5 Giugno 2018
di Interviste, Recensioni
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5 Giugno 2018

Irama – Plume – Recensione

Il suo album, Plume, è primo in tutte le classifiche digitali e non. In attesa del verdetto della FIMI, ecco la recensione del disco di Irama

Irama
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Irama dallo stallo alle stelle.
Nonostante sia giovanissimo, Irama, finalista del talent Mediaset Amici di Maria De Filippi, di chilometri artistici ne ha già percorsi diversi; a cominciare da quel Festival di Sanremo 2016 in cui gareggiò come nuova proposta ed in cui si scontrò, perdendo, in duello con quello che oggi è un big della musica italiana nonché giudice proprio del talent che lo vede in gara, Ermal Meta. E benché eliminato, Irama conobbe anche la gioia della classifica con il suo album d’esordio, cosa che spesso non riesce nemmeno ai finalisti del festivalone, figuriamoci ad uno che è passato di lì per 3 minuti o poco più. Ma Filippo Maria Fanti (questo il suo vero nome) ha in realtà un suo mondo ben specifico da raccontare; le sue storie sono crude, spigolose, e rivelano solo a tratti spiragli di luce in mezzo a vari coni d’ombra.

Filippo scrive molto in chiave rap, non disdegnando però diverse aperture alla melodia, diversi momenti cantati, spesso strappati vocalmente, da cui emerge la sua verità. Troppo per passare inosservato e difatti arrivò la vittoria trai giovani al Summer Festival, mentre il suo album continuava a ricomparire di tanto in tanto in chart, fino a che poi, come da lui stesso raccontato nell’accademia delle reti del biscione, sono iniziate delle incomprensioni con la sua casa discografica, la Warner, rea, a suo dire, di averlo messo in stand-by e di impedirgli di prodursi in un secondo lavoro. Cosa curiosa è che la Warner stessa, però, abbia però fatto valere il contratto in essere per confermare nella propria scuderia il giovane rampollo dalla penna florida, ora che, grazie ad Amici, la luce s’è accesa prepotentemente su di lui.

Sta di fatto che così Plume, questo il titolo del nuovo album di Irama (Plume è il nomignolo che Irama usa sulle sue pagine social del nostro) dopo tanto combattere, ha visto la luce proprio sotto la stessa etichetta, la quale ha già iniziato a bearsi delle centinaia di copie vendute che hanno spedito il lavoro al primo posto della classifica degli album digitali, ed in attesa, ma certo con buona speranza, che la cosa venga confermata anche da quella ufficiale redatta dalla Fimi. E che il disco potesse andar bene era già plausibile dal responso che otteneva ad ogni esecuzione live Un Giorno In Più, il primo brano presentato nel talent, che è ballata ben scritta, intervallata da pause in cui riprendere fiato da liriche belle taglienti, come “il taglio anche se brucia passa e lo so” cantato con rabbia nell’inciso. I toni diventano più pacati nella successiva Che Vuoi Che Sia che ha atmosfera di canto intimo, in cui spirito d’osservazione per il mondo, diventa consapevolezza per quel che si vive nel personale. Arditi falsetti per Voglio Solo Te e sapori latini nel singolo Nera, che tuttavia avrebbe meritato un inciso un po’ più lavorato di una filastrocca, anche perché gode di una strofa metricamente interessante che ha un ottimo controtempo di preparazione all’inciso, per l’appunto.

Ingenue sono le chitarre di base del brano d’apertura, Che Ne Sai, che ricordano molto da vicino, soprattutto per arrangiamento, quelle di Hold Back The River, brano con cui si rivelò per i nostri lidi un paio d’anni fa James Bay. Il tutto poi è arrangiato in modalità quasi dance. Più curiosa è invece la sensazione celtica che viene fuori nella variazione di Per Sempre, così come è interessante il rap/no rap della conclusiva Un respiro, in cui Irama racconta di una mancanza affrontata “con la faccia pulita e la pelle più sporca dei lividi blu”.

Insomma, se Irama apparve già interessante con il suo disco d’esordio, oggi con questo Plume dà conferma di una crescita evidente, con un affinamento delle tecniche di scrittura, volta più a trovare chiavi melodiche giuste che fughe nelle barre di un rap facile, che pur non scorda, bilanciando il tutto con una maestria quasi insolita per i suoi 22 anni. E stavolta, c’è da scommetterci, non finirà tanto facilmente in stand by.

BRANI MIGLIORI: Un Giorno In Più/ Un Respiro
VOTO: 7


TRACKLIST

1. Che ne sai
2. Un Giorno in più
3. Che vuoi che sia
4. Nera
5. Voglio solo te
6. Per Sempre
7. Un Respiro

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