4 Gennaio 2019
di Direttore Editoriale
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4 Gennaio 2019

Se il pubblico è sovrano, il brano di Pierdavide Carone e Dear Jack, Caramelle, merita il palco di Sanremo 2019?

Il pubblico e gli artisti italiani stanno muovendosi in rete manifestando apprezzamenti per il brano di Pierdavide Carone e Dear Jack. E se...

Pierdavide Carone e Dear Jack
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Tanti sono stati i brani scartati dal Festival di Sanremo nel corso delle scorse sessantotto edizioni del Festival. Quest’anno, tra gli altri, è toccato ad un brano molto intenso, dal testo crudo ma perfettamente radicato nella nostra realtà: Caramelle di Pierdavide Carone e Dear Jack.

La canzone, che parla di pedofilia, non è rientrata tra quelle dei 22 big selezionati per Sanremo 2019 da Claudio Baglioni e dalla sua commissione artistica. Ovviamente questo in passato è successo ad ogni Festival, centinaia di artisti con le loro canzoni sono stati bocciati perché, si sa, nella kermesse musicale più ambita d’Italia i posti restano contati.

Non è la prima volta che un brano scartato viene pubblicato a seguito dell’annuncio del cast, a volte è stato fatto svelando pubblicamente la bocciatura e, con essa, il proprio disappunto. Raramente però è successo che una canzone ottenesse buoni riscontri anche senza il Festival (ricordiamo tra queste Bruci la città di Irene Grandi, bocciata da Pippo Baudo e diventata la hit dell’estate 2007). Ed è proprio quello che ora sta accadendo a Caramelle. Dando per assodato che stiamo parlando di una bella canzone, almeno a nostro parere, cerchiamo di comprendere meglio quello che sta succedendo.

Il brano ha attirato l’attenzione dei media e, sopratutto, l’ammirazione e l’appoggio dei colleghi che in questi giorni stanno condividendo il brano; da Giorgia a Ermal Meta, da J-Ax ad Alessandra Amoroso, da Gigi D’Alessio ai Tiromancino, da Paola Turci ai Negramaro, tutti loro, e non solo, hanno speso belle parole per Caramelle. Questa si è dimostrata un’importante (e rara) cassa di risonanza per la canzone.

A tutto questo occorre aggiungere una precisazione che tutti stanno ignorando e che fatta estraniandosi per un secondo dalla tematica di spessore che affronta la canzone, ragioniando solo in termini puramente discografici e di mercato. Buona parte dell’attenzione che questo brano sta ottenendo è merito della spinta di Baraonda, etichetta discografica dei Dear Jack, ovvero la famosa discografica che fa capo a Rtl 102.5 di Lorenzo Suraci.

C’è quest’ultimo infatti dietro all’accoppiata anche se questo brano è uscito per Artist First (sembra infatti che l’esistenza di Baraonda sia ormai, volutamente, al capolinea). Di conseguenza la canzone beneficia della forza mediatica della radio più ascoltata d’Italia che l’ha anche messa questa settimana in alta rotazione come “New Hit“.

Converrete quindi che l’attenzione che i giornali stanno riservano al brano, è sì dovuta sì all’importante tematica della canzone, ma anche indubbiamente all’ “autorevolezza” di chi può permettersi di farsi ascoltare. Ed è qui che bisogna fare attenzione. La canzone non deve diventare un pretesto per fare la guerra a Baglioni, perché ogni anno decine di canzoni, anche con tematiche importanti, vengono scartate. Ogni anno quando un artista presenta il proprio brano al Festival è consapevole che potrebbe non essere preso. Alimentare questo tipo di polemica potrebbe solo nuocere ad una bella canzone con un bel messaggio a nostro avviso.

Detto questo, al di là di questa spinta rimane un dato di fatto: Caramelle è una bella canzone che probabilmente si è scontrata contro il meccanismo del Festival della Canzone Italiana, quel delicato puzzle da comporre in cui le canzoni scelte sono indissolubilmente legate al nome dell’artista in gara e alla sua popolarità. Oggi come ieri è inutile spiegarvi che non conta solo la canzone.

Le caselle del cast di Sanremo destinate ad artisti fuori dalle logiche mainstream e della grande popolarità sono contate e, quasi sempre, avvantaggiano altri generi musicali, raramente il pop, vedi alla voce Motta, Ex-Otago, Achille Lauro e Zen Circus. Proprio per riempire al meglio queste caselle evitando di scontentare troppe persone, la Direzione artistica ha provato anche a proporre dei duetti ad alcuni artisti come Elodie, Dolcenera (con Rocco Hunt), Nesli e a Patty Pravo (che ha accettato), tra gli altri.

Ora che tutte le considerazioni discografiche sono state fatte rimane un dato importante, probabilmente il più importante.
Nell’epoca dello streaming la gente è sicuramente più “libera” da condizionamenti, almeno da quelli della radio (la tv, purtroppo, è ancora tutt’altra cosa ed esercita una forte influenza sul pubblico) e sono proprio le persone che stanno manifestando questa libertà attraverso i social sostenendo, condividendo e diffondendo la canzone di Pierdavide Carone e Dear Jack.

Questo non può essere ignorato ma anzi, vista l’importanza del tema toccato, un tema di cui si parla troppo poco e che gli artisti stessi evitano di affrontare nelle proprie canzoni, il coraggio di questo brano e del suo autore andrebbero premiati. Per una volta si potrebbe realmente ascoltare il pubblico e dare l’occasione agli artisti di presentarla su Rai 1 in una delle cinque serate del Festival di Sanremo 2019, come brano fuori gara (i precedenti del resto ci sono… Povia nel 2005, Amara e Paolo Vallesi nel 2017, per esempio).

Perché questo possa anche essere preso lontanamente preso in considerazione però servirebbe smettere di strumentalizzare il brano con questo braccio di ferro, invisibile al pubblico e lontano da quello che dovrebbe essere la musica, tra poteri dell’industria discografica.

Massimiliano Longo

 

 

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