16 Gennaio 2019
di Scrittore
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16 Gennaio 2019

Less than a cube – The Sky pushed the world away – Recensione

Realtà tra le più promettenti della scena alternativa rock italiana, Federico Traversa recensisce per noi il nuovo disco dei Less than a cube

Less Than a Cube
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Nuovo disco per i Less Than a Cube, uno dei gruppi più promettenti della scena rock alterativa italiana.

Il gruppo, originario di Torino, è composto da Fabio Cubisino (chitarra e voce), Alessia Praticò (basso e voce) e Alessandro Mautino (batteria).
Tutti e tre hanno un passato musicale di una certa importanza. Fabio ha suonato per 12 anni nella band indie rock dei Margaret, di cui è stato ideatore e fondatore; Alessia prima con Les Morceaux Anatomiques e poi con i Chloe, mentre Alessandro ha militato nei Cockpit per diversi anni.

I Less Than a Cube si sono formati nell’inverno del 2014 e alla base del progetto c’è stato il condiviso obiettivo di fare rock senza il timore di sperimentare e provare a creare qualcosa di assolutamente personale.
Ve li avevo già segnalati qui con il primo omonimo album, che uscì un paio d’anni fa, e fu una ventata d’aria fresca che inserii anche fra i lavori più interessati del 2016 nella rubrica di fine anno per All Music Italia in questo articolo.

Per questo e molti altri motivi attendevo con un certa trepidazione il nuovo The sky pushed the world away, uscito il 20 dicembre scorso per IM Digital.
Dieci brani acidi e tirati che spaziano fra noise, post punk, rock e indie rock anni 90, con una vaga aura riconducibile al tipico sound della scena underground newyorkese. Quella che sa cazzeggiare e alzare le distorsioni ma non si dimentica mai la lezione dei suoi maestri, dalla Smith ai Velvet Underground.

Come nel precedente lavoro c’è tanto post grunge (Choke), ma anche qualcosa di PJ Harvey però suonata più acida e pesante (Red Lips). Non mancano poi interessanti venature melodiche: 1+1=1 è malinconica e disperata e riesce a far accedere ad emozioni che forse non ricordavamo più di avere.
The Flow è un pezzo malato, con la sua base ossessiva e un lamento narcotico che esplode in refrain caotici ma bellissimi, incompiuti, sinistri.
Sybil ricorda un poì gli Strokes e un po’ i Placebo, però più rotondi, tirati e in asse.

L’alternanza dietro il microfono fra le voce di Fabio e quella di Alessia è un vero jolly per la band, che riesce a passare con naturalezza da un registro heavy a passaggi più delicati, quasi sognanti, minimali, alla Cat Power, come nella sognante Close Your Eyes.

Fra echi che rimandano ai Sonic Youth (Pessoa), punk distorto e molto ben suonato (Wicked Soul), più tante varie ed eventuali, The sky pushed the world away scivola via che è una bellezza, emoziona senza strafare e, cosa rara per dischi di questo tipo, non si sbrodola mai addosso. Per questo va a bersaglio.

Con il loro mix fatto di potenza, poesia, delicatezza e mestiere i Less Than a Cube provano a raccontarci il mondo all’alba del DUE-ZERO-UNO-NOVE, un mondo popolato da anime tormentate che si agitatno alla ricerca della purezza e dell’arte di vivere, e intanto cercano di ritrovarsi, perdersi, senza dimenticare sempre e comunque di amare.

The sky pushed the world away è un disco ruvido e bellissimo che testimonia la creatività di un gruppo maturo e ormai definitavamente pronto per il grande salto. Aiutiamoli a prendere la rincorsa. Lo meritano davvero.

BRANO MIGLIORE: 1+1=1
VOTO: 7,5


TRACKLIST

1. Red Lips
2. Choke
3. 1+1=1
4. The Flow
5. Sybil
6. Shining
7. Close Your Eyes
8. Wicked Soul
9. Pessoa
10. Social Anxiety Disorder (feat. My cat is an alien & Steph Cozza)

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