5 Luglio 2019
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5 Luglio 2019

Ultimo Poesia per Roma è il suo omaggio inedito alla città eterna ( Testo e audio )

Ultimo Poesia per Roma. Ieri sera davanti a 60.000 persone accorso all'Olimpico il cantautore ha presentato un brano inedito dedicato alla sua città

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Ultimo Poesia per Roma.

Ieri sera in occasione della sua grande festa davanti a 60.000 persone, il concerto La Favola allo Stadio Olimpico di Roma, Ultimo ha omaggiato la sua città presentando una poesia in musica inedita, Poesia per Roma appunto, con cui ha reso omaggio alla sua città.

Il toccante brano è da oggi disponibile sugli store di musica digitale e in streaming.

Ecco a seguire il testo e audio.

ULTIMO POESIA PER ROMA TESTO


So dieci giorni che sto fori
dici sorridi e dentro muori
a me m’hanno stancato tutti
donne, auto, amici a volte
eppure de te io non me stanco
a volte penso ar Tevere e poi canto
anche se Roma non è solo centro
per me sei bella come un dubbio spento
come un rifugio per un ladro
sei bella come l’angelo e il peccato

Te pare poco, Dì…te pare poco esse immortale?
quando te spegni e avvii er tramonto
che bellezza che rimane
sei bella pure senza mare
lì giù ai Parioli sono belli i ragazzetti
ma per me non battono du’ occhi
sopravvissuti a sti’ parcheggi
ché Roma è er Colosseo ma non non è solo quello
Roma è sta panchina rotta
che da sogni a quer pischello
Roma è una finestra aperta
piena de mollette e panni
è un bimbo cor pallone
che è partito da San Giovanni
mio padre mi portava le domeniche allo stadio
ancora tengo con gran cura
la prima sciarpa nell’armadio

Roma Capoccia der mondo infame
il mio primo saggio da bambino
la cantai col cuore
nun è San Pietro ma sta’ chiesa
che sta a pezzi
la vera Roma sta nei vicoli
che te turista non apprezzi
è na’ battaglia persa co’ politici corotti
però parli e dopo ridi perché, Roma, te ne fot**
è un pranzo a casa mia co gli amici di na’vita
quelli che perdono a tre sette
e se la pijano con la sfiga

Voi sta’ tranquillo senza troppe cianfrusaglie
te casca il mondo sulle spalle
e trovi forza dentro un daje
so’ dieci giorni che sto’ fori
e come me manchi
domani torno e prima cosa vado a pija du’ guanti
perché per scrivere de te ce vo’ rispetto
grazie de esser rimasta accesa
quando nun c’avevo un letto

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