9 Marzo 2015
di Blogger
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9 Marzo 2015

INTERVISTA a SPAGNA: torno alle origini e canto quello che mi piace. Fare musica in Italia è impossibile meglio l’estero e il web

Ivana Spagna si racconta a All Music Italia: Il ritorno alla dance e all'inglese,la voglia di sperimentare,Sanremo e i talent show e la grande forza del web

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Ivana Spagna è una vera icona italiana. Dopo diverse esperienze dal vivo nei locali, debutta ufficialmente nel 1971 nel mondo della discografia con i primi records, ma il grande successo arriva solo nella seconda metà degli anni ’80 con una canzone completamente ignorata dai discografici italiani, Easy lady , che per caso trova spazio nelle radio francesi ed in poco tempo diventa una hit mondiale. L’anno successivo con Call me, Spagna conferma la grande forza delle sue canzoni, raggiunge il secondo posto nella classifica inglese (che resta tutt’ora un suo primato) vendendo milioni di dischi ed inizia una lunga carriera costellata di successi in giro per il mondo. Negli anni ’90 si apre un’altra felice parentesi stavolta tutta in italiano, passando per qualche Festival di Sanremo e la celebre versione riadattata de The circle of life di Elthon John, proposta in italiano per il film d’animazione Disney  – Il re leone con il titolo Il Cerchio della vita, che le permette di farsi apprezzare largamente anche dal pubblico nostrano.

Dopo qualche anno in pista e oltre 10 milioni di dischi venduti Ivana Spagna ci racconta di sentirsi “all’inizio” ed è già tempo di cambiare ancora… L’abbiamo raggiunta telefonicamente mentre si preparava alla prima uscita dal vivo con il suo nuovo progetto discografico intitolato Baby don’t go. In questa intervista Ivana ci racconta il perchè della scelta di tornare a cantare il genere che l’ha lanciata e l’amore per la dance, i progetti futuri e di come sia bello prendere la “vita come viene“. E poi Sanremo, i talent show e tutti i “filtri” che ostacolano la circolazione della musica in Italia, da qui la voglia di tornare a confrontarsi con il mercato internazionale.

Baby don’t go è il tuo nuovo singolo cantato in inglese tutto da ballare: E’ un ritorno definitivo alle origini o la tua ennesima trasformazione?

E’ un pezzo in cui credo molto, voglio farlo ascoltare il più possibile… Già lo scorso anno sono tornata all’inglese con The Magic of Love, sono entrata in classifica ed è stata una cosa carina. Semplicemente era il momento di tornare a farlo. Io sono nata artisticamente dentro alle discoteche cantando la dance dal vivo: eravamo batterista, chitarrista, tastierista e cantante con gli stessi autori di Easy Lady e Call Me che sono Larry Pignagnoli e mio fratello Theo Spagna. Quando sempre insieme abbiamo iniziato a comporre le nostre prime cose, istintivamente abbiamo usato la lingua inglese e quei suoni dance che tipici degli anni ’80 perchè venivamo da li e ci è sembrata la scelta più ovvia. Poi c’è stata anche la parentesi lunga in italiano che mi è piaciuta moltissimo, non me l’ aspettavo e che in realtà non volevo additittura fare. Ma gli anni passano ed io sono convinta che bisogna fare quello che ci si sente di fare. Questa sono io, oggi: avevo voglia di cantare in inglese l’ho fatto.

Stai lavorando anche ad un album sullo stesso genere?

No, un album non ho intenzione di farlo né in italiano né in inglese. Non è una cosa che mi interessa adesso. Voglio continuare a fare singoli in cui credo, i videoclip e portare avanti un progetto alla volta, ma bene. In mezzo a tutto ciò le serate, le tournèe… Il singolo può funzionare o no, vedremo… Sto gia lavorando su altre cose, sia up tempo che ballate, ma non so ancora cosa uscirà più avanti.

Che risposta stai avendo dal tuo pubblico in termini di vendite?

Ad essere onesta i primi giorni non mi interesso neanche, per non sbagliare! Stasera nel club vedremo la prima reazione, la più importante quella della gente; comunque mi hanno detto che sono entrata all’ottava posizione della classifica dance, ne sono felice! Prossimamente faremo promozione anche in Spagna e forse in Olanda, quindi sembra che la canzone stia piacendo… La prossima settimana inizierò ad informarmi bene e vi aggiornerò.

Tanti anni e tante canzoni… A che punto sei della tua storia?

