Gli anni ’60 del Festival di Sanremo: tra grandi canzoni e momenti tragici
1960: L’addio all’invincibilità di Modugno
Dopo due vittorie consecutive, Domenico Modugno torna in gara in coppia con Teddy Reno con il brano Libero. Considerato il grande favorito, Modugno si trova invece a fare i conti con la fine del mito della sua “invincibilità”: la vittoria va a Renato Rascel con Romantica. Modugno, dichiarandosi sereno, non presenziò alla finale a causa di un calmante troppo forte che lo fece addormentare.
1961: Donne al comando e l’addio di Mina
Per la prima volta nella storia del Festival, la conduzione venne affidata a una coppia di donne: Lilli Lembo e Giuliana Calandra. Tuttavia, la Calandra fu sostituita da Alberto Lionello per la serata finale, spostando al 1986 la prima vera conduzione interamente femminile con Loretta Goggi.
L’edizione segnò anche l’addio di Mina al Festival. Durante l’esibizione di Io amo tu ami, l’emozione la travolse: la voce le si spezzò, scoppiò in lacrime e lasciò il palco senza terminare la canzone. Delusa, promise che non avrebbe mai più partecipato al Festival, una promessa che ha mantenuto fino ad oggi.
1963: Le polemiche tra De Sica e Marotta
Per aggirare un regolamento SIAE che escludeva dai diritti d’autore i brani inediti in gara, le canzoni furono eseguite al pianoforte senza parte cantata il giorno prima della competizione. Questa scelta suscitò critiche ma permise ai brani di non essere più considerati “inediti”.
A dirigere la commissione esaminatrice quell’anno ci fu Vittorio De Sica, che finì al centro di una querela da parte di Giuseppe Marotta, autore di un brano escluso, il quale lo insultò pubblicamente.
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