11 Marzo 2017
di Direttore Editoriale
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11 Marzo 2017

FIORELLA MANNOIA contro il Corriere.it: “Ma davvero il giornalismo in questo paese è ridotto così male?”

Fiorella Mannoia risponde pubblicamente a il "Corriere.it" e quei quotidiani che usano le polemiche per ottenere clic

fiorella mannoia
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Succede che il Corriere.it, ovvero la versione online de Il Corriere della sera, decide di pubblicare sulle proprie pagine la testimonianza di un lettore che accusa Fiorella Mannoia di non essersi fermata per salutare i fan che l’aspettavano fuori da un suo concerto.
La notizia inizia a fare il giro del web e viene riportata tra i tanti anche da Il Giornale. A questo punto la Mannoia (che fino a quel momento aveva volutamente ignorato la questione) decide di rispondere pubblicamente attraverso la sua pagina Facebook. In realtà più per commentare la decisione del quotidiano di dare spazio alla notizia, che per rispondere alle accuse rivolte alla sua persona.

Ecco uno stralcio della lettera pubblicata su il Corriere.it il 9 marzo con tanto di dicitura “L’Ingiustizia” e titolata: “Fiorella Mannoia ha finto di non vederci“…

Vorrei raccontare un piccolo episodio ma secondo me significativo, sul comportamento delle persone di successo.
Il fatto riguarda Fiorella Mannoia a un concerto a villa Bertelli di Forte dei Marmi (Lu) in estate all’aperto. Mi trovavo a passare all’esterno del teatro, tra il pubblico non pagante che ascoltava la musica di un concerto bellissimo. Alla fine la cantante uscendo dal retro, prima dei bis, è stata ripetutamente chiamata dalle persone che non si erano potute permettere l’ingresso. Il biglietto era molto caro.
Mi sarei aspettato da una cantante molto attenta alla sensibilità delle persone e attenta a coloro che sono meno fortunati, almeno a parole, un gesto, un’attenzione, insomma un segno di ringraziamento per gli applausi che le riservavano e che lei certamente aveva visto e sentito. Nonostante i numerosi richiami, non ci ha fatto nemmeno un gesto, nemmeno un saluto. Sono sincero: sono rimasto deluso…

Ieri sera, dopo due giorni in cui la notizia ha iniziato a spargersi a macchia d’olio per il web, la Mannoia ha deciso di rispondere dai suoi profili social in questo modo…

Avevo deciso di non commentare, per orgoglio e perchè mi vergognavo di scendere così in basso, per dignità, ma visto che questa non notizia sta rimbalzando nel web, mi trovo costretta a replicare.
Ma adesso io dico: ma vi pare possibile pubblicare una notizia simile? Ma davvero il giornalismo sta diventando questo? Non stiamo parlando di una testata di gossip, stiamo parlando del Corriere.it e riportato anche da “Il Giornale”
Al di là’ della fesseria che racconta questo signore, che forse non sa che noi siamo in cuffia e che a malapena sentiamo gli applausi di quelli che ci stanno davanti, ma va bene, ci può stare che io una sera non mi sia accorta, o non abbia visto un gruppo di persone, o sia andata via di corsa ( cosa che di solito non faccio) perchè avevo molti chilometri da fare per la data successiva, questo signore può anche esserci rimasto male e mi dispiace. Ma tu, Corriere, ( nella persona di non so chi) e “il Giornale potete pubblicare una notizia simile? Ma siete messi davvero così male che avete bisogno di usare il mio nome con questa minchiata per avere un po’ di visibilità? Ma davvero il giornalismo in questo Paese sia ridotto così male?

Questi sono i fatti.

Personalmente dalla mia “piccola” esperienza in questi anni su All Music Italia mi sento di dare ragione alla cantante in quanto, purtroppo, quello che dice corrisponde molto spesso al vero…
Nel nostro paese anche i quotidiani decidono sempre più spesso di dare spazio a notizie al limite del gossip, alle polemiche, alla testimonianze di chiunque decida di scrivere, senza nemmeno cercare conferme o un contraddittorio da parte della persona accusata. Siamo nell’epoca della crisi della carta stampata e dei clic ed una manciata di clic per molti sempre più spesso sembra valere più della credibilità.

