28 Giugno 2025
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28 Giugno 2025

Festival di Sanremo 2026, l’AD RAI: “se non sarà a Sanremo la Rai farà comunque il suo Festival”. E arriva Festival Giovani…

Dichiarazioni ufficiali, problemi con il Comune e un nuovo format per le Nuove Proposte.

Carlo Conti presenta il Festival di Sanremo 2026 in Rai
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Il Festival di Sanremo è tornato al centro del dibattito pubblico con la presentazione dei palinsesti Rai 2025/2026. E questa volta non si parla solo di musica e spettacolo: la questione è politica, produttiva e perfino geografica. Perché sì, il Festival ci sarà. Ma sarà ancora a Sanremo?

Festival di Sanremo 2026: una nuova era (forse) lontano dall’Ariston

Lo ha detto chiaramente Giampaolo Rossi, amministratore delegato della Rai, durante la conferenza stampa dei palinsesti a Napoli:

“Il Festival di Sanremo è innanzitutto il Festival della Rai, senza la Rai non esisterebbe. Noi pensiamo che sarà a Sanremo, ma se non sarà a Sanremo la Rai farà comunque il suo Festival perché può realizzare questo evento musicale ovunque”.

La frase non è casuale. Dopo la sentenza del TAR della Liguria, che ha imposto un bando pubblico per l’assegnazione del Festival, la Rai è stata – al termine dei termini – l’unico soggetto a presentare un’offerta. Ma l’esito ufficiale si farà attendere, e nel frattempo la macchina organizzativa è già in moto. Carlo Conti, scelto come direttore artistico per il biennio 2025-2026, ha già iniziato i lavori.

Festival Giovani: un nuovo nome per evitare problemi legali?

Intanto, salta all’occhio un’altra novità: la dicitura “Festival Giovani” al posto del classico Sanremo Giovani. Una scelta tutt’altro che casuale. Anche qui, la Rai gioca d’anticipo, forse per evitare possibili ricorsi o vincoli burocratici legati al marchio “Sanremo”.

Il nuovo appuntamento, sempre in onda in prima serata su Rai 1 nel mese di dicembre, sarà ancora una volta condotto da Carlo Conti. L’obiettivo: scegliere gli artisti da far approdare nella categoria Big del Festival 2026. Ma il cambio di nome segna una distanza chiara con il passato recente. E lascia aperta la porta a un rinnovamento strutturale dell’intero progetto, in caso l’edizione non possa svolgersi nella città ligure.

Un rinnovamento che, come da noi approfondito in questo articolo, è necessario.

Le case discografiche e le tensioni con la Rai

Altro nodo da sciogliere: il rapporto con le case discografiche. Lo ha ammesso senza giri di parole proprio Rossi al TG1:

“Sappiamo che il mondo della discografia nutre un malessere su alcuni limiti organizzativi che Sanremo presenta, e che vengono appianati dallo sforzo produttivo della Rai. Affronteremo questo tema, ma prima dobbiamo attendere l’esito della gara.”

Il riferimento è alla richiesta di maggiore trasparenza, rimborsi più adeguati e una revisione dei meccanismi di selezione, da tempo al centro delle discussioni tra discografici e Viale Mazzini. Tuttavia, la Rai sembra determinata a non cedere il controllo dell’evento, qualunque sia la città che lo ospiterà.

Carlo Conti: il direttore artistico della transizione del Festival di Sanremo 2026

In tutto questo, Carlo Conti si conferma figura centrale. Sarà lui a guidare la nuova era del Festival, con il compito non semplice di gestire un passaggio che potrebbe cambiare per sempre la storia della kermesse. Se Sanremo dovesse perdere il suo festival, il nome “Festival di Sanremo” sopravviverebbe? Oppure sarà la Rai a portare avanti una nuova identità, magari senza Ariston ma con lo stesso peso mediatico?

Le certezze, per ora, sono poche. Ma una cosa è chiara: il Festival si farà. E anche se dovesse cambiare città, struttura o nome, sarà ancora – e soprattutto – una questione di musica. Speriamo anche di qualità.