21 Maggio 2015
di Blogger
Condividi su:
21 Maggio 2015

Intervista a FRANCESCO GUASTI: “Perché si creano programmi per talenti senza però aiutarli? Per fortuna PIERO PELU’ crede nella musica anche senza telecamere”

Francesco Guasti, dopo The Voice lancia l'EP "Parallele", mostrando il lato sano del post-talent grazie a un vero coach presente anche a telecamere spente

Condividi su:

All Music Italia ha incontrato Francesco Guasti che, a due anni dalla partecipazione alla prima edizione di The Voice presenta il proprio stile attraverso l’Ep Parallele, lanciato dal singolo Piovono Rose, scritto da Piero Pelù, suo coach all’epoca del talent e suo pigmalione che si è dimostrato supporto solido anche ora che i riflettori si sono spenti da tempo.
In quest’intervista scopriamo tutto su questo disco, oltre ad approfondire le principali tappe del lungo percorso di Francesco, tra The Voice e due tentativi quasi riusciti di arrivare sul palco del Festival di Sanremo, che non resteranno gli unici.

Una piacevolissima chiacchierata con un giovane artista che si espone senza filtri, scagliandosi contro le difficoltà che si incontrano nel proporre musica originale, scontrandosi con le discutibili logiche dei grandi network radiofonici e la difficoltà nel far capire che la musica è fatica, lavoro e investimento, in una società dove spesso viene vista come puro intrattenimento da ottenere gratis, in modi più o meno leciti.

Ciao Francesco, ti incontriamo in occasione del lancio del tuo EP Parallele, un progetto che hai definito “figlio dell’amore per la musica“, uscito a due anni dalla tua partecipazione a The Voice. Cosa troveremo in questo disco?

Troviamo l’amore/odio che nutro per la musica. Storie che arrivo a raccontare dopo molti anni di musica, dove ho ascoltato e suonato generi diversi, dal pop, al rock, al blues… ho preso tutto e cercato di infilarlo in questo disco. Un lavoro basato sulla collaborazione e sul confronto, lavorando oltre che con Piero Pelù con Simone Papi e Marco Carnesecchi, arrangiatori affermati provenienti da mondi musicali diversi tra loro, che hanno collaborato con artisti di livello come Raf e Marco Masini.

Nell’Ep, troviamo 5 inediti e una cover, la versione rock di La Favola di Adamo ed Eva di Max Gazzè. Mi spieghi questa scelta?

Fin da piccolo in macchina con il mì babbo ho sempre ascoltato i cantautori, Guccini, Finardi, De Gregori… sono sempre stato un amante della bella canzone d’autore italiana: penso che Max Gazzè sia uno dei migliori rappresentanti moderni di questo filone.

Inoltre questa canzone, nonostante sia stata scritta qualche annetto fa è maledettamente attuale… parla un pò dei nostri amici politici a Roma… io l’ho voluta “rockeggiare” proprio per cercare di far arrivare a questi un messaggio… “se la benzina aumenta è colpa di questo, se le tasse aumentano ed è colpa di quell’altro”… dovremmo fargli capire che ci siamo accorti che ci stanno raccontando favole, sarebbe ora che si rimboccassero le maniche e iniziassero a far qualcosa per questo nostro bel paese.

Presenterai il progetto in una serie di live,  come hai preparato questo show? Cosa ascolteremo?

Sarà un ritorno ai tempi andati: formazione power trio: chitarra, basso e batteria per cercare il vero rock’n roll.  Oltre ai brani di Parallele riproponiamo canzoni che hanno accompagnato la mia storia musicale… Finardi, Battiato, Guccini, cercando di dare massima importanza alla musica italiana… anche in questo vorrei lanciare un messaggio: dovremmo batterci tutti per valorizzare la musica italiana alla quale spesso viene dato troppo poco spazio, a partire dai grandi network radiofonici.

Con noi sfondi una porta aperta…

Infatti, proprio dalle pagine di All Music Italia vorrei lanciare un appello, perché si pensi ad una legge che come in Francia, dove il 70% della musica trasmessa dev’essere nazionale.

Per questo ci tengo a fare un plauso a chi come voi si dedica alla musica italiana, dando spazio sia a quella nuova che a quella dei grandi artisti, pure loro spesso in difficoltà nel divulgare il proprio lavoro, soprattutto per via della politica di certe emittenti radiofoniche.

Essendo immerso nella promozione del tuo lavoro, avrai toccato con mano il supporto che si da nell’ambiente musicale ai progetti emergenti da radio e addetti ai lavori… quali sono le tue sensazioni in merito? Hai avuto difficoltà?

Come sempre in questo paese bisogna essere amici di qualcuno… e qui mi fermo, “amici” è una parola molto utilizzata in questo periodo… i grandi network sono un pò particolari ma ormai per gli addetti ai lavori la cosa è nota… lo sai bene anche tu…

Credi ci si debba rassegnare o vedi un margine di speranza affinché le cose possano cambiare?

Il margine ci potrebbe essere, purtroppo finché ci saranno magheggi e conflitti di interesse con chi passa un pezzo che guadagna sullo stesso, beh diventa un problema emergere con qualcosa di nuovo.