All’inizio, come ieri e come spero anche domani. E’ la verità, magari farà ridere qualcuno, ma l’entusiasmo di ricominciare è sempre qualcosa di nuovo ed io ho voglia di fare sempre tante cose. Nel momento in cui stiamo parlando sono in macchina, in viaggio per presentare Baby don’t go per la prima volta dal vivo, sarà una cosa nuova, un inizio anche questo, dovrò trovare la dimensione di questa canzone ed interpretarla in un modo diverso da come ho fatto in studio. E’ un’emozione sempre bellissima vedere che strada prenderà il brano

Hai dichiarato di voler tornare a confrontarti con il mercato internazionale perchè più libero e democratico. Che cosa intendi?

In Italia abbiamo dei filtri molto pesanti sulle spalle: il sistema discografico, le radio, le televisioni, le amicizie… se non rientri in una qualche selezione particolare non passi neanche a morire, e tu magari hai tra le mani il tuo pezzo migliore, ma non puoi mai farlo sentire. A questo punto sai che c’è? Canto come mi pare ed il brano lo lancio sul web… Per assurdo può succedere qualcosa in un altro paese! Lì almeno lo fanno ascoltare… gli danno una possibilità. Questo da noi spesso non succede e non succede soprattutto a tanti artisti con lunghe carriere alle spalle, ed è una cosa ingiusta. All’estero puoi lavorare anche “senza avere santi in paradiso“!

Così come è capitato a te per Easy lady per cui le etichette italiane avevano poco interesse e poi si è rivelata un successo mondiale…

Lo ZERO interesse degli italiani vorrai dire! (ride) assolutamente si! Il mio motto è “Aiutati che Dio t’aiuta“… Se io Larry e Theo avessimo ascoltato i discografici non sarebbe mai successo niente. La cosa di base, l’unica, visto che di consigli ne ho bisgono sempre anche io ,e che vorrei dire a tutti è: Fate i cantanti se avete una vera passione! Non per diventare famosi. Solo se hai la passione continuerai, scavalcherai gli ostacoli e starai bene; Non saranno tutte rose e fiori certo, arriveranno le mazzate, ma quando ti piace quello che fai ricomincerai col sorriso. I risultati in un modo o nell’altro poi arrivano sempre.

Qual è il valore aggiunto alle canzoni degli anni ’80 che le ha rese immortali?

Non ho dubbi: di base tutti i pezzi avevano un ritmo ballabilissimo, ma oltre a quello c’erano delle straordinarie melodie che ci siamo portati con noi perchè ci sono rimaste dentro. La forza di quelle canzoni stava si nel loro ritmo, ma soprattutto nelle melodie e la facilità di certi testi, che dopo la serata in discoteca in cui li avevi ballati ti ritrovavi a canticchiare per caso scrivendoli nella tua memoria. Io ricevo ancora tantissimi racconti di ragazzi da tutto il mondo che scoprono Easy lady in un club e mi scrivono per complimentarsi.

Come si fa a scrivere un pezzo eterno come Easy lady?

L’unica è fare un pezzo in cui credi, non un pezzo che potrebbe funzionare sulla carta; Usare il cuore, senza pensare se potrebbre piacere o no. E’ inutile cercare di anticipare le mode tanto quando stai già pensando di indovinare un arrangiamento o una melodia , sei comunque arrivato dopo qualcun’altro. Se non usi il cuore sicuramente non senti tu, e non sentirà niente nessun altro.

Nella tua carriera hai stampato i tuoi dischi su vinile, musicassetta, cd. Come vivi questa ulteriore trasformazione del supporto che diventa totalmente digitale?

Bene e male: da una parte credo sia un’evoluzione importante che finalmente elimina il problema della distribuzione del prodotto, che spesso incontrava numerosi ostacoli per arrivare nei negozi, ed invece così è disponibile sempre ed ovunque per essere acquistato. Dall’altra personalmente credo che mi mancheranno molto i cd, cosi come mi manca il vinile, perchè sarà l’ultima volta che potremo “toccare” la musica, poi tutto finirà su una chiavetta o dentro ad un pc. Sarà un po’ come avere tutto e avere niente. Poi le copertine… quelle mi mancheranno davvero.

SPAGNA3

In questi anni di assenza hai provato a tornare al Festival di Sanremo?

Ho provato diverse volte, ma solo quando avevo qualcosa da dire. Mi sarebbe piaciuto partecipare ad un’edizione così : E’ stato un bel Festival, il migliore degli ultimi anni con una struttura fluida e scorrevole, Carlo Conti ha ri-dato la giusta importanza alle canzoni, diversamente da altre conduzioni più incentrate sullo spettacolo. Inoltre ho trovato molto buona la qualità delle canzoni scelte. Quest’anno un mio amico voleva presentare un brano in duetto con me, e quando me l’ha chiesto ho accettato anche se stavo già lavorando su Baby don’t go; e poi andare a Sanremo è sempre bello, è una settimana che ti elettrizza e ti dà una grandissima energia che non trovi da nessun’altra parte.

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