11 Marzo 2022
di Interviste, Recensioni
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11 Marzo 2022

Le Pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita Venerdi 11 Marzo: Elodie sempre più internazionale, Bianca Atzei stupisce

Ci sono tanti voti alti questa settimana nelle recensioni del nostro Fabio Fiume

Pagelle nuovi singoli 11 marzo 2022
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Pagelle nuovi singoli italiani in uscita l’11 marzo 2022 a cura da Fabio Fiume.

Non so se questa settimana sono io che sono particolarmente buono o se effettivamente la qualità delle proposte sia finalmente soddisfacente quasi in todo. Ci sono molti big che hanno tenuto alto questo appellativo, ma sono sorpreso positivamente anche dai tanti giovani ed emergenti che hanno sicuramente tenuto botta.

Si ricorda comunque che i voti al termine delle minirecensioni non mettono in relazione alcuna gli artisti fra loro. Essi sono assegnati in base alla carriera dell’artista ed a come il brano esaminato si pone, a mio giudizio, nel percorso dello stesso.

Artù – Mezza notte meno un quarto

Il vaffa è probabilmente la cosa che resta più impressa di questo pezzo, e potrebbe essere l’arma vincente, quella che si fa ricordare. Eppure non è certo l’unica cosa che val la pena sottolineare. Artù si ripropone come intelligente creatore di una vera e propria storia, un’andata via sua che lascia vuoto frigorifero, lenzuola e l’aver capito che però lei è diversa da tutte, è l’unica che gli piace davvero. Arrangiamento che trova alcune uscite tipiche anni 80, compreso il finale a scalare che… posso dire mi mancava?
Sette


Bianca Atzei – Videogames feat. Ciao Sono Vale e Danti

Tocco di modernità non solo nel sound per Bianca, ma anche nella maniera di proporsi che a tratti sfiora il rap, con parole che suonano cattive, sporche, rispetto a ciò a cui eravamo abituati. Forse fra i vari cambiamenti tentati dai tempi del suo ultimo album, ormai di un lustro fa, questo pare essere il più convincente. “Io mi facevo i miei film, tu ti facevi me” è una frase impensabile fra le vecchie cose dell’Atzei. Certo, ci vuole il contesto giusto per dire certe cose, questo lo è.
Sette


Axos – Paura di me

Riconoscibilissima la voce di Antony and The Johnsons con cui parte il pezzo, e rivela subito che le basi di buona musica il nostro le ha. Poi c’è il suo mondo, quello rap, affrontato con un approccio che ricorda esempi alti che abbiamo in Italia. Il pensiero mio è corso subito a Marracash, forse per il timbro. E poi torna quella voce a concludere quando il nostro ha terminato di mettere in chiaro le sue ansie, la paura che quel che dice e scrive sia volatile come la nebbia, intangibile. Superiore alla media e non di poco.
Sette


Bussoletti – Reboot

Nuove strade per Bussoletti che si veste di un sapore malinconico e pieno di evocazioni in questo singolo del ritorno. Bello l’arrangiamento che gioca con i fiati che permettono aperture mentali; puoi perderti anche ciò che sta dicendo e pensare ai tuoi di pensieri, trasportato dalla melodia e poi rientrare e riallacciare perfettamente il discorso. Buono, anche molto buono.
Sette 1/2


Cassandra – Polaroid e Paranoie

Pezzo pop/rock con qualche richiamo vintage, che da la sensazione di essere stata registrata dopo una notte brava, di gomiti alzati. E’ scorrevole e piacevole, ma di sicuro potrebbe acquistare maggiori punti con un’ esibizione live a corredo, che regga il gioco delle sensazioni anche con l’immagine. Di sicuro si suona e non è che ultimamente accade spesso.
Sei 1/2


Emanuele Corvaglia – Tu pensala come vuoi

Torna dopo un bel po’ di assenza Emanuele e decide di tornare così come ce lo si ricordava: intimo e acustico. La sua musica ha sempre funzionato anche se nel tempo è stato poco promozionato nei circuiti radiofonici. Il pezzo prova ad aggiungere al suo messaggio musicale una possibilità più radio friendly verso cui il pezzo cammina. E’ una nuova nota di colore nel suo percorso, anche se appare leggermente meno a suo agio durante questi passaggi. Ci si può lavorare indubbiamente ed il pezzo è tutto sommato gradevole.
Sei+


Daino – Rho

A volte bisogna fare pace anche con il posto dove si è nati e cresciuti. Daino qui racconta di essersi perdonato per le strade della sua grigia Rho. Il cantautore ci mette un testo che in alcune parti viene decantato in modalità soft rap dove riesce ad essere incisivo, un po’ più di quando invece canta e la sua voce si allarga, risultando però meno riempitiva ed un po’ monocorde.
Cinque 1/2


Dellai – Amico mio

Tornano i fratelli Dellai ed il discorso di fa un attimino più maturo dal punto di vista del contenuto. Anche il sound richiama un lavoro di band che solo fino alle loro precedenti esposizioni sembrava qualcosa di impossibile da immaginare. Alcune chitarre sono un forte richiamo agli U2 anni 80. Tutto sicuramente meglio, però manca un’incisività che renda questo pezzo un brano promozionabile. Come spiegare? Da più la sensazione di un brano da tracklist di album che di singolo. Comunque la proposta, rispetto al passato, ha senz’altro un senso.
Sei


DeSimone – L’ultimo ballo

La forma canzone è rispettata e ben costruita ma il clap di sottofondo diventa quasi fastidioso ad un certo punto. Ci sarebbe voluto il change, con l’entrata di una batteria a tenere il tempo. Anche perché la voce di DeSimone è bella pastosa e comunica un senso di verità e come tale dovrebbe essere sostenuta da una ritmica altrettanto vera. L’inciso è un po’ cantilenato rispetto alle strofe che sono più incisive.
Cinque


