8 Febbraio 2020
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8 Febbraio 2020

Sanremo 2020 le pagelle dei rapper al Festival della Canzone Italiana

Torna la rubrica dedicata al rap dello scrittore Federico Traversa... Rap ChiAma Italia. Questa volta pagelle per i rapper di Sanremo 2020

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Torna RAP chiama Italia la rubrica sul mondo del rap dello scrittore Federico Traversa che questa volta giudica per noi i rapper al Festival di Sanremo 2020.

Anno 2020, il mondo é a un passo dall’estinzione. Si sciolgono i ghiacciai, Trump ha fatto uccidere l’eroe nazionale iraniano riaccendendo la rabbia in Medio Oriente, il nuovo Coronavirus made in Cina corre veloce come la peste, gli esperti ci dicono che il livello di inquinamento ha ormai raggiunto il punto di non ritorno e siamo a circa 50 anni dall’estinzione.
E siamo solo a febbraio!

Il Festival di Sanremo, giustamente, si adegua al mood caustico del periodo e scoppietta come e più del solito, fra risse, colpi bassi, belle amicizie trentennali, tette, culi e dintorni.

E il rap, ormai sdoganato e assai annacquato, alla kermesse é parecchio rappresentato. Come sono lontani i tempi in cui Piotta, Frankie e i Sottotono venivano visti come marziani atterrati sul pianeta sbagliato.

Nel 2020 invece tutto é cambiato, il genere é pienamente accettato anche se la ‘rappresent’ – cioé la rappresentazione estremizzata della realtà che facevano i neri in rima nei campi di lavoro tratteggiando le loro storie di sofferenza violente ed estreme e da cui é nato appunto in America prima il blues e poi il rap – non é stata ancora ben capita qui da noi, come dimostrano le polemiche su Junior Cally per le sue canzoni che veicolerebbero messaggi sbagliati.

Sanremo 2020 Rap chiama italia

Junior Cally

Ecco partiamo proprio da lui, che al festival ci prova con un brano vestito con i toni della blanda protesta politica.

Peccato che la canzone arrivi spompata ancor prima di partire e il suo flow sia più acerbo dei kiwi del Carrefour. Roba da rimpiangere Clementino con la sua lagna di qualche anno fa dedicata ai napoletani emigrati al nord che piangono a dirotto perché gli manca o’ Vesuvio.

Voto 5

Rancore

Di ben altra levatura Rancore, Mc di livello assoluto che con Eden cucina un gran pezzo, persino troppo complicato per la platea dal palato da osteria di Sanremo.

L’unico suo problema alla lunga potrebbe essere proprio questo, diventare un artista per un pubblico di pochi ma buoni, un po’ come Dargen D’Amico, che é troppo personale, sofisticato e complesso per piacere a tutti.

Voto 7

Achille Lauro

Achille Lauro, terzo del lotto dei romani, ormai dal mondo del rap, e anche della trap, ha preso le distanze da tempo, virando verso un pop confezionato più per gli occhi che per le orecchie. C’est la vie.

Il suo Sanremo più che per la musica e per il suo brano stile ‘Vasco Rossi fatto male‘ verrà ricordato per le mise ricercate che tanto hanno fatto parlare pubblico e media.

Ma attenzione, Lauro perlomeno nelle intenzioni é artista vero. Se impara a cantare può lasciare il segno, é paraculo e nel bene o nel male non lascia mai il pubblico indifferente. Peró ci vuole un maestro di canto bravo. Ma tanto.

Voto 6-

Anastasio

Anastasio é indubbiamente capace e sembra crederci tantissimo. Però é tanto, troppo incazzato e il suo flow seppur bello dritto ha poche tinte.

Il rap per funzionare ha bisogno di sangue, muscoli e rabbia ma anche di ironia e paradossi. E lui l’ironia non sa proprio cosa sia.

Detto questo Rosso di Rabbia arriva, e il duetto con la PFM nella cover di Spalle al Muro di Renatone Zero é stato uno dei migliori “Sanremo Moments” degli ultimi anni.

Voto 7

Quindi alla fine va bene così, il genere é annacquato, imbastardito, mescolato, impuro. Ma vive, brucia, scalda il cuore.

Anche se, questo va detto, probabilmente il tocco piú marcatamente black di tutto il festival lo regala Elodie con Andromeda.

Tra l’altro standing ovation per le sue gambe, tette e culo da urlo, qualità che non guastano mai.

Voto 9

Come nella tradizione e nelle migliori rappresentazioni del rap.

Alla prossima, guaglú…