Anche nei live difficilmente si trovano ragazzi che portano musica originale, non ci possiamo poi lamentare che in Italia non c’è niente di nuovo, succede anche perché non si rischia… si cerca sempre di coprirsi le chiappe con cose che devono dare un risultato immediato, nei live come nella discografia. Prima era diverso, le case discografiche davano la possibilità di fare 3/4 dischi ad un artista nuovo prima di emergere, adesso ti danno un singolo, se non funziona ti cacciano.

Il tuo percorso per alcuni aspetti è l’eccezione che conferma la regola: da The Voice dove si fa largo uso di cover a basso rischio ed effetto sicuro, con un un piccolo spazio dedicato a brani inediti gestiti da Universal, hai iniziato un percorso fatto di altro che dopo due anni ti ha portato a Parallele…

Io sono arrivato a fare Un solo giorno in più con Universal, purtroppo in quell’anno non c’è stato da parte nè del programma nè di Universal una grande promozione su di me – come sugli altri ragazzi. Una situazione strana, ancora oggi mi chiedo: “perché si crea un programma per cercare talenti se poi questi talenti non si aiutano?”… un controsenso, ti viene il dubbio si tratti solo di uno show televisivo…

Quindi dopo aver “convinto” nello show, hai dovuto ricominciare, con la grande fortuna di aver trovato in Piero Pelù non solo un coach televisivo ma un artista affermato che ha scelto di supportarti realmente…

Sono stato sicuramente fortunato ad aver trovato sulla mia strada Piero: le sue non sono state soltanto parole ma fatti… mi ha teso la mano e mi sta aiutando moltissimo. La musica è difficile e anche grazie a lui sto raggiungendo i miei obbiettivi. A me non interessa diventar famoso ma far musica, questa è una necessità quasi fisica. Lui crede veramente nella musica, non fa questo mestiere per arricchirsi ma perché ne sente la necessità e la sua carriera è li a dimostrarlo.

Il fatto che ti abbia aiutato a due anni dalla tua partecipazione al talent, a riflettori spenti, la dice lunga… non era certo scontato…

La cosa bella è questa: le telecamere non ci sono più da due anni, subito dopo il talent si può pensare “sto ragazzo ha popolarità, gli do una mano per avere anche un ritorno di immagine“. Invece no, lui ha aspettato che io facessi un pò di strada da solo, poi ci siamo rincontrati per lavorare su questo progetto, nei fatti la cosa migliore che potessi aspettarmi da The Voice.

Come ha seguito la realizzazione del disco, il produttore Pelù?

Ha dato consigli a tutti, veniva in studio, un pozzo di idee… con Piovono rose in più ci ha messo la scrittura, partendo da uno spunto mio e del mio chitarrista,  un brano con il quale ci siamo presentati alle selezioni per Sanremo.

E non era la prima volta, sono due anni consecutivi che sfiori la partecipazione al Festival di Sanremo, ci sarà un terzo tentativo?

Si, purtroppo non ce l’abbiamo fatta, ma non demordiamo, ci riproveremo anche quest’anno… ho già un paio di brani che potrebbero essere adatti.

FRANCESCO GUASTI – PIOVONO ROSE – VIDEO

Che effetto ti ha fatto tornare sul set del programma che ti ha lanciato per promuovere il tuo EP?

Tornare lì è stato bello… mi ha fatto piacere riabbracciare molte persone che lavorano lì. Poi sai, la Tv è strana, molto strana… ci vado volentieri ma ne farei anche a meno.

Credo che la tv sia una cosa, la musica un’altra… è rischioso mischiare le cose, a meno che tu non sia davvero bravo come Piero che dalla televisione lancia un messaggio importante, la sua missione è veramente quella di portare la musica rock in tv, e non è poco. Alla mia audizione mi fecero cantare You Shook Me All Night Long, insomma gli AC/DC in prima serata su Raidue non era per nulla scontato.

Cosa vorresti dire ai nostri lettori per far capire l’importanza di un progetto come il tuo?

Di comprare la musica, dietro la musica c’è il lavoro di tante persone, in questi giorni con il quotidiano La Nazione di firenze abbiamo fatto un test, con due comici fiorentini che fermavano le auto proponendo di scambiare un vecchio cd con il mio disco, un’idea molto carina… ci siamo però resi conto che la maggior parte delle persone avevano cd “pirata”, per un musicista è bruttissimo vedere queste cose, siamo in tanti a lavorare per un progetto così, dall’ufficio stampa al booking, tante persone che si muovono e lavorano, sia nei progetti dei piccoli che dei grandi.

A breve farò un altro video per sensibilizzare su questo tema, riprendere una giornata nella quale vado al bar o a fare la spesa pagando con il Cd, per far capire che la musica è valore, come quello di qualunque altro mestiere.

Ringraziamo Francesco Guasti per la disponibilità e per essersi dimostrato l’esempio migliore dello stato d’animo della musica emergente italiana, capace di reagire con grinta ad un contesto non facile e di avere ben chiaro quanto lavoro e quanta dedizione occorra per onorare un’arte come quella della musica. Vi ricordiamo il calendario per poter vivere il mondo musicale di Francesco Guasti in dimensione live:

11169804_973195079365674_6178062464311090541_n

 Per la realizzazione dell’intervista ringraziamo il prezioso contributo di Anna Landini di Parole & Dintorni