Lei bene nel cantato, meno la canzone in generale, che non brilla per originalità né nella melodia (si riprendono tantissimo Gianni Morandi e Lucio Dalla in Vita) né nel testo che, anzi, è il vero punto debole.
Non ci sono frasi interessanti o chissà quali soluzioni narrative. È una canzone molto basica, pienamente inserita nel contesto pop giovanile di oggi senza particolari frasi impattanti, alla ricerca solo di quei 15 secondi da estrarre per trovare uno sbocco di viralità social.
È sbagliato? Non del tutto, dato che la nuova generazione si muove seguendo questo schema quindi per loro non è sbagliato. Per alimentare il concetto di ‘musica’, non di ‘musica da social’, e crescere con una ricerca e una profondità diverse, forse, si può dare di più (sempre per citare Morandi) ma ci sarà tempo.
★★★★★★
6
PERDERE TE – PLASMA
Una delle peggiori di questa prima tornata sotto ogni punto di vista. La melodia, soprattutto nel ritornello, è molto molto simile ad altre di centomila canzoni. Mi viene in mente Fibra, mi viene in mente Ghali ma potremmo continuare. Diciamo che si è preferita la strada facile per restare nella comfort zone ma sull’originalità siamo messi male.
Per quanto riguarda la presenza artistica del protagonista sul brano, in questa versione studio se non si conoscesse il nome del suo interprete non si capirebbe che si tratti di Plasma. Il modo di cantare, di poggiare le parole sulla prod, sono le stesse di molti altri suoi colleghi.
Il testo poi, altra nota stonata se vogliamo parlare di qualità. Una roba elementare e scritta solo perché si doveva scrivere ma non per dire chissà che cosa. Di cose così, sul mercato, ce ne sono già a migliaia (non centinaia) e c’è bisogno di qualcosa di realmente impattante e diverso.
Insomma, questo primo inedito ufficiale è un grande no sotto ogni profilo.
★★★★
4
LEGGEREZZA D’AMORE – MICHELE
Questo ragazzo sa cantare, abbastanza evidente ascoltando questa canzone, una ballad che ha come elemento principale della ‘narrazione’ musicale il pianoforte che crea la giusta atmosfera sulla quale Michele si muove molto bene non forzando quando non deve e, dall’altro lato, mettendo intensità quando serve nella seconda parte.
Musicalmente siamo in un campo di gioco già battuto, quello di Lewis Capaldi all’estero e di Irama in Italia. Someone You Loved risuona forte in testa dall’inizio alla fine dunque anche in questo caso, come per altri, si è deciso di ‘giocare safe’ e non prendere eccessivi rischi.
I back vocals dello special potevano essere gestiti un po’ meglio, sono troppo presenti quando invece dovrebbero servire nelle canzoni solo per creare maggiore ampiezza di suono e supporto alla voce principale. Sembrano avere lo stesso volume creando quasi una sovrapposizione non del tutto piacevole.
Sul testo poco da dire perché le ballad pop sono così, dolci e sognatrici con testi che puntano dritto al cuore con la maggior semplicità possibile e questo testo fa il suo lavoro.
★★★★★★½
6½
MEGLIO – VALENTINA PESARESI
Facciamo come Maria De Filippi in puntata e specifichiamo che il brano è stato scritto da Angelina Mango. E si sente, forse troppo…
Valentina Pesaresi sa cosa sia la dinamica, sa cosa fare per creare atmosfera durante il cantato, ma è evidente che bisogna aspettare un successivo brano per giudicare la sua originalità e il motivo è, forse, fin troppo semplice: questo è un brano di Angelina e lei, forse involontariamente, fa Angelina ma non avendo altri brani da giudicare è difficilissimo esprimersi sulla sua reale capacità interpretativa.
Poniamo il caso lei sia sempre così, come la sentiamo in questo brano, potremmo dire che non abbia grande originalità considerando che esiste, per l’appunto, l’autrice di questo brano che fa già ciò che sentiamo in questi poco più di 3 minuti.
Detto questo, capito che Valentina Pesaresi abbia una spiccata tecnica ma che deve cercare di allontanarsi da Angelina per evitare il rischio emulazione, il brano è molto, ma molto bello.
Il testo è profondo, scritto bene e non banale con una crescita anche di intensità emotiva tra la prima strofa e il resto del brano, con la sua esplosione che arriva perfettamente durante lo special.
La canzone è indubbiamente tra le migliori, se non la migliore, di questa prima ondata di inediti. Ripetiamo il concetto fondamentale, vale a dire che il problema di Valentina è il rischio emulazione, quindi attendiamo, sotto questo aspetto, i futuri inediti per avere le idee più chiare.
★★★★★★★½
7½
INFERNO – GARD
Perché questa canzone, in studio, è così piena di effetti sulla voce? L’esibizione live rende molto, ma molto meglio, e fa capire molto ma molto di più.
C’è una cosa che unisce la versione in studio e quella live: questa sembra una canzone di Blanco dove Gard prova a fare Blanco e non è per nulla una cosa positiva perché c’è zero originalità sia nell’interpretazione che nella produzione.
Mi domando perché creare e pubblicare una canzone dove c’è da fare, quasi come obbligo morale, questo accostamento perché è davvero palese in tutto e per tutto.
Chi è Gard? Cosa devo ascoltare in questo brano che mi faccia dire che quello che ascolto sia un talento originale? A cosa devo aggrapparmi, da ascoltatore, per capire cosa può donare di nuovo questo ragazzo alla musica italiana e al mercato discografico?
Attenzione, perché conosco i miei polli: Valentina Pesaresi e Gard hanno una situazione completamente diversa e il motivo è presto detto. La canzone della ragazza è stata scritta dalla stessa Angelina, ergo l’emulazione può involontariamente nascere e, come detto nella sua pagella, dobbiamo attendere un prossimo inedito per capire meglio.
È successo tantissime volte, per esempio a Chiamamifaro con le canzoni scritte per lei da Riccardo Zanotti. Quando un cantante giovane si ritrova una canzone scritta da un big, per una questione anche di rispetto tende a non snaturare ciò che viene donato con un proprio stile. È come un muscolo involontario.
Nel caso di Gard, il testo l’ha scritto lui e non c’è traccia di Blanco ma il suo stile è quello di Blanco quindi non è che qui esiste un rischio emulazione, è proprio questo il suo modo di cantare e interpretare a prescindere da chiunque altro. E non va bene.
La riascolterei in macchina? No, preferirei riascoltare Notti In Bianco. E’ così pessima da pensare che forse sarebbe stato meglio non pubblicarla? Ma assolutamente no, non è una situazione drammatica però bisogna rivedere l’originalità perché quella è la partita dove si gioca tutto.
★★★★★½
5½
PRIMA DI ADESSO – RICCARDO STIMOLO
Il punto di forza di questa canzone è il ritornello, senza dubbio alcuno. Proprio bello e interpretato molto bene, con anche un graffiato che spunta all’improvviso che fa capire quanta carica emotiva ci sia.
Riccardo ci crede proprio in ciò che sta cantando e lo lascia capire all’ascoltatore senza dubbio alcuno, collegandosi anche alla tradizione delle grandi canzoni melodiche italiane sanremesi.
Il brano sarebbe proprio perfetto per stare in gara a Sanremo (Giovani per il momento, non corriamo che c’è tempo e stiamo con i piedi per terra che a cadere ci stanno un attimo questi ragazzi. Proteggiamoli).
Per quanto riguarda il testo, come tante altre anche questa è una canzone d’amore che potremmo definire standard. In generale, anche lui come gli altri, non si osa in questa prima fase di inediti con messaggi di chissà quale tipo. La profondità c’è nei sentimenti, per carità, ma nero su bianco vengono trascritti con frasi trite e ritrite.
Bene lui, bene l’interpretazione, bene la canzone in linea generale, ma ci si aspetta di più sotto il profilo della scrittura. Osate ragazzi, sperimentate senza rifugiarvi sempre nel sole, cuore e amore perso o guadagnato.
★★★★★★★
7
QUALCOSA DI GRANDE – FLAVIA BUONCRISTIANI
L’inizio mi ha spaventato, proprio il primo giro di accordi, perché è uguale a quello di Angelina Mango in Come Un Bambino. Fotocopiato.
Per fortuna si va avanti e la canzone prende una direzione diversa, nonostante anche la tonalità uguale che può trarre in inganno nei primi dieci secondi di canzone.
Il timbro di questa ragazza è particolare, molto più caldo, maturo e profondo rispetto a quanto ci si possa aspettare da una ragazza così giovane. Se sfruttato bene si possono fare grandi cose.
In questo caso la canzone è molto normale, si lascia ascoltare se passa in radio, ma non stiamo parlando di un fulmine di guerra pronto ad abbattere i cancelli del paradiso.
È una canzone normale nel senso che di strutture armoniche e melodiche così ne abbiamo sentite a fiumi. Di power ballad con questo crescendo nello sviluppo del brano dall’inizio alla fine ne esistono tantissime quindi bisognerebbe riuscire a trovare un terreno più fertile rispetto questo che è ampiamente battuto da decenni.
Con questo timbro, con questa voce è giusto che si rimanga nel mondo del pop, non si parla di andare sul black metal o sull’emo core, ma l’importante quando si ha quell’età è sperimentare tantissimo per trovare una chiave, anche nel pop, che possa essere identitaria.
In questo momento abbiamo una canzone carina ma piuttosto normale che non servirà a valorizzare questa ragazza nell’immediato.
Ci vorrà ben altro per emergere e credo, a dispetto del primissimo giudizio che diedi quando è entrata nella scuola (non mi aveva convinto per nulla e in nulla), che ci sia del materiale artistico su cui lavorare ma c’è bisogno di tempo, tanto tempo, sperando che non si scelga per l’ennesima volta di standardizzare una persona come già fatto in passato perché, al momento, siamo saturi di cantanti pop.
Si può fare davvero Qualcosa di Grande, basta solo studiare e rigare dritto verso l’obiettivo, che è quello del miglioramento e della crescita personale.
★★★★★★
6
FAHRENHEIT – OPI
Questa canzone è di una bruttezza rara, ma è così brutta che fa il giro ed è l’unica che mi viene da canticchiare rispetto a tutte le altre, l’unica che ricordo e l’unica che mi torna in mente quando penso a questo giro di inediti.
Mi viene in mente pure Valentina, ma se mi chiedete di canticchiare a mente la sua canzone devo pensarci qualche secondo. Opi, invece, mi fa partire il “E UN PO’ FA MAAAAAAAALE SAI” a nastro e questa è una cosa che succede quando le canzoni riescono a fare il loro lavoro, cioè avere una melodia e un’immediatezza che colpiscono subito.
Tipo le canzoni de Il Pagante, per dare un’idea. Pessime, senza qualità, però “ostriche e champagne, viene giù la valanga” la sai a memoria e non sai spiegarti neanche il motivo.
È brutta questa Fahrenheit? Urca se è brutta, ma proprio tanto tanto. È brutto il modo di cantare di questo ragazzo, ancora acerbo a livelli incredibili. È brutto il testo, non ha nulla che possa far pensare a un testo di qualità. È brutta la melodia, scopiazzata da una qualsiasi canzone powerpop di Blanco (già, anche qui come nel caso di Gard).
È tutto brutto, però è l’unica che il mio cervello ha memorizzato fin dal primo ascolto e questo non si può non tenere in considerazione, purtroppo per me e per fortuna per lui.
È chiaro che se dovessi considerare solo ed esclusivamente il brano, sarebbe pienamente insufficiente, però l’impatto sul mercato non può essere messo da parte e questo è un brano che potenzialmente può colpire dritto. Botta di fortuna o sto ragazzo ha capito qual è la chiave per entrare in empatia con le menti di chi ascolta, involontariamente, e la cavalcherà anche in futuro? Non saprei dirlo.
Per ora si becca la sufficienza, ma non dimentichiamo che la canzone non è, ripeto NON È bella per nulla e in nulla. Semplicemente, arriva prima delle altre, che hanno testi super profondi, l’anima fragile, il cuore spezzato o quella sana voglia di dimostrare quanto si sia bravi a cantare e ste robe qui.
Poi arriva Opi, zitto zitto, e scarso come pochi altri, “E UN PO’ FA MAAAAAALE SAI“. Non te lo spieghi, è così e basta e a volte capita.
★★★★★★
6