Elodie – Bagno di mezzanotte

Elodie si è trasformata negli anni nell’artista femminile più trasversale possibile. Tocca vari generi musicali e lo fa sempre con un’attenzione massima ai particolari, lavorando d’insieme, di squadra affinando il risultato. Può quindi persino non piacerti lo stile scelto, ma non puoi non riconoscerle che lo abbia affrontato bene. Qui, griffata Elisa, va a toccare tematiche dance clubbing, e le fa proprie con la sua voce sporca e tendente a note più gravi, che qui invece addolcisce, riuscendo nel risultato di arrivare leggera ma senza tralasciare la sua personalità. Potremmo esportarla.
Sette 1/2


Francesco Gabbani – Volevamo solo essere felici

Seppur con un testo veritiero e con una forza orecchiabile non trascurabile e di cui è sano portatore, Gabbani perde in questo pezzo la sua dose d’originalità che ne ha sempre contraddistinto la produzione. L’arrangiamento non ha spunti che facciano esclamare un “ah però”! Anzi risulta un po’ ridondante soprattutto nell’inciso. Anche la sua voce sempre riconoscibile, ma non certo ricordabile per virtù particolari, un po’ ne esce ridimensionata da un pezzo cantabile così, a pieni polmoni.
Sei=


Giorgieness – Tra chi fugge e chi resta

Tra le voci femminili più interessanti, ed anche impertinenti degli ultimi anni, fra quelle a mio avviso non ancora emersa come potrebbe, qui si misura con una ballata con un bel sound che si potenzia in divenire. Si tocca poi un’elettricità nel momento in cui si acquista ritmica. E se si è animali è consentito anche divorarsi, sbagliare. Storie che vanno e si ricordano…
Sette


Luna – K.O.

Brano di matrice r’n’b ma di quello assolutamente attuale. La voce di Luna è perfetta per queste sonorità, non solo per la chiarezza ma anche per dinamiche e per la capacità di modulare. Il pezzo ha una grandissima possibilità anche internazionale, se ci si scommette. E non è la prima volta che i pezzi di Luna mostrano queste possibilità.
Sette 1/2


Ministri – Scatolette

Più morbidi in questa ballata che pure invece ha un testo che è fortemente realistico sullo stato della musica. Noi ci vogliamo salvare è il loro grido per restare indipendenti in un mondo che invece vorrebbe imprigionarli, trasformarli in un nuovo strumento per far soldi. Ed il bello è che persino quel mondo i soldi non riesce a farli più. Poi crescono le chitarre, come ci si aspettava, eppure il risultato è sempre insolitamente più morbido del solito. Si cresce.
Sei+


Simona Molinari – Lei balla sola

Sempre chiara ed inopinabile la cifra stilistica di Simona Molinari: l’eleganza. Anche con questo nuovo anticipo del suo prossimo album, la cantautrice, qui solo interprete della penna di Fabio Ilaqua, regala un brano di una delicatezza inequivocabile. Tutto è tenuto tenue, dalla sua interpretazione all’arrangiamento, dalla coralità gioiosa ma non invasiva al testo che accarezza la vita di Sofia che però è quella di qualsiasi donna; ognuna può metterci la sua esperienza. Il tutto restando fuori dalle logiche di mercato, ma mai così lontana da non poter usufruire dei normali canali di promozione.
Otto


Giulia Mutti – Notte fonda

Paure che impediscono di lasciarsi andare su una tematica pop rock che prima strizza l’occhio ad una certa acidità elettrica e poi apre ad un inciso melodicamente retrò, che ricorda un po’ le prime cose di Giusy Ferreri. La voce di Giulia è molto particolare e questo però le impone di biascicare meno le parole, altrimenti non arrivano chiare. Il pezzo comunque funziona.
Sei 1/2


MyDrama – L’una di notte

C’è un non so che di malinconico nella voce di MyDrama che ben si appoggia su un pezzo così intimo, nonostante l’approccio urban. Restano ferite quando una storia finisce eppure c’è un filo di speranza che spezza la malinconia e aiuta a gestire il dolore. Interessantissima e soprattutto nuova, sia come voce che come approccio.
Sette 1/2


Osvaldo Supino – Body burning

Sempre completamente addentro alle tematiche dance, torna Osvaldo Supino con questo pezzo che ha la stessa carica di cui è sempre stato sano portatore. La produzione è sempre di notevole caratura internazionale, tanto da non avere nulla da invidiare a quelle di star internazionali di più ampio credito presso il pubblico. Un pezzo del genere potrebbe cantarlo tranquillamente Jennifer Lopez piuttosto che Britney Spears con una differenza: la sua voce si è più inspessita acquistando delle sfumature che prima non aveva, chiaramente maschili, che ovviamente le colleghe succitate non hanno.
Sette+


Urano – Sorriderai

Fragilina canzone con base fatta di enfasi ed echi elettronici su una flebile linea di chitarra. Bassi impercettibili nell’inciso rendono il pezzo tutto troppo carico, compresa l’interpretazione. Testo che apre al positivo, alla voglia di riscattarsi. Questo, di certo, non è mai un male.
Cinque=


Zucchero – Fiore di Maggio

Rivive nella voce di Zucchero il classico di Fabio Concato datato 1984. E la cosa bella è che il più grande bluesman italiano abbia deciso di sottolineare un gran pezzo di un artista così tanto diverso da lui, un artista, un cantautore forse non così ricordato come meriterebbe, uno che vanta uno svariato numero di perle nella sua carriera da fare invidia. Come questo reso in maniera molto naturale, chitarre, qualche effetto evocativo e tanta passione. Bella ora come allora.
Otto