13 Maggio 2022
di Interviste, Recensioni
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13 Maggio 2022

Le Pagelle ai nuovi singoli italiani in uscita Venerdì 13 Maggio: il management si conferma, bene Nyv e Bob Sinclair… male per una nuova coppia

Questa settimana voti alti e bassi si equivalgono ma quest'ultimi sono implacabili

Pagelle nuovi singoli 13 maggio 2022
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Pagelle nuovi singoli italiani 13 maggio

Liberato – Partenope

In questo nuovo singolo l’identità vocale di Liberato mi sembra quanto mai vicinissima a quella di Livio Cori, artista partenopeo dai più accostato a questo ignoto campione della musica urban degli ultimi anni. Partenope è fortemente scenografica nel testo e al contempo intrisa di storia e leggende sulla bella sirena venuta a morire sulle coste dove è sorta Napoli, Partenope appunto! Poco apprezzabile la miriade di effetti con cui si è deciso di sporcare la propensione melodica che ha sempre colpito nello stile dell’artista e che gli fa perdere una promozione più larga.
Sei


Management ( del dolore post operatorio ) – Più mi odi più mi amo

“Chi non fa un cazzo parla sempre” e già per questa frase, terribilmente vera, metterei un otto a prescindere, ma non si può fare, bisogna ascoltare. Ed il lavoro dei Management è senz’altro il risultato di una gavetta di sufficiente durata che ha permesso loro di mitigare la loro propensione live con un mestiere giusto anche per le possibilità radio, ad oggi fortissime. Il pezzo in questione infatti ne mantiene intatta l’identità stilistica rendendoli però appetibili anche per l’etere. L’inciso trascina e si fa ricordare al pari delle chitarre che dirigono la trama del pezzo, intelligente, veritiero e se vogliamo pure liberatorio. Il voto si conferma.
Otto


Ismaila Mbaye & La Scelta – Every human needs a human

Nel mondo artistico della band capitanata da Mattia Del Forno, questa collaborazione con l’artista africano ci sta come il cacio sui maccheroni. Si richiama anche il loro pezzo famoso Il Nostro tempo con cui parteciparono a Sanremo 2008. C’è colore, voglia di palcoscenici, di coriandoli che volano e gente che balla a festa e che vuole solo pace. E’ un progetto che potrebbe farsi strada durante l’estate se appoggiato su un video giusto e sposato dai network.
Sette


Mecna – Sempre il buio

Infastidiscono un po’ gli effetti sulla voce quando il pezzo volge al cantato. Manca un’esplosione che avrebbe reso il tutto di maggior presa. Il lavoro di sottrazione può valere se si ha una voce potente o una strumentazione importante. Qui si aspetta un po’ troppo per un’entrata ritmica che però è scoordinata, irregolare e sotto cui la voce finisce col perdersi. Linea melodica però nient’affatto malvagia.
Cinque 1/2


Fabrizio Moro – Oggi

Con inizio scanzonato e di parvenza allegra il nuovo singolo di Fabrizio Moro racconta la nascita di un sentimento che chiaramente porta linfa vitale anche nel quotidiano, nuova voglia, nuovi occhi con cui guardare la vita. E a volte per descrivere una cosa bella possono non esserci parole. Unico consiglio che darei a Fabrizio è rinunciare per un po’ all’arrangiamento in doppia traccia delle voci, che è diventato qualcosa che si ripete nella sua produzione. Bisogna studiare qualcosa di nuovo.
Sei


Psicologi & tha Supreme – Nlfp

Il duo gioca in questo nuovo singolo con un arrangiamento più elettrico. Ne perde un pochetto in chiarezza del testo, mangiando qui e li qualche parola o lasciandola coprire dalla scarica elettrica della base, che ti costringe a risentire una seconda volta per cercare di capire il tutto. Poi arriva tha Supreme in collaborazione e lui, proprio per stile, quasi mai è chiarissimo. Inoltre il pezzo è tagliato un po’ troppo in fretta, non comunicando senso di completezza e lasciando come nota positiva solo l’orecchiabilità e non è certo sufficiente.
Cinque


Francesco Renga – Mille errori

Credo di aver capito il problema del Francesco Renga degli ultimi anni: ha perso la capacità di stupire. E’ la scelta di pezzi che li ascolti e pensi che ti sembra di sentire quel che ti aspetteresti esattamente da lui; mancano di mordente, non forniscono quella morsa allo stomaco di cose sue del passato. C’è tanto, troppo mestiere. E ci sono pure troppi autori ( ben sei per un brano da poco più di 3 minuti ). Non sarebbe il caso di lavorare con qualcuno seriamente anziché sperimentare tante penne che però non riescono ad aggiungere nulla ad una carriera fin qui sicuramente fortunata e meritevole? Almeno il sax finale aggiunge sentimento e salva da un’insufficienza più grave.
Cinque


Bob Sinclar & Nyv – Borderline

Nel processo di crescita della giovane Nyv, il passaggio fra le “grinfie” del marpione della dance mondiale Bob Sinclar le torna quanto mai proficuo. La cosa però non è solamente un discorso di visibilità; Sinclar le appoggia addosso infatti una tematica dance che non scade nel tronfio jingle da dancefloor ma ce la propone elegante e padrona di una scena a cui può a sua volta donare un insolito colore, una vibrato naturale che eleva il pezzo e lo rende adatto a più palati.
Sette+


Vegas Jones & Nyka Paris – Amnesiè

Bel connubio tra il rap nostrano e questa melodia vintage francese che forse, per la prima volta, permette a Vegas Jones di risultare molto appetibile per il mondo radio. E devo ammettere che il suo rappare diventa più particolare quando si sposta su tonalità più gravi, che nessuno esplora mai e pertanto lo rendono originale. Un po’ breve; di sicuro un altro giro di barre non avrebbe guastato.
Sette


Villanis – Get Up Girl!

Incredibile come possano rivivere delle atmosfere che hanno sulle spalle circa 40 anni ed apparire assolutamente nuove. Merito del dj Villanis che ha trovato in queste sonorità roller dance un nuova linfa vitale dove si torna giocare fra sensazioni di percussioni e bassi tipici di un mondo fine 70, inizio 80 che oggi come allora fa muovere piedi, gambe, culi. La chicca è poi il cantato che è ad opera sua, rivelando doti non comuni ed un colore vocale particolarmente adatto a questo mondo. Sarà per questo che ha deciso di cantarsela lui? Bene ha fatto comunque.
Sette 1/2


Zen Circus & Brunori Sas – Ok boomer

Il mondo è una ruota e quel che un giorno i nostri genitori dicevano di noi, siamo finiti col dirlo noi dei ragazzi di oggi. Triste verità che posso sentire anche un po’ mia, che oggi posso immaginare che un domani diranno loro a quelli che seguiranno. Perchè il vero problema è che noi non siamo più i ragazzi di oggi e bisogna accettarlo. Forse cambiano i modi, senz’altro, ma di certo non cambia la voglia di trasgredire a regole impartite, non cambia la voglia di far festa, di stare tre giorni con un mal di testa, di rivoluzionare col pensiero e fare nulla coi fatti. Veritiera.
Sette

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