13 Giugno 2022
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13 Giugno 2022

Top & Flop maggio 2022: bene Irama, Elodie, Rhove e Nu Genea… si schiantano i Modà, The Band e Achille lauro

Elodie sta cambiando qualcosa di importante nell'immaginario della musica al femminile. Carlo Conti sbaglia completamente programma e mood

Top e flop maggio 2022
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ZONA NEUTRA

GHALI

Ghali è arrivato in Warner Music, sicuramente con un contratto non da poco, da artista di grande successo. Risultati replicati, anche se in maniera decisamente minore, sia per quel che riguarda i numeri che per il posizionamento dell’artista, dal disco successivo.

In pochissimi anni anni Ghali ha perso inspiegabilmente il ruolo di artista di culto per i ragazzi italiani. Ora è, il 20 maggio, è uscito il suo nuovo album, Sensazione ultra e il calo è diventato evidente, impossibile da ignorare. Il disco ha debuttato al secondo posto della classifica FIMI fermato da un altro debutto, quello di Harry Styles (non accadeva da quasi un anno che un disco internazionale debuttasse al primo posto). La settimana successiva l’album di Ghali è sceso alla nove per poi uscire già alla terza settimana dalla Top 10.

Parlando di streaming su Spotify il disco è fuori dalla Top 10 dei più ascoltati e Ghali non è presente tra i 20 artisti più ascoltati del momento (occupa la posizione #26). Il precedente album, DNA del 2020, alla terza settimana era già stato certificato con il disco d’oro.

Non ci resta che osservare cosa accadrà nei prossimi mesi anche se, se il buongiorno si vede dal mattino, noi vediamo cieli grigi all’orizzonte.

AMICI DI MARIA DE FILIPPI

Ad oggi sono solo tre gli album usciti degli artisti della 21esima edizione del programma. LDA, che ha debuttato al terzo posto e che ora, un mese dopo, troviamo alla posizione #24. Sissi, che ha debuttato alla #11 scendendo nella seconda settimana alla #54, e il vincitore, Luigi Strangis, che ha debuttato questa settimana al primo posto della classifica FIMI degli album più venduti.

Gli artisti del talent combattono il predominio nello streaming di altri generi musicali con decine e decine di date instore in cui incontrano il pubblico. Il problema è che, dopo un mese, queste date devono finire, e quel che si è raccolto non è una semina vera e propria, potrebbe non durare nel tempo.

In attesa di vedere come si comporteranno in classifica Alex e Albe, ci sentiamo di dire che la mossa sbagliata, rispetto agli anni passati, è stata fatta dalla produzione e dalla direzione artistica del programma. Far cantare ai ragazzi praticamente tutti i propri inediti da settembre a maggio ha ottenuto un solo risultato: I dischi che stanno uscendo ora non sono altro che una raccolta che il pubblico conosce già e che ha già ascoltato su Spotify. Zero appeal quindi.

Se non ci fossero le date instore saremmo sicuramente di fronte ad un bagno di sangue.

Top e Flop maggio 2022: FLOP

LE VIBRAZIONI e GIUSY FERRERI

Associamo Giusy e la band di Sarcina in quanto entrambi sono tornati quest’anno a Sanremo, entrambi hanno pubblicato nelle settimane successive dei dischi di inediti ed entrambi sono finiti, probabilmente per motivi puramente economici, a fare i tutor in un programma flop di Rai 1, The Band.

I loro brani presentati al Festival non hanno convinto nessuno, ne il pubblico, ne la critica. Risultato? Tra gli ultimi posti della classifica e tra i brani meno ascoltati del Festival (sono gli unici a mancare all’appello per una certificazione insieme ad artisti meno mainstream o giovani, come Iva Zanicchi, Massimo Ranieri, Giovanni Truppi e Yuman).

Il disco della Ferreri, Cortometraggi, ha debuttato alla #25 per poi uscire dalla Top 100 nella settimana successiva. VI de Le Vibrazioni, uscito a due mesi dal Festival, non è riuscito nemmeno ad entrare nella Top 100.

