21 Febbraio 2024
Condividi su:
21 Febbraio 2024

Syria: “Mi sono messa in discussione ed ho trovato in me l’antidoto per non mollare senza soffrire…”

La cantante ha voluto lanciare un messaggio ai tanti giovani artisti spesso risucchiati dal vortice di un successo effimero

Syria
Condividi su:

Nei giorni scorsi la decisione di Sangiovanni di rimandare a data da destinarsi la pubblicazione del suo nuovo album e il live al Forum per prendersi cura di sé stesso (vedi qui) ha dato il via a diversi spunti di riflessione sull’industria musicale. Dopo le parole di Ghemon anche Syria ha voluto dare il proprio punto di vista raccontando la sua storia tra risalite e cadute.

Lo spunto di riflessione per la cantante è nata proprio dal post pubblicato da Ghemon, artista con cui tra l’altro ha collaborato diversi anni fa in “Come non detto“, canzone portante della colonna sonora dell’omonimo film:

Vi prego di soffermarvi a leggere ogni singolo passaggio scritto da un amico e grande artista Ghemon, che ha avuto il coraggio di dire la sua.

Queste le parole con cui Syria ha cominciato il suo post su Instagram. Prima di conoscere il suo pensiero però facciamo un breve recap della carriera della cantante per i più giovani.

Cecilia Syria Cipressi, classe 1977, ha debuttato nel mondo della musica nel 1995 vincendo Sanremo giovani per poi arrivare sul palco dell’Ariston e vincere il Festival di Sanremo con “Non ci sto“.

La ragazzina grintosa e sorridente con tatuaggio tribale sul braccio in bella vista, la prima ragazza così giovane a mostrare un tatuaggio sul palco più famoso d’Italia, l’anno successivo si classifico al terzo posto al Festival con “Sei tu“.

Nel 2000 il primo di una serie di cambiamenti artistici che Syria, fiera portatrice della tradizione delle interpreti ma al tempo stesso artista in costante ricerca, avrebbe affrontato.

Da quell’anno arrivo il pop rock senza peli sulla lingua prodotto da Biagio Antonacci, la collaborazione all’insegna della spensieratezza con Jovanotti, il teatro con Paolo Rossi e due progetti assolutamente all’avanguardia, forse anche troppo, per il mercato discografico italiano. Un disco tributo all’indie italiano, “Un’altra me” (2008) e un disco pop elettronico con lo pseudonimo di Ayris.

Negli ultimi dieci anni Syria ha mantenuto intatta la sua popolarità nonostante le poche apparizioni televisive e qualche rifiuto di troppo da parte del Festival di Sanremo rifiuti che comprendono dei sì cambiati in corsa all’ultimo momento da almeno due diversi direttore artistici.

Oggi Syria è tornata a Teatro dove porta in scena uno spettacolo, “Perché non canti più” (qui le date) che è un vero e proprio viaggio nella musica di una grande artista per troppo tempo messa da parte… Gabriella Ferri.

Nel suo post Instagram la cantante si è detta profondamente colpita dalle parole di Ghemon e ha continuato così:

Anche se ognuno di noi ha storie diverse mi sento di far parte nella mia piccola realtà di questo racconto.
Penserete “Chi fa questo lavoro è un privilegiato” avete ragione è vero, ma dietro questa realtà si celano spesso dinamiche molto delicate.

Ho iniziato a fare questo mestiere nel 1996 partendo da Sanremo e posso confermare di aver vissuto momenti memorabili… toccando il cielo con un dito e le dovute insicurezze.

Non voglio dire di essere caduta nell’oblio questo no, ma certamente mi sono fortemente messa in discussione per lungo tempo ed ho trovato in me l’antidoto per non mollare senza soffrire come capita a tanti di questi ragazzi di questa generazione che vengono arruolati in un vortice pieno di insidie.

Qui Syria si riferisce ovviamente a tanti ragazzi giovanissimi mandati spesso allo sbaraglio nel fantastico, ma non troppo, mondo della tv e dei talent show. Del resto è un dato di fatto che sono in pochi a riuscire ad emergere da questi programmi e spesso il bagno di popolarità causa in chi non ci riesce grandi problemi.

La cantante infatti cita tanti momenti difficili che ha dovuto affrontare…

Tante porte in faccia, occasioni perse, quanti NO per il festival di Sanremo da cui partono mille meccanismi… il tutto idealizzando un futuro per sentirsi sul pezzo, ma poi passi di moda e trovi strade alternative ed io le ho cercate, desiderate studiando, cercando di sentirmi viva senza sentirmi l’ultima, pensando intensamente che dovevo demonizzare tante aspetti di un sistema dove se non sei in vista vali meno

Ho pianto disperatamente quando l’ultima casa discografica mi ha licenziata via mail (la Polydor di Universal, ai tempi guidata da Graziano Ostuni. Ndr), mi sono sentita una sfigata, ingenua al limite del nulla.

Non sono mai arrivata a toccare il fondo perché mi sono costruita una famiglia, ho dei figli ed un marito che sono priorità e l’essenza del mio coraggio.

Si è vero ho avuto un padre discografico, un marito produttore, un fratello che lavora per le multinazionali ed è straordinariamente in gamba. Ma nessuno di loro ha fatto nulla mai per me se non prendendomi per mano aiutandomi a comprendere, ragionare sfatando diversi miti senza drammi, ma costanza nell’accogliere idee dignitose…

Nelle sue parole Syria racconta quale stato il suo antidoto per superare sia gli errori fatti che le porte chiuse in faccia. Parole che vogliono essere principalmente un messaggio di speranza verso tanti giovani artisti che, come Sangiovanni, si sentono persi dopo il grande successo…

Ed eccomi qui come, madre figlia, sorella, amica a dirvi siì, potete essere ciò che desiderate anche se non vi fanno sentire i primi… la ruota gira e la vita tra insidie e saggezza può regalarvi comunque altro e tanto senza doversi sentire in difetto. 

Il mio vuole essere solo un messaggio da tramandare che si allega a quello di Ghemon, non mi sento vittima di un sistema, sono serena ho solo capito in tempo che oltre a quello che ho provato a fare non potevo andare avanti. Ci sta anche che abbia anticipato i tempi con delle idee troppo fuori dall’ordinario, che fossi meno interessante o poco coerente, ma quanto mi sono sentita LIBERA!”

Una testimonianza e un messaggio importante quelle di Syria che, senza attaccare il mondo della discografia o parlare come molti di “un sistema” suggerisce strade alternative ai ragazzi che hanno talento.

Del resto il momento discografico che stiamo vivendo è molto complicato e, se è vero che le case discografiche non sono mai state degli enti di beneficenza né questo è il loro ruolo, è anche vero che forse servirebbe anche trovare strade diverse che evadono da alcuni meccanismi, da TikTok alle hit usa e getta, che oggi sembrano l’unica strada per tanti ragazzi.

 

Foto di copertina di Rosario Albano dalla pagina Instagram di Syria, il proprietario dello scatto in caso non volesse autorizzarne l’utilizzo può contattarci alla mail di redazione qui.