Intervista video a Giorgia che torna dopo due anni di attesa con il nuovo album che si chiama semplicemente G, il cui significato è pieno di tante cose che la stessa cantante ha spiegato ai nostri microfoni.
In questo progetto ci sono i singoli già pubblicati, da La cura per me a Golpe, e la sorpresa del brano sanremese in feat con l’autore originale, Blanco, che ha arricchito il tutto con la sua visione e la sua energia. Trovate tutti i brani, gli autori e i produttori in questo articolo.
IL RITORNO DI GIORGIA CON UN DISCO, “G”
Giorgia appare molto carica e vogliosa di far capire e sentire a tutti a cosa ha lavorato, cosa ha scelto di inserire e cosa significano le frasi e le parole di tutto il progetto.
In mezzo a tutto questo, una vita frenetica tra musica, tv e casa con compagno e figlio. Si parte proprio da qui, da come si riesce a gestire tutto questo:
“Dicono che sono molto ottimista e positiva ma non lo sono, però è un periodo pieno di cose. Sul fronte lavorativo sono un treno, sto tanto fuori casa e mi pesa ma il figlio, a 15, in qualche modo se la cava. Anche il mio compagno ha i suoi ritmi quindi quando passo a Roma quelle 24, 48 ore cerco di lasciare tutto organizzato ma sono più preoccupata per i gatti. Ne abbiamo 4 e non mi mollano mai, sono più in pena per loro che per gli umani”.
Passando all’album, per la prima volta nella cover non si vede il volto. Da cosa dipende questa scelta?
“Questo disco è una prima volta, ho lavorato in un modo che non ho mai usato prima. Sono stata lontana dalla mia zona di comfort e anche la foto di copertina doveva essere una prima volta, piaceva a me e al mio gruppo di lavoro.
Stare a figura intera e senza volto significa andare dritti all’essenziale, anche per questo si chiama G. Gli amici mi chiamano G ma significa anche Grazie per tutto il supporto di questi anni”.
In mezzo alle varie canzoni ce n’è una molto più internazionale delle altre, Tra Le Lune e Le Dune. C’è Rosalia, i Daft Punk…
“Vero, c’è tutto ma c’è anche una citazione Jacksoniana e avevo paura di cantarla all’inizio, invece è stata più semplice di come pensassi. C’è produzione e penna di Dardust, quella di Jacopo Ettore e ci sono queste immagini evocative del deserto, delle croci, del calendario, un mondo che mi piace molto di immagini che appartengono a ciò che mi piace”.
Quali canzoni sono state difficili da cantare?
“Paradossale, che sembra cantabile e lineare ma c’è tanto lavoro di fiato sulla strofa, con uno special molto alto, e anche Carillon ma mi piace talmente tanto che mi ci sono tuffata del tutto. Sabbie Mobili, anche, ha delle fasi complicate, ma tutte hanno qualcosa che mi hanno fatto scoprire risorse diverse e metriche diverse rispetto quelle con cui sono cresciuta.
Carillon, in particolare, è un dialogo con la me bambina. Non volevo snaturare la poesia che mi è arrivata e la vivo come se io parlassi alla mia metà timida, chiusa, che sognava ma che non osava dirlo e viveva nella sua stanza. Un po’ come se questi due miei lati, adesso, convivono”.
Passiamo al feat con Blanco. Hai ripreso la demo originale di Blanco o l’avete registrata di nuovo?
“Abbiamo mantenuto solo un paio di linee bellissime di Blanco, per il resto ha ricantato il secondo inciso. Lo special e il finale abbiamo mantenuto il suo originale, c’è tutto il suo modo di interpretare e in più c’è la mia parte che ho cambiato perché volevo mantenere una coerenza con ciò che spero di avere trasmesso in questi anni”
Videointervista a giorgia