ACHILLE LAURO

Dopo il Festival di Sanremo che lo ha rivelato al grande pubblico, quello del 2019, ha guadagnato sempre più spazio diventando uno dei personaggi musicali più in vista. Sanremo lo ha visto salire sul palco quattro volte in quattro anni. Dopo il debutto il ritorno in gara, poi il ruolo di super ospite e infine, quest’anno, di nuovo in gara.

Il brano di Sanremo 2022, Domenica, ha da poco raggiunto la certificazione disco di platino ma, al di là di questo sembra che la sua genialità viva un momento di crisi e ripetitività. Ricordiamoci che qualche anno fa, dopo Sanremo 2019, la Warner strappo l’artista alla Sony Music con un bel contratto e affidandogli la direzione artistica della Elektra Records, sotto etichetta del gruppo Warner.

In questi anni Lauro ha pubblicato, tra cover e inediti, quattro dischi che, sommandoli, non hanno raggiunto nemmeno le 200.000 copie. Degli artisti lanciati dalla Elektra Records nessuno ha trovato riscontro da parte del pubblico e infine l’ultimo passo falso… l’Eurovision.

Lauro ha scelto di provare a partecipare alla rassegna musicale passando per le selezioni di San Marino in una gara, Una voce per San Marino, che lo ha visto scontrarsi, e ovviamente trionfare, con artisti come Spagna, Valerio Scanu, Matteo Faustini e diversi emergenti. L’arrivo all’Eurovision però non ha suscitato quello che ci si aspettava e Lauro è stato eliminato nelle semifinali senza quindi poter accedere alla gran finale di Sabato 14 maggio.

Il brano, Stripper, si è fermato a poco più di 3 milioni di ascolti. Insomma periodo caotico con tante cose da rimettere insieme per l’artista.

MODÀ

Il momento di crisi discografica della band dopo il ritorno sembra non avere fine. Già lo scorso novembre la prima parte del loro album, Buona fortuna parte prima, non aveva fatto faville ne nello streaming, ne nelle vendite (il disco ha debuttato alla #7 della classifica FIMI ma dopo un mese è uscito dalla Top 100). La seconda parte del progetto, Buona fortuna parte seconda, è andata ancora peggio. L’EP ha infatti debuttato alla #11 per sparire dalla Top 100 FIMI dopo solo tre settimane.

I sei brani del secondo disco hanno totalizzato su Spotify poco più 671.000 ascolti contro i quasi 3.200.000 stream della prima parte. Recupereranno nel live forse ma anche lì, i tempi dello Stadio San Siro sono ormai lontani.

THE BAND

Carlo Conti, dopo il grande successo di Ora o mai più, ritenta la strada del talent e, visto il successo dei Måneskin, decide di puntare sulle band. Il risultato? Disastroso su tutta la linea.

Se Ora o mai più infatti giocava, purtroppo, sull’ultima possibilità data ad artisti del passato, possibilità che poi si è rivelata essere realmente l’ultima o giù di lì, e quindi sulla morbosità delle persone nel vedere le cadute e i possibili riscatti degli artisti, The band non ha avuto un’idea forte a tenere su il programma. Per conquistare il pubblico non basta puntare sui grandi nomi, in questo caso tre super giurati (Carlo Verdone, Asia Argento e Gianna Nannini) e 8 tutor scelti tra cantanti da classifica.

Cosa non andava nel programma? Tutto.

La conduzione, una figura istituzionale come Carlo Conti non è adatta ad un programma di questo tipo. Le band scelte, tranne un paio di casi, erano realmente lontane anni luce qualitativamente rispetto a quello che si può realmente sentire nei live club. La struttura del programma risultava vecchia, rigida così come i brani assegnati.

E poi era dai tempo di Star academy (che in quel caso fu chiuso alla seconda puntata) che il vincitore di un talent non vinceva praticamente niente. Esperimento assolutamente da dimenticare.

 

 

 

 

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