Parlo anche da persona che con gli artisti ci ha lavorato e che, per questo, conosce molti dei meccanismi dietro al loro lavoro. Parlo da persona che, quei meccanismi, li ha sperimentati sulla propria pelle… dalla promozione agli instore, dal tour agli incontri con il pubblico.
A me onestamente non interessa sapere se Fiorella Mannoia si sia fermata o no a salutare quella sera, né sapere, nel caso fosse vero, il perché. Dietro ad un evento o ad un concerto ci sono molte dinamiche che purtroppo il pubblico ignora. Ci sono tempi, ci sono nuovi concerti il giorno dopo magari a 500 km di distanza, ci sono distanze da percorrere in auto, a volte ci sono problemi logistici o di sicurezza… tante sono le motivazioni che possono impedire ad una persona di fermarsi con il proprio pubblico e, noi addetti ai lavori, così come i giornalisti, li conosciamo bene. Il pubblico no. Proprio per questo motivo alimentare le polemiche non ha alcun senso. Alimentare questi obblighi inesistenti, questa idea che chi compra il disco non compra più musica per il piacere di farlo, ma sempre più spesso è convinto di comprare l’artista… pacchetto completo. Ci sono già gli instore che fanno miracoli per le vendite, ma disastri in questo senso.

Infine mi trovo a fare un’ultima considerazione (e non la faccio con piacere sia chiaro). Sempre più spesso la carta stampata (e i suoi derivati online), così ricercata dagli stessi artisti al momento del lancio di un disco, si dimostra meno intellettualmente onesta dei siti web, che a loro volta spesso sono “snobbati” dagli stessi artisti.
Questo nonostante io pensi fortemente che, negli ultimi anni, quelle poche copie vendute che l’informazione musicale riesce a smuovere, provengano proprio dal web… sicuramente il cartaceo fa rassegna stampa, dà valore, ma chi è interessato alla musica… chi vuole informarsi su un disco… è sempre più spesso il “lettore internauta” e non l’acquirente di quotidiani che capita per caso sulle pagine sempre più ridotte dedicate alla musica.

AGGIORNAMENTO: interviene Franco Zanetti Direttore Editoriale di Rockol

A seguito della pubblicazione di questo mio Editoriale io e Franco Zanetti, Direttore di Rockol, ci siamo trovati a confrontarci sulla questione via sms come talvolta facciamo con piacere quando qualcosa attira l’attenzione di entrambi. Abbiamo poi deciso di spostare il nostro scambio di vedute direttamente in questo articolo in modo da coinvolgere tutti voi qualora lo trovaste interessante.

“Ciao Massimiliano,
leggo il tuo editoriale a proposito della “vicenda Mannoia”, e vedo che, anche con qualche ragione, tu sostieni il punto di vista della cantante.
Sono d’accordo anch’io con la Mannoia quando afferma, fingendo di chiederselo retoricamente, che il giornalismo in questo paese è ridotto male.
Lo sappiamo da tempo che è così; e sappiamo da tempo che il giornalismo musicale, ammesso che ne esista uno, è ridotto anche peggio.

Qualcosa di analogo a quello che è successo alla cantante romana è successo a Fedez giorni fa, quando è stato “accusato” di aver rispettato e fatto rispettare le regole di un firmacopie. Un lettore scrive a un giornale (cosa, peraltro, che a volte mi piacerebbe fosse dimostrata: sia l’esistenza di una lettera al giornale, sia l’esistenza in vita del lettore medesimo) e il giornale riprende e rilancia. Poi, come al solito, altri giornali si accodano, rilanciano, commentano.
(Qualsiasi ufficio stampa che conosca il suo mestiere sa che ormai la cosa più difficile è far uscire una prima notizia; le altre seguono quasi automaticamente).
Ma se posso approfittare della tua ospitalità, vorrei aggiungere una considerazione, che qui scrivo con un linguaggio meno colorito rispetto a quello che ho usato nell’sms che ti ho mandato prima di scriverti.
L’omologazione, il lecchinaggio, il pregiudizio (positivo o negativo) a prescindere, sono innegabilmente pesanti zavorre del giornalismo, non solo musicale, e non solo italiano – basti pensare a quello che sta succedendo in America prima e dopo l’elezione di Donald Trump.
Però Fiorella Mannoia si inalbera e reagisce solo ora che uno schizzetto di fango la colpisce. Mentre finora ha goduto di una rendita di posizione estremamente vantaggiosa, con i giornalisti sempre tutti schierati nel ricoprirla di elogi (riesci a trovare un articolo critico sulla Mannoia uscito negli ultimi vent’anni, a parte l’attacco – eccessivo – di Michele Monina su Linkiesta: “Una carriera diventata una farsa”, 9 dicembre 2016?) – e non risulta che, in quel clima di consenso bulgaro, abbia mai fatto una riflessione su “dove sta andando il giornalismo”. Anzi, ha approfittato del suo ruolo per farci conoscere il suo pensiero anche su argomenti extramusicali.

Non stiamo parlando di una testata di gossip, stiamo parlando del Corriere.it e riportato anche da Il Giornale”, scrive Mannoia; perché, solo adesso si accorge che è da mo’ che i grandi giornaloni sono diventati delle rassegne di gossip? E Mannoia aggiunge: “ma visto che questa non notizia sta rimbalzando nel web, mi trovo costretta a replicare”. Ah, perché se non stesse rimbalzando nel web sarebbe rimasta zitta? Non avrebbe chiamato – o fatto chiamare – qualche pezzo grosso al Corriere e al Giornale (sempre che non l’abbia fatto)?
Mannoia non si è accorta di un po’ troppe cose successe nell’ambito dei media negli ultimi anni, mi sa. E continua a pensare che una stronzata scritta da un giornalone sia più sorprendente e più dannosa della stessa stronzata scritta da una testata on line, allo stesso modo in cui continua a pensare che una considerazione positiva su di lei valga di più se arriva dal Corriere, o dal Giornale, o meglio ancora da Repubblica, rispetto a quanto varrebbe provenendo da All Music Italia o da Rockol.
Benvenuta nel 2017…
Grazie per l’ospitalità – tu che ne pensi?

 

Franco Zanetti
direttore di Rockol”

To be continued…

AGGIORNAMENTO: risposta di Massimiliano Longo

“Caro Franco innanzitutto ti ringrazio perché per me è sempre un piacere ospitare la tua firma sulle mie pagine e leggere il punto di vista di chi, come te, ha aperto la strada al giornalismo musicale online.

Per quel che riguarda la lettera pubblicata su Corriere.it da cui nasce lo sfogo di Fiorella continuo a trovarla senza senso, a maggior ragione se pubblicata da chi i meccanismi musicali dovrebbe conoscerli (il pubblico non è tenuto a farlo).  Non a caso il lettore che scrive specifica che Fiorella non ha salutato “prima dei bis”… un’artista non può fermarsi col pubblico prima che il concerto si concluda… per tanti motivi, perché deve tornare sul palco, perché in quel momento è ancora concentrato sul concerto e, se vogliamo andare sul tecnico, perché nelle orecchie l’artista ha ancora gli inear monitor che impediscono di sentire a pochi metri di distanza figuriamoci i saluti da lontano… Ecco questa è la cosa che trovo grave, chiunque ha riportato la notizia, Corriere.it compreso, non ha speso una parola su questo “particolare”.

Mi trovi assolutamente d’accordo sul fatto che purtroppo gli artisti notino il degrado giornalistico molto spesso solo quando gli si ritorce contro e, sopratutto, che ancora continuino a considerare di “serie b”, tra le righe e con il loro comportamento, l’informazione che arriva attraverso i siti musicali. In questo caso però devo anche dire che, mentre molti altri artisti di “livello”, da Marco Mengoni a Tiziano Ferro (giusto per citarne due tra i tanti), non concedono interviste singole ai siti di musica, All Music Italia compreso (RockOl come ben sai è un’altra storia, è storia, e quindi gode giustamente di un trattamento di serie A), Fiorella al momento dell’uscita del suo ultimo album ha rilasciato interviste singole a moltissimi siti tra cui il nostro, e questo è un comportamento che ho apprezzato molto e non posso evitare di evidenziare… sapessi a quante conferenze stampa non presenzio più perché onestamente il mio interesse nell’andare a sentire e poi trascrivere gli stessi concetti che il giorno dopo verranno pubblicati da tutti è ormai pari a zero.

Oggi come fai notare tu il problema sta nella totale assenza di critica musicale, critica che non deve essere necessariamente feroce o cattiva per attirare clic, ma semplicemente obbiettiva. A parte il fatto che qualsiasi cosa non positiva tu scriva ti arriva la chiamata dell’ufficio stampa (ma questo accade da sempre no?) che comunque spesso è una martellata nei cogxxoni, ma è proprio la voglia di andare “contro” che è andata persa. Oggi si tende ad essere “Amici” degli artisti, e questo succede per i blogger quanto per i giornalisti del “cartaceo”… basta farsi un giro su Twitter per assistere a questo scambio di “coccole”… spesso incappo su alcuni tweet tra l’artista e il giornalista che mi portano a chiedermi “ma poi tizio sarà in grado in stroncarne il disco se non sarà un buon lavoro?
E in questo ragionamento mi metto in mezzo anche io che giornalista non sono ma che ho avuto la fortuna di creare questo sito e portarlo al successo (lavorando più sulla credibilità che sulla polemica sterile) e che proprio per questo mi prendo tutte le responsabilità che ne conseguono.
Anche io sono dentro questo meccanismo pericoloso che è il mondo dei social e mi trovo a scambiare tweet con alcuni artisti che stimo quando fanno qualcosa che mi piace, con alcuni di loro siamo anche amici (anche se a dir la verità con la maggior parte da prima che nascesse All Music Italia) ed ho scelto di non nasconderlo, se arriverà il momento di muovere una critica so che non starò zitto e, spero, che gli artisti che mi stimano dimostrino questa stima accettando un parere non positivo, se così non sarà vorrà dire che quella stima era condizionata e a quel punto me ne farò una ragione. Anche perché credo che chi, come me, ha dalla sua parte una buona conoscenza della musica e dei suoi meccanismi e tanta passione, ma non è un giornalista, a maggior ragione più degli altri deve dimostrare di meritare l’attenzione che i lettori e gli addetti ai lavori gli concedono.

Qualche tempo fa attaccai pubblicamente un sito concorrente (cosa che mai avevo fatto prima perché rispetto il lavoro di tutti) perché per annunciare l’incidente di Silvia Capasso, cantante di The Voice recentemente scomparsa, titolò la notizia in questo modo: “Grave incidente per una concorrente di The Voice, scopri chi…” questo titolo ovviamente doveva servire ad attirare l’attenzione ( e clic) non svelando il nome nel titolo… ecco, questo è un esempio di informazione musicale che non dovrebbe esistere per quel che mi riguarda.

A volte mi viene da chiedertelo e forse in passato l’ho fatto, ma tu come diamine hai fatto a passare indenne in mezzo al pressing di artisti, uffici stampa, discografici e pubblico durante tutti questi anni?

Massimiliano Longo

Ps. scrivo dal cellulare, spero di non aver fatto strafalcioni…”

 AGGIORNAMENTO

Apro una parentesi nel dialogo tra me e Franco… Non ero riuscito ancora a leggere tutti gli articolo usciti sulla vicenda, poi ti imbatti in questo di Libero con relativo lancio su Facebook e a quel punto non puoi che dare ragione a Fiorella Mannoia… sfruttare la crisi, la sofferenza economica di un paese, per far leva sulla gente per ottenere clic con un titolo ad effetto (ma per nulla veritiero) è la forma di giornalismo più squallida che io conosca.

Massimiliano Longo

 



AGGIORNAMENTO

Franco Zanetti, Direttore Editoriale di Rockol, ha dato un esempio di giornalismo serio e competente cercando di risalire al mittente della famosa lettera a il Corriere.it. per scoprire che, forse forse…
Leggete qui per saperne di più e capire che a volte basterebbe saper fare bene il proprio lavoro.