Warner Chappell e Gianluca Grignani hanno trovato un accordo in merito alla vicenda legata al brano La mia storia tra le dita, dopo mesi di botta e risposta pubblici a mezzo stampa in cui è stata coinvolta anche Laura Pausini.
Procediamo per punti, ma partiamo dalla fine: dall’ultimo comunicato stampa inviato all’Ansa nel pomeriggio di oggi, 18 novembre, da parte di Warner Chappell (ricordiamo, per i meno avvezzi alla materia, e prima di iniziare con la cronistoria, che si tratta di una società editoriale e non di Warner Music Italy).
Di seguito le dichiarazioni riportate da Ansa:
“La Warner Chappell, società editrice del brano, ha annunciato di aver risolto positivamente con Gianluca Grignani e Massimo Luca (l’altro autore del brano, ndr) la controversia nata dalla modifica del testo dell’opera La mia storia tra le dita nella versione pubblicata da Laura Pausini.
L’intesa è stata raggiunta mediante un accordo grazie al quale gli autori consentiranno la permanenza sul mercato della predetta versione. Tutte le parti esprimono soddisfazione per il risultato ottenuto».
Laura Pausini, Warner Chappell e Gianluca Grignani: tutta la storia
La vicenda sembra essere definitivamente chiusa grazie a questo accordo. Ma da dove nasce tutto ciò? Qual è stata la miccia che ha fatto divampare la fiamma e ha rischiato di portare le parti coinvolte in tribunale?
Come ricorderete, la storia parte mesi fa, quando Laura Pausini annuncia che da lì a breve (settembre 2025) avrebbe pubblicato La mia storia tra le dita in più lingue e che, nella versione italiana, ci sarebbe stato un piccolo cambiamento nel testo.
Grignani sosteneva di non essere stato informato e di non avere autorizzato nessun cambiamento, minacciando di adire le vie legali per proteggere l’integrità dell’opera — cosa poi evidentemente avvenuta.
Warner Chappell non è rimasta a guardare e, il 24 settembre, ha inviato una nota ufficiale in cui ribadiva che, in realtà, tutte le autorizzazioni erano state regolarmente concesse (trovate l’articolo QUI).
Sempre lo stesso giorno, gli autori del brano (Grignani e Massimo Luca) hanno prontamente risposto definendosi «sconcertati» e specificando che “Nessuna autorizzazione alla modifica del testo dell’opera è mai stata rilasciata dagli autori, tant’è che, nonostante la diffida già inoltrata e il clamore mediatico, tali asserite autorizzazioni non sono mai state esibite“.
Nella stessa nota, Grignani e Luca annunciavano anche l’intenzione di passare alle vie legali contro il legale rappresentante di Warner Chappell per diffamazione, escludendo di fatto in modo totale e definitivo Laura Pausini da qualsiasi possibile coinvolgimento.
Come avevamo spiegato QUI, la cantante risultava in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie rilasciate dall’editore del brano, ovvero dall’ente che ha il compito di stabilire se gli artisti possono procedere con nuove versioni di un’opera.
Di fatto, la Pausini non aveva alcuna responsabilità legale nella vicenda. La querelle era da risolvere tra autori ed editore, senza alcun coinvolgimento dell’interprete.
Qualcuno chiederà scusa a Laura Pausini?
La domanda nasce spontanea: considerando che l’unica ad avere ricevuto shitstorm sui social è stata proprio Laura Pausini, pur essendo chiaro che non avesse sbagliato nulla, qualcuno si adopererà per farle arrivare delle scuse?
Un’altra domanda — inevitabile alla luce dell’ultimo comunicato — riguarda i contenuti effettivi dell’accordo, ovvero se vi sia stato un riconoscimento economico per gli autori o un’altra forma di negoziazione da parte di Warner Chappell con Grignani e Massimo Luca.
E, scendendo ancora di più nel dettaglio: se si è dovuto trovare un accordo, significa che una delle due parti ha commesso un errore, altrimenti non si sarebbe arrivati a questo punto. Chi ha sbagliato, dunque? Secondo logica, essendoci stato un accordo, si potrebbe pensare all’editore. Fatto sta che la questione appare definitivamente chiusa.
Un dato è certo: l’unica ad avere ricevuto un’ondata di odio pur non avendo fatto nulla di sbagliato è stata Laura Pausini. Resta quindi un’ultima domanda, l’ultimo nodo da sciogliere: il caso è davvero chiuso o qualcuno dovrà chiedere scusa a qualcun altro?











