12 Febbraio 2023
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12 Febbraio 2023

Sanremo 2023. Premio Testo&ConTesto. I testi migliori (e i peggiori) del Festival di Sanremo 2023

Il nostro Prof di latino, Davide Misiano, come ogni anno analizza e premia per noi i testi del Festival.

Sanremo 2023 testi
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SANREMO 2023: PREMIO “CONTESTO” (AL PEGGIOR TESTO)

III POSTO: I CUGINI DI CAMPAGNA, LETTERA 22

Tiziano Leonardi spiega che il testo esprime il senso di ricerca delle parole giuste per dirsi “ti amo”. Ecco, se fossero queste le parole giuste, non ci resterebbe che sperare di essere lasciati in pace dall’amore. Vorremmo il silenzio.

Perché non si può ancora parlare d’amore con queste parole:

Se mi guardi con quegli occhi amore
mi farai morire
Io non sono altro che una storia
che non sa finire
Io non sono altro che un giardino
senza neanche un fiore
Io senza di te non sono altro
che la parola “amore”.

Lo si può fare solo se si hanno tre parole come Valeria Rossi e lo si ammette; solo se si ha una leggerezza baldanzosa nel cantare gli aspetti più triti e superficiali della narrazione d’amore.

Non lo si può fare agganciando queste parole a una musica così tradizionale, portando in scena una esibizione così pretenziosamente classica e costruita sul piano vocale. Non lo si può fare se si ha l’ambizione di scrivere la Lettera 22 dell’alfabeto dei sentimenti, perché la 22 ci sembra identica alle 21 precedenti. E non lo si può fare riducendo il ritornello a un trapanante “Non lasciarmi solo” a 4 voci.

Speravamo che La Rappresentante di Lista regalasse un po’ della sua acuta ironia al quartetto.

Parafrasando la canzone di maggior successo dei Cugini, diremmo: “Lettera 22, torna a casa tua”.

II POSTO: LDA, SE POI DOMANI

Siamo un po’ colpiti dalla povertà che caratterizza il tessuto testuale del brano, perché, se è vero che la canzone può anche essere una canzonetta e che la musica può aggiungere e amplificare i significati delle parole, qui gran parte del testo ci sembra un coacervo di frasi scontate, peraltro gremite di quelle paroline o locuzioni vuote, inserite a colmare spazi metrici (Oh Oh, sai, poi, così, solo che in fondo, sai io penso che).

L’inconsistenza di un testo, che parla di amore solo rivolgendo banali richieste alla persona amata (Dammi le mani, Dimmi che mi ami, Ti prego ascoltami) o tracciando immagini puerili (Due iniziali in un cuore di sabbia, O sarai solo un’altra bugia, Vorrei abbracciarti ma mentre dormi così da unire tutti i nostri sogni, Voglio darti il mio mondo), è confermata dal titolo estremamente generico: se il titolo deve essere una sintesi o una carta di identità della canzone, Se poi domani ci anticipa che non c’è granché da aspettarci.

Quando poi sentiamo “Oh Oh dammi le mani / ma solo se tu rimani“, siamo tentati di ricordare al ragazzo che difficilmente qualcuno potrebbe dargli concretamente le mani senza essere presente.

Bisogna lavorare almeno un po’ sul testo, soprattutto se si sceglie di trattare il tema più inflazionato della canzone italiana.

I POSTO: MODÀ, LASCIAMI

Anche qui, l’enciclopedia delle ovvietà.

E se a un 19enne come Lda è ancora perdonabile una simile imperizia, restiamo delusi dalla genericità di un brano che avrebbe dovuto segnare il ritorno dei Modà e più specificamente di Silvestre, che per anni è stato tra gli autori più acclamati della scena musicale italiana.

Leggiamo nelle varie dichiarazioni che Silvestre avrebbe voluto raccontare per la prima volta la sua esperienza di depressione, ma ci troviamo di fronte a un pezzo che, separato dall’occasione compositiva, è il mero racconto di un addio e delle comuni esitazioni che lo precedono.

Tra l’altro il testo reca in sé le frasi più grottesche di questo Festival:

– Lasciami… solo un po’ di profumo e un bicchiere con dentro un ricordo, mettici un bacio e veleno con ghiaccio…

– Ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te.

Ma come bacia costei?

Ed ora clicca su CONTINUA per i migliori.

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