2 Luglio 2021
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2 Luglio 2021

Pagelle dei nuovi singoli italiani in uscita il 2 luglio: da Toy Boy a Matrimonio Gipsy

Tra le uscite della settimana il trio Colapesce, Dimartino & Ornella Vanoni e quello formato da Carl Brave, Myss Keta e Speranza

Pagelle Nuovi singoli
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Mambolosco & Pyrex – Skusku

Ennesimo pezzo pieno di marchi, sballi, la pula che se lo becca… Uffà! Mi chiedo cosa ci trovino i giovanissimi. Sentito uno, sentiti tutti.
Quattro

Marsica – N’ata notte

Dopo l’enorme successo di views del suo singolo in duetto con Gianluca Capozzi, la cantautrice partenopea resta sul filo leggero, sfiorando ritmiche reggaeton senza cavalcarle davvero e diventando più ardita nel testo; basta occhi a cuoricino e largo alle notti di passione, al desiderio carnale. Sa essere più originale di così, ma anche in un contesto piuttosto corrivo come questo, grazie al suo particolar modo di arrangiare le voci, riesce ad elevarsi dalla massa comunque.
Sei


Mecna – Calamite

Con questo sound da disco cauta, con un’apertura commerciale per l’inciso, Mecna sembra avere trovato una sua strada sicura e su cui sta marciando spedito. Effetti trap fastidiosi sulla voce, e concetto base un po’ troppo ripetuto: le calamite , prima o poi, si rincontrano. Ecco forse qualche lirica in più de l’avrei inserita.
Sei =


Nearco – Gli occhi dell’amore

Nelle strofe di questo pezzo mi ha ricordato molto Davide De Marinis. Si canta dei giri dell’amore, che va via e poi ritorna, con un’apertura verso la positività, verso una possibilità richiesta. Potrebbe anche riuscire mediaticamente simpatica, se avesse l’occasione di essere proposta in contesti popolari.
Sei


Pamela Prati – L’estate è adesso

Ma era necessaria una canzone nuova di Pamela Prati? Perché uno dovrebbe acquistare/”strimmare” una canzone cantata dalla svociata showgirl? Andava bene al tempo delle sigle di trasmissioni in cui si esibiva come vedette, ma a livello di artista di faccia, di cui acquistare un disco, perché mai? E poi perché mai se quel che fai lo fanno già in altri 43 e tutti meglio?
Tre


Daniele Rossi – Niente di noi

Base un poi’ sentita, chiaramente d’ispirazione 80, forse avrebbe dovuto lasciare spazio ad un ritmica più potente e reale nell’inciso, per seguire una voce che spinge e che appare un po’ “flattata” per non uscire fuori. Il risultato è che il pezzo, pur non brutto, finisce col mostrare un inseguimento tra base e voce, con la prima che non cresce abbastanza e la seconda che on riesce a nascondere la propria incisività.
Cinque


Federico Rossi – Non è mai troppo tardi

Questo è solo l’ultimo dei pezzi che si accoda ai tantissimi lanciati con fare latino, reggaeton, tutti un po’ simili. Rossi però trova qui qualche spunto interessante nell’arrangiamento musicale, che lo scosta da una vaga somiglianza di stile con Irama in particolare e dal vago senso che pervade ognuno che lo ascolti ,del perché mai si sia separato da Benji se poi continua a fare la stessa musica? Comunque è carina, ascoltabile.
Sei


Silvia Salemi – I sogni nelle tasche

Marco Masini, fra gli altri, firma con Silvia questo pezzo che è probabilmente qualcosa che non sposa troppo la bella stagione, ma è una ballata di universali sentimenti in cui la bella artista siciliana può far sentire pienamente la sua voce, senza dovere per forza propendere alle note importanti; quel che si sente qui è un colore netto, personale, riconoscibile, al servizio di un pezzo che va porto delicatamente perché sia di tutti e cosi, delicatamente, arriva.
Sette+


Samaritano & Nino Buonocore – Rosanna

Brano che Buonocore portò al successo nel 1987 in quel di un Sanremo dove si piazzò penultimo, salvo poi entrare nell’immaginario collettivo come un successo. Qui le atmosfere vengono ancor un po’ di più spostate verso il jazz, con trombe protagoniste. Il pezzo è sempre bello ed inattaccabile, ma in questa nuova versione si perde però un po’ la magia volutamente delicata come un velo di una sposa, soffice come la voce di Nino.
Sei


Andrea Sannino – Ammore

Struggente dedica alla moglie, all’amore, a quel sentimento che può essere locomotiva per una vita che vuole raggiungere una stazione sicura. Melodico all’inverosimile, ma anche pulito, senza troppi fronzoli e ghirigori. Del resto Sannino ha una sua eleganza espressiva che lo scosta dalla massa degli artisti napoletani dell’ultima generazione. Senza sforzo comunque, nel suo.
Sei


Shara – Dammi un motivo

Un arrangiamento tutto di echi, con sentori di musica ma di presenza decisamente scarsa. Voce tenuta in prima linea, cosa pure giusta per coprire il poco della base, se non fosse che il testo è banalissimo ed anche piuttosto povero.
Quattro


Sud Sound System & Al Bano – Come l’edera

Un reggae puro, creato per propensione artistica e non per moda, perché fa estate. E’ un’esplosione di Puglia in questo pezzo che invita il suo grande cantore, Al Bano, a proporsi in uno stile mai praticato e però affrontato con rispetto e senso musicale di rispetto, che gli è proprio. Gli Sss per contrapposizione hanno la loro caratteristica sporcizia on the streets, di chi macina chilometri ed ancora on ne ha abbastanza. Il connubio funziona.
Sette


Tropico & Franco 126 – Piazza Garibaldi

L’autore ( Davide Petrella il suo vero nome ndr ) continua con questo progetto artistico che lo pone tra le cose più interessanti del cantautorato attuale. Qui interviene anche Franco 126 ed il connubio fra i due diventa l’incontro di due mondi stilisticamente ben spiegati. Sullo sfondo Piazza Garibaldi che a Napoli, la città del cantautore, è la caotica piazza della stazione centrale. La cosa più bella del pezzo? L’atmosfera d’altri tempi che fa sua una modalità di scrittura molto contemporanea.
Sette ½


Mario Venuti – Xdono

Ritmi latini, con occhietti strizzati verso qualcosa che abbiamo amato tanto oltre 30 anni fa, la lambada, per questa rilettura di Venuti del primo hit di Tiziano Ferro. Mario non scende in sfida contro un artista che ha reso questo pezzo troppo basilare per la sua carriera, ma lo affronta con intelligenza, rendendolo altro, sia nell’arrangiamento che nell’approccio, che tira in mezzo tanta acustica, strumentazioni calde e gorgheggi arabi di cui la sua Sicilia trasuda. Merita un ascolto approfondito e non succede quasi mai con le cover.
Otto

 

 